Il racconto della giornata di mercoledì 21 giugno 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La sanità pubblica sta crollando sotto i colpi di politiche che difendono solo gli interessi dei grandi gruppi della sanità privata; la West Bank si infiamma dopo la rappresaglia dei coloni israeliani per l’attentato palestinese; la controffensiva ucraina procede a rilento e Putin torna a minacciare lo schieramento di testate nucleari; l a maggioranza di destra del Parlamento italiano è tutt’altro che unita; sono forse due minorenni gli assassini del senza fissa dimora di Pomigliano d’Arco.
La sanità pubblica cola a picco e la colpa è dello Stato
(di Massimo Alberti)
I tagli allo stato sociale sono già una realtà, e la sanità pubblica ne fa le spese. Tra fuga dei medici, liste di attesa, costi proibitivi del privato, oltre un terzo dei cittadini rinuncia alle cure, scrive l’Eurispes, secondo cui “curarsi diverrà questione di censo”.
Nei conti messi nero su bianco sal governo i fondi per la sanità subiranno un calo costante nei prossimi 4 anni, di pari passo con la riduzione del gettito fiscale.
L’ultimo in ordine di tempo ieri è stato l’ufficio parlamentare di bilancio, a ribadire quanto già sottolineato da Bankitalia: per reggere, la politica economica del governo, fatta di tagli di tasse e di una cospicua riduzione del gettito fiscale, avrà bisogno di ingenti tagli allo stato sociale. Per i lavoratori una doppia beffa, visto che gli sconti fiscali sono un sussidio indiretto alle imprese che dovrebbero invece sborsare i soldi per gli aumenti, e si tradurranno in maggiori uscite per pagare altri servizi, come la sanità. Il Def del governo prevede un costante taglio di spesa da qui ai prossimi 4 anni. Ma gli effetti del killeraggio pianificato della sanità pubblica a vantaggio del privato – le assicurazioni private crscono a botte del 255 annuo – sono già visibili. Secondo il rapporto Eurispes pubblicato oggi, un terzo dei cittadini (33,3%) afferma di aver dovuto rinunciare a prestazioni per indisponibilità delle strutture sanitarie e liste di attesa infinite. E ovviamente non avendo possibilità di rivolgersi al privato. “Curarsi diverrà una questione di censo” è l’inquietante chiosa di Eurispes. Turni di lavoro massacranti e stipendi tra i più bassi d’Europa spingono i medici a lasciare il pubblico. Il Pnrr non prevede nuovo personale. “La sanità esce sotto finanziata dal post covid e riesce sempre meno a garantire anche i servizi essenziali.” scrive un altro rapporto uscito sempre oggi, quello di Osservasalute. E così, conclude un terzo rapporto, del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, per 29 milioni di cittadini, concentrati soprattutto al centro sud, la sanità e servizi sono a rischio.
Sabato più di 60 associazioni, le organizzazioni del personale sanitario e quelle dei malati, saranno in piazza a Roma insieme alla Cgil per un corteo, dalle 10.00 da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo, per la difesa e il rilancio della sanità pubblica e del Servizio sanitario nazionale. Anche negli ultimi incontri tra sindacati e governo, è apparso chiaro che per la sanità i soldi non ci sono.
Attacco di coloni israeliani contro una città palestinese in Cisgiordania
Almeno 400 coloni israeliani armati hanno attaccato la città palestinese di Turmus Aya in Cisgiordania. Hanno dato fuoco a 60 abitazioni e distrutto decine di automobili. Un palestinese di 27 anni è stato ucciso, 12 i feriti, alcuni sarebbero in gravi condizioni. Lo ha riferito il sindaco della città. Secondo le testimonianze dei residenti riportate dal quotidiano israeliano Haaretz, l’esercito di Telaviv non è intervenuto per fermare i coloni ed è entrato in città solo al termine dell’attacco. La rappresaglia dei coloni è scattata al termine dei funerali di uno dei 4 israeliani uccisi ieri in un attentato palestinese nell’insediamento ebraico di Eli, in Cisgiordania. Il premier Nethanyhau ha condannato l’attacco dei coloni ma contemporaneamente ha autorizzato la costruzione di mille nuove case nell’insediamento ebraico di Eli.
