Per Salvini i giudici devono essere diventati una specie di incubo. In poche ore hanno smontato la sua politica aggressiva contro i sindacati e hanno messo a rischio la madre di tutte le riforme leghiste, l’autonomia differenziata, con un primo importante pronunciamento a favore del referendum abrogativo.
Notizia numero uno: il Tar del Lazio ha sentenziato che non ci sono ragioni per precettare i lavoratori dei trasporti che domani sciopereranno. Notizia numero due: la Cassazione ha definito ammissibile il referendum sull’autonomia, in attesa della decisione finale della Corte Costituzionale. Ammissibile nella versione completa, non lo spezzatino che si prospettava con l’ipotesi che si potesse fare il referendum solo su alcuni articoli.
Quella di oggi si potrebbe definire la giornata nera di Salvini, o anche di quando l’arroganza e la approssimazione si scontrano con la realtà. Alla Lega, in forte calo dei consensi, non ne sta andando bene una e non sfugge il silenzio degli alleati che stanno lasciando praticamente soli Salvini ad attaccare i giudici e Calderoli a urlare che l’autonomia va attuata.
L’autonomia differenziata è una riforma che Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono per l’interesse della coalizione ma a cui non credono. A destra, con la fatica di governare che cresce, c’è poco spazio per la solidarietà. Salvini urla contro i magistrati, da solo.