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Il ritorno in rosso per alcune regioni italiane, cassa integrazione veloce nella promessa del ministro Orlando e le altre notizie della giornata

Covid DPCM Regioni

Il racconto della giornata di sabato 27 febbraio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Torna il rosso per due regioni del Sud e passano in arancione le regioni più popolose. Marco Minniti lascia la politica per un incarico da manager, in pochi sentiranno la sua mancanza. Il neo ministro del Lavoro Orlando incontra i sindacati e promette una velociazzazione delle erogazioni della cassa integrazione guadagni. I comuni italiani affrontano con una certa leggerezza l’obbligo di comunicare le destinazioni dei beni confiscati alle mafie.

I colori delle regioni diventano più scuri, torna il rosso in Molise e Basilicata

Continua la risalita dei casi di covid e soprattutto degli ospedalizzati: 280 i morti nelle ultime 24 ore 97.507 in totale: a questo ritmo i 100mila saranno superati tra la prima e la seconda settimana di marzo.
Quasi 19mila i nuovi contagiati di oggi, col tasso di positività al 5,9%,
80 in più i posti lecco occupati nei reparti ordinari da malati covid, 22 in più in terapia intensiva dove da ieri ci sono stati 163 nuovi ingressi. Dai dati uffficiali dell’Agenas sono 7 le regioni oltre la soglia del 30% di posti di terapia intensiva occupati da malati covid. Ma per i rianimatori in Italia siamo già oltre la soglia di saturazione.
Secondo il comitato tecnico scientifico c’è un impatto dei nuovi contagi nelle scuole, ma differenziato che rende necessaria e una modulazione delle misure su scala comunale o provinciale. Questa l’indicazione che dai tecnici arriverà al governo in vista del DPCM che arriverà il 6 di marzo e durerà per un mese. Intanto da lunedì scuole chiuse in Campania e in Basilicata. Mentre si moltiplicano i comuni in zona rossa, la Sardegna sarà la prima regione a passare in zona bianca, mentre Lombardia, Marche e Piemonte passeranno in arancione, Basilicata e Molise in zona rossa.

Le porte girevoli di Marco Minniti

Quando era ministro dell’interno dava appalti a Leonardo Finmeccanica per controllare i migranti sulle frontiere libiche, ora lascia il Parlamento per andare a fare il superdirigente in una fondazione proprio di Leonardo Finmeccanica. Minniti era parlamentare da 20 anni, e più volte nel governo. L’ultima volta fu ripescato al proporzionale dopo aver perso a Pesaro contro un candidato 5 stelle. E’ stato il promotore del memorandum con la Libia per fermare, anche con i centri di detenzione, le partenze di profughi e migranti, e di accordi con altri paesi africani per il controllo dei migranti, dirottando i fondi europei destinati alla cooperazione.

Cassa integrazione più veloce: la promessa del ministro Orlando

Il governo promette tempi più brevi di attesa dell’assegno di cassa integrazione. E’ quanto hanno capito oggi i sindacati dall’incontro (via web) con il ministro del lavoro Orlando, a cui hanno partecipato anche le organizzazioni delle imprese. 

Tutto sembra, invece, ancora in alto mare per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti che scade tra un mese, a fine marzo. Cosa farà il governo, ancora non lo si sa con certezza. 

Il confronto di oggi tra il ministro Orlando e le parti sociali ha riguardato la semplificazione delle procedure e la riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. 

Sul blocco dei licenziamenti, quindi, Orlando farà sapere qualcosa ai sindacati “quando il quadro politico sarà un po’ più definito”: sono queste le parole che il ministro del lavoro avrebbe riferito ai sindacati. 

Il “quadro politico nel governo”, infatti, oggi presenta alcune divisioni e lacerazioni. 

Sui beni confiscati alle mafie i comuni spesso non comunicano i dati

Più della metà dei comuni italiani monitorati sull’utilizzo dei beni confiscati alle mafie non risponde ai criteri di trasparenza fissati dalle legge. 

E’ quanto emerge dal primo rapporto nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali pubblicato dall’associazione “Libera contro le mafie”. 

Su 1076 comuni, che sono destinatari di beni immobili confiscati alle organizzazioni di stampo mafioso, ben 670 non pubblicano l’elenco dei beni e non danno informazioni sul loro sito internet. 

Ciò significa che il 62% dei comuni è totalmente inadempiente. 

L’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Italia

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    Redazione
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