Il racconto della giornata di giovedì 26 ottobre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Emerge un consenso generale della diplomazia internazionale sulla necessità di una tregua Umanitaria nella guerra tra Israele e Hamas; Pd e 5 stelle divisi sulla partecipazione alla manifestazione per la pace in Palestina a Roma; in attesa del testo definitivo sulla legge di bilancio, Cgil e Uil si preparano a scioperare su base regionale; un morto e un ferito in due diversi incidenti sul lavoro oggi in Italia.
Si muove finalmente la macchina diplomatica per mitigare la crisi in Medio Oriente
(di Martina Stefanoni)
Proprio mentre l’aviazione israeliana scatena su Gaza il più pesante bombardamento dall’inizio della guerra, emerge in queste ore, dopo il Consiglio Europeo e soprattutto dopo le conferenze stampa dei leader dei 27, un crescente consenso internazionale alla richiesta di – quantomeno – una tregua umanitaria. Oltre al documento finale che ha dovuto mettere d’accordo le varie anime dell’unione europea, spiccano oggi due conferenze stampa in particolare. Da un lato c’è il premier spagnolo Pedro Sanchez che ha sottolineato l’importanza di offrire una prospettiva più ampia per la ripresa di colloqui diplomatici, convocando una Conferenza internazionale di pace a Madrid per trovare una soluzione definitiva che consenta la coesistenza dei due Stati di Israele e Palestina in pace e sicurezza. Dall’altro c’è il presidente francese Macron che ha annunciato la creazione di una coalizione umanitaria per i civili di Gaza. La UE starebbe lavorando anche sulla possibilità di inviare aiuti via mare, un’iniziativa che sarebbe appunto capitanata dalla Francia.
È poi in corso, come dicevi, anche l’assemblea generale dell’Onu che alle 21 voterà la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli stati arabi che si concentra sulla tregua a Gaza, per garantire l’ingresso degli aiuti e impedire lo sfollamento forzato. La discussione è ora incentrata sulla proposta fatta dal Canada per inserire un paragrafo che definisca un attacco terroristico l’attacco di Hamas. Le risoluzioni dell’Assemblea Generale non sono giuridicamente vincolanti ma sono altamente simboliche e rappresentano una visione più ampia di quelle del Consiglio di Sicurezza.
È in questo contesto di fondo che oggi arrivano notizie di progressi incoraggianti nei negoziati mediati dal Qatar per un cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi. La notizia arriva da Al Jazeera, che ha sede a Doha, ed è stata confermata da fonti informate a CNN. Non si sa molto ancora, ma sembrerebbe che il dialogo tra le parti sia ad unno stadio avanzato. Rimangono delle questioni in sospeso, spiegano le fonti, ma ci sarebbe stata una svolta in questo senso.
Le opposizioni divise sulle manifestazione per la pace
(di Luigi Ambrosio)
Il Pd non aderisce alla manifestazione per la pace di questa sera per una due motivi. Uno “di piazza” e uno politico. La piazza è la preoccupazione immediata di Schlein: “Metti che arrivi qualcuno a bruciare una bandiera di Israele o a gridare qualche slogan pro Hamas e siamo rovinati”, temono in segreteria. Il quartiere di San Lorenzo, dove hanno base alcuni collettivi molto radicali, è vicino al luogo della manifestazione.
Dal punto di vista politico in realtà sulla guerra in Medio Oriente il Pd è meno diviso di quanto non lo fosse sull’opportunità di mandare armi all’Ucraina. La linea di Schlein che ha subito espresso solidarietà a Israele ribadisce la necessità della soluzione “due popoli due stati”. Una linea che nelle ultime ore è diventata perfino più morbida, non chiedendo il “cessate il fuoco” ma una “pausa umanitaria”. Anche diversi tra coloro che vorrebbero posizioni diverse preferiscono in questa fase non alimentare polemiche. Perché il problema si pone nel rapporto con il potenziale alleato -ma in realtà sempre più rivale- Movimento 5 Stelle. Conte ha aderito alla piazza per la pace. Non gli è parso vero di poter occupare uno spazio politico che il Pd ha lasciato libero. “Meglio non alzare troppo il livello della polemica, per non compromettere scenari futuri tra i due partiti” ragionano al Nazareno.
Gli scioperi Cgil e Uil contro la politica economica del governo
Il testo definitivo della manovra economica arriverà in Senato lunedì o martedì. Lo ha detto il ministro degli esteri Tajani, confermando che nella maggioranza si sta ancora discutendo sugli ultimi correttivi, in particolare sulle questioni che hanno creato tensioni tra gli alleati. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha ribadito che dalla maggioranza non arriveranno emendamenti. Per questo in queste ore si sta cercando di arrivare a un testo condiviso, superando le divergenze. Le Lega chiede di eliminare la norma sulle pensioni che nel 2024 sostituisce Quota 103 con Quota 104. Secondo le ultime indiscrezioni per il prossimo anno resterà in vigore Quota 103, ma con alcuni correttivi, di fatto con un taglio della pensione. Sulla cedolare secca sugli affitti brevi dovrebbe essere confermato l’aumento dal 21 al 26%, ma su questo punto c’è la forte contrarietà di Forza Italia. Critiche e malumori anche sui pignoramenti più rapidi nei depositi bancari per chi evade le tasse. Tanto che ieri sera Meloni ha fatto marcia indietro affermando “questa norma non si farà”.
Intanto Cgil e Uil hanno annunciato manifestazioni e scioperi regionali di 8 ora contro la politica economica del governo. Si parte venerdì 17 novembre con le Regioni di centro il 24 novembre per il Nord e il 1 dicembre per il sud. Sentiamo Cristian Ferrari, segretario confederale Cgil con delega alle politiche economiche:
La sicurezza sul lavoro resta un miraggio: oggi in Italia un morto e un ferito in due distinti incidenti
Un uomo di 57 anni è morto oggi pomeriggio a Corciano (Perugia) in seguito a un incidente sul lavoro. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stava facendo lavori di tinteggiatura sul tetto di un’azienda, quando, per cause ancora da chiarire, è precipitato al suolo da un’altezza di circa dieci metri. Il cinquantasettenne, nonostante sia stato immediatamente soccorso, è morto poco dopo a causa delle lesioni riportate. Questa mattina a Padova un altro incidente sul lavoro, con tre feriti, uno grave. È successo alle Acciaierie Venete, dove c’è stata un’esplosione nel reparto di raccolta scorie. Al momento lo stabilimento è stato posto sotto sequestro. Nella stessa azienda cinque anni fa un episodio simile, in cui morirono due persone.
Roberto Toigo è il segretario del Veneto della Uil: