Dichiarazioni di disponibilità al dialogo, ma anche critiche da entrambe le parti dopo l’incontro di ieri tra governo e opposizioni sul salario minimo, un appuntamento per discutere della proposta di legge su questo tema, sostenuta da quasi tutti i partiti di minoranza e convocato dopo la pubblicazione di sondaggi secondo i quali un provvedimento di questo tipo piacerebbe a buona parte dell’elettorato, anche tra chi vota a destra.
Fosse stata una partita di calcio, si direbbe che si va ai supplementari con la squadra di casa, la maggioranza di governo, più vicina al gol e la squadra in trasferta, l’opposizione, che gioca di rimessa. Invece era l’atteso confronto sul salario minimo convocato in un intermezzo estivo dalla Presidente del Consiglio con i rappresentanti delle opposizioni per provare, almeno di facciata, ad arrivare ad un percorso condiviso.
2 ore di confronto che hanno lasciato tutti sulle posizioni di partenza. Giorgia Meloni ha ammorbidito i toni della vigilia e ha proposto di aprire un confronto nei prossimi due mesi con l’aiuto del CNEL per arrivare ad un testo condiviso, ma di fatto ha escluso la possibilità che una legge sul salario minimo venga messa in agenda.
Troppo poco per le opposizioni che all’uscita dall’incontro hanno attaccato, dicendo che dal governo non è arrivata una proposta alternativa. Insomma, Meloni prende tempo, conscia che comunque il tema ha una certa presa anche sul suo elettorato, ma convinta che non può regalare alle minoranze la possibilità di intestarsi una vittoria di tal fatta.
E allora prende tempo, si finge dialogante, sperando nel logorio dell’opposizione che in vista delle elezioni europee dovranno necessariamente provare a rubarsi consenso tra di loro. Intanto la Presidente del Consiglio un punticino lo porta a casa, con Calenda che prende le distanze dagli altri e parla di un incontro proficuo che può essere una buona base di partenza per un confronto, segnando le distanze da tutti gli altri.
Tra i partecipanti all’incontro di ieri anche il Segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: