Il racconto della giornata di venerdì 23 dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A Parigi questa mattina un uomo di 69 anni con precedenti penali per crimini di matrice razzista ha aperto il fuoco vicino ad un centro culturale curdo uccidendo 3 persone e ferendone altre 3. Alla Camera dei Deputati è in corso un tour de force per l’approvazione con il voto di fiducia della legge di bilancio più pasticciata di sempre. Intanto la corsa per la segreteria del Partito Democratico è diventata oggi una corsa a quattro: Gianni Cuperlo ha annunciato la sua candidatura. La procura federale belga si sta concentrando sul ruolo del Marocco nell’inchiesta sulla corruzione all’Europarlamento e nel mirino è finito in queste ore anche il premio Sakharov.
3 morti e 3 feriti in un attentato razzista a Parigi
A Parigi questa mattina, nel decimo arrondissement, vicino ad un centro culturale curdo, un uomo ha aperto il fuoco uccidendo 3 persone e ferendone altre 3 di cui uno è in gravi condizioni. Le vittime sono tutti cittadini di origne curda. L’assalitore è stato arrestato, ha 69 anni e aveva precedenti penali per crimini di matrice razzista. Era uscito dal carcere solo 10 giorni fa. Nel pomeriggio è scoppiata la rabbia e la protesta della comunità curda che chiede più protezione allo stato Francese. Ci sono stati scontri con la polizia. Francesco Giorgini:
La corsa contro il tempo per approvare la manovra
La manovra economica verso l’approvazione con il voto di fiducia. Una vera e propria corsa contro il tempo per arrivare al via libera finale entro il 31 dicembre ed evitare così l’esercizio provvisorio. Anche il rush finale di questa manovra è all’insegna degli errori da correggere all’ultimo momento. Dopo le 44 correzioni imposte dalla ragioneria generale, dopo innumerevoli correzioni e retromarce, oggi sono spuntati altri due errori. Errori veri e propri, in altrettante tabelle allegate alla finanziaria. Il governo li dovrà correggere: per sua fortuna lo potrà fare anche dopo il voto di fiducia, perché formalmente le tabelle non fanno parte degli articoli che il Parlamento vota. Ma è l’ennesima brutta figura della maggioranza alla sua prima prova vera: quella della legge più importante, la manovra economica.
La legge di bilancio più pasticciata di sempre
(di Luigi Ambrosio)
Quando le agenzie hanno annunciato che nelle tabelle allegate alla manovra economica che si sarebbe iniziata a discutere in aula alla Camera da lì a poco, con grande apprensione del governo sul rispetto dei tempi per non andare all’esercizio provvisorio, c’erano due errori, un po’ è venuto da ridere e un po’ è scattato un senso di assuefazione.
Questa è la legge di bilancio più pasticciata di sempre. Più costellata di errori, di passi indietro, di cose buttate lì un po’ a caso che poi sono state ritirate perché l’Europa, o la Corte dei Conti, o la Ragioneria dello Stato sono intervenuti a spiegare che no, cosi non andava bene.
Proviamo a mettere in fila: hanno iniziato a dire che era finita la pacchia per chi pretendeva, pazzesco, di pagare con il pos come si fa in tutta Europa. Taxisti e negozianti vorrai tutelarli? Poi però l’Europa ha spiegato che così i soldi del Pnrr ce li possiamo scordare e allora la pacchia è ricominciata. L’obbligo di Pos rimane.
Poi hanno puntato tutto sullo Spid, da abolire, ma pure qua non sarà semplice, dato che l’innovazione tecnologica è uno dei presupposti del Pnrr.
Poi se la sono presa con le ricette elettroniche ma anche lì, passo indietro.
E pure sulle cose più serie, per loro, si sono fatti degli autogol. Il condono? Passo indietro.
Il reddito di cittadinanza? Errore nella scrittura della legge e quindi la congruità dell’offerta del lavoro rimane. Correggeremo, dicono. Intanto però devono incassare.
Insomma, il governo ha gonfiato il petto e alla fine cosa rimane? Rimane che spezzeremo le reni ai cinghiali. Pare. Fino a quando qualche cacciatore improvvisato non rischierà di farsi male. No dai, speriamo di no.
La corsa a quattro per la segreteria del Partito Democratico
Per la segreteria del Partito Democratico la corsa è da oggi ufficialmente una corsa a quattro. Gianni Cuperlo ha annunciato questo pomeriggio la sua candidatura. “So benissimo, ha detto Cuperlo, che ci sono due candidature favorite, ma è un congresso talmente importante che chi ha delle idee sul dopo credo abbia il dovere di esporle e discuterle. C’è il rischio di una deriva greca o francese del PD” ha detto facendo riferimento all’irrilevanza che hanno assunto negli ultimi anni il partito socialista francese e il Pasok. Sulle opzioni in campo in vista del congresso abbiamo chiesto un commento all’ex direttore dell’Espresso Marco Damilano:
Qatargate, anche il premio Sakharov nel mirino degli inquirenti
(di Alessandro Principe)
La procura federale belga si sta concentrando sul ruolo del Marocco nell’inchiesta sulla corruzione all’Europarlamento. Dopo il caso Pegasus e i sospetti di influenza sull’assoluzione politica di Rabat per lo spionaggio internazionale, sotto esame degli inquirenti ora c’è persino il premio Sakharov. È un riconoscimento importante che viene assegnato ogni anno, una sorta di premio nobel per la pace del Parlamento europeo. Strasburgo lo assegna con un voto dell’assemblea sulla base delle candidature espressa dai diversi partiti politici: l’anno scorso al dissidente russo Navalny. Per accedere al voto finale c’erano due candidati: Sultana Kahya, attivista del Sarahwi, presentata dalla Sinistra europea. E la boliviana Jeanine Anez, sostenuta dall’estrema destra, da Fratelli d’Italia a Vox, fino ai sovranisti dell’Ecr. A sorpresa, il gruppo socialista, contro ogni aspettativa, ha dato istruzioni di voto ai suoi deputati, di votare la candidata dell’estrema destra, ha raccontato a Le Soir il deputato di Sinistra Miguel Urban. Lo ha fatto con una e-mail che dava l’indicazione esplicita. Il giornale belga scrive che ora gli inquirenti vogliono capire se quella decisione sia stata influenza dal Marocco per cui la questione del popolo Sarahwi è un nervo scoperto e ne danneggia l’immagine nel mondo. Il voto dei Socialisti a favore della colombiana Aiez, condannata poi a 10 anni di carcere come golpista, e sostenuta dall’estrema destra di Straburgo è quantomeno strano. Tanto per la scelta della candidata, quanto per il fatto – praticamente inedito – di votare insieme a sovranisti ed estrema destra. L’inchiesta dovrà accertare se abbia a che fare con il presunto pilotaggio dei voti e delle decisioni a suon di mazzette da parte del Marocco.