
Matteo Salvini ha una affinità ideologia con Putin che ha dimostrato spesso negli anni e che non manca di dimostrare ogni giorno in questo periodo, con i suoi continui attacchi all’Europa. Salvini ha anche una affinità ideologica con Trump, che non manca di dimostrare ogni giorno, definendolo “uomo di pace”. Una affinità, quest’ultima, da consolidare ed è il motivo per cui cerca di coltivare il rapporto con Vance, il giovane vicepresidente degli Stati Uniti che rappresenta il futuro della destra radicale che oggi comanda a Washington.
Salvini è finito nell’angolo dopo i disastrosi risultati delle elezioni europee. Ora prova a giocare la carta della guerra in Ucraina, accreditandosi come il più trumpiano e al tempo stesso il più putiniano del governo italiano. Il suo calcolo è semplice: diventare il punto di riferimento di Mosca e Washington nel governo di Roma.
Chiaro che il nemico immediato e principale sia il ministro degli Esteri Tajani e con lui Forza Italia, che rimangono su posizioni filo europee: Putin e Trump l’Unione Europea la vogliono vedere fallire, la spartizione dell’Ucraina sarebbe solo un tassello. Ma Salvini cerca anche di influenzare Meloni, facendola passare per trumpiana troppo morbida.
Un gioco che a Salvini serve per ritrovare una centralità politica. Un gioco che da altrove guardano con interesse, e con favore.