Davide Lerner giornalista esperto di Medio Oriente:
La Russia torna a minacciare l’uso del nucleare
La Guerra in Ucraina. Vladimir Putin è tornato a minacciare l’uso di armi atomiche. “La nuova generazione di missili balistici intercontinentali Sarmat che sono in grado di trasportare 10 o più testate nucleari, sarà presto schierata per compiti di combattimento” ha dichiarato il presidente russo parlando davanti agli studenti delle scuole militari di Mosca. Kiev ha affermato che non ritiene credibile al momento la minaccia anche se, ha detto Zelensky, con “Putin nulla si può escludere”. Per quanto riguarda la controffensiva il presidente Ucraino ha dichiarato oggi che “procede più lentamente del previsto”.
Intanto sul fronte internazionale a Londra si è tenuta la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato lo stanziamento di 1,3 miliardi di dollari di aiuti, la Gran Bretagna ne ha promessi 3 di miliardi sommando quelli già stanziati e nuovi aiuti, mentre l’Unione Europea ha approvato l’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’appuntamento internazionale più atteso è il vertice Nato di Vilnius i primi di Lulglio. Londra ha insisto anche oggi sull’ingresso di Kiev nell’alleanza atlantica e la Francia, finora contraria, sembra aprire a questa possibilità.
La maggioranza che sostiene il governo Meloni si spacca sul Mes
(di Anna Bredice)
Più che sul decreto lavoro, l’inciampo di oggi della maggioranza è stato molto più grave per quello che è accaduto con il Mes, il fondo salva stati, che ha visto pubblicamente il governo spaccarsi sul parere da dare al fondo. Due episodi nella maggioranza che hanno fatto dire all’opposizione che nel governo c’è un po’ di caos. Sul decreto lavoro in commissione sono mancati i numeri per esaminare alcuni emendamenti della maggioranza, mancavano i parlamentari di Forza Italia, poco dopo si è rimediato, ma l’episodio non pare esser legato ad un malumore del gruppo su cui in tanti altri nella maggioranza e non solo sembrano voler lanciare una Opa per conquistarlo. Politicamente invece per il Mes il parere che è arrivato alla commissione esteri alla Camera da parte del Ministero dell’Economia è di quelli che lasciano il segno. Giorgetti in sostanza, attraverso il capo di Gabinetto, ha fatto sapere che ratificare il Fondo salva stati farà bene alle finanze, o meglio che “non comporterà rischi per la finanza pubblica”. Un via libera in sostanza, che Giorgetti nel pomeriggio non ha smentito, mettendosi quindi in contrasto con Meloni e Salvini, che il Mes al momento non lo vogliono, la presidente del Consiglio sarebbe pronta a usarlo come oggetto di scambio nella trattativa sul patto di stabilità. Il problema è che manca solo l’Italia alla ratifica del Mes, è l’unico Paese europeo che ancora non ha deciso e a Roma il Parlamento dovrebbe dare un parere entro fine mese, il 30 giugno. Per ora alla Commissione Esteri dove si stava discutendo del Mes, prendono tempo, a presiederla è Tremonti, che non vorrebbe essere il politico che rappresenta al governo una divisone nella maggioranza. Ma in qualche modo il Parlamento dovrà dare un voto, e di tempo non ce n’è poi molto.
Fermati due minorenni per l’omicidio dell’uomo senza fissa dimora di Pomigliano D’Arco
A Pomigliano d’Arco, nel napoletano, sono stati arrestati i presunti responsabili della morte di Frederick Akwasi Adofo, il senza tetto ucciso di botte nella notte tra domenica e lunedì. Si tratta di due giovani di 16 anni, ora accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.
Frederick, 43enne ghanese, era stato picchiato di fronte a un supermercato dove di solito faceva l’elemosina. In un video, raccolto dagli investigatori, si vedrebbe l’uomo cadere a terra sotto i calci e i pugni di due giovani. Non era la prima volta che veniva aggredito. Il sindaco ha assicurato che i suoi funerali saranno a carico del Comune.