Il racconto della giornata di venerdì 17 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Cgil e Uil sono soddisfatte della prima giornata di sciopero contro la manovra economica del governo e contro gli attacchi al diritto di sciopero. La povertà in Italia è diventata un fenomeno strutturale: quasi un cittadino su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso. “I tentativi di Israele di ridurre al minimo le vittime civili non hanno avuto successo”: a dirlo è stato il premier Benjamin Netanyahu mentre i bombardamenti sulla striscia di Gaza sono proseguiti anche oggi.
La grande adesione allo sciopero contro la manovra
“Piazze piene come non si vedeva da anni”. Cgil e Uil sono soddisfatte della prima giornata di sciopero contro la manovra economica del governo e contro gli attacchi al diritto di sciopero arrivati in particolare dal leader della Lega Matteo Salvini. C’è stata “una grande adesione” hanno detto i due sindacati, oltre il 70% di media nel centro Italia dove lo sciopero era generale. Nel resto del paese lo sciopero ha interessato pubblico impiego e trasporti. Venerdì prossimo sarà nel nord Italia lo sciopero generale e si capirà meglio quanto i sindacati stanno intercettando del malcontento contro il governo. “È stata la risposta più bella contro gli attacchi alla democrazia” ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini in piazza del Popolo a Roma dove c’è stato il presidio principale con 60 mila persone.
(di Anna Bredice):
Piazza del Popolo era molto piena. La partecipazione è stata la risposta data a quello che il segretario della Uil sagacemente ha definito un “bullo istituzionale”. Si tratta di Salvini, il quale prima parla di uno schiaffo a Landini poi nel pomeriggio corregge un po’ e dice di “non aver sconfitto Landini, ma che oggi è stata la vittoria del buonsenso” e il buon senso per il ministro dei Trasporti, che pensa di decidere per tutti, è dato da una “minoranza che ha manifestato, senza bloccare milioni di italiani”. Salvini ha sfidato Cgil e Uil. Le immagini delle piazze piene hanno un significato, che il diritto allo sciopero garantito dalla Costituzione non si tocca, ma il ministro ha creato comunque un precedente, ha cercato un muro contro muro e la prova sarà nei prossimi scioperi, e cioè se Salvini cavalcherà ancora quel qualunquismo che scambia per consenso e continuerà a sfidare la Cgil con la precettazione. Una strada che Meloni finora non ha seguito, a domanda risponde sullo sciopero, non si avventura oltre e si scherma dietro il parere della Commissione di garanzia, assicurando che nessuno vuole cambiare la legge sugli scioperi. Lei sfida Schlein, ancora oggi con un botta e risposta, ritiene forse che quella sfida sia vincente per lei, ma la segretaria del Pd non si presta e chiede di riportare il confronto in Parlamento a cominciare dal salario minimo. Giorgia Meloni sta pensando da ora al referendum confermativo sul premierato, da qui in poi parlerà agli elettori in vista di quell’appuntamento e non può mettere sul tavolo anche la modifica del diritto di sciopero, rischia di spaventare i lavoratori, che saranno magari elettori di destra, ma che non hanno mai messo in dubbio il diritto di scendere in piazza per difendere il loro lavoro.
Per i sindacati l’adesione è stata alta anche nel settore precettato da Salvini, i trasporti: in media del 70% con punte del 100% nei porti, hanno detto Cgil e Uil. Per il ministero guidato da Salvini l’adesione è stata del 5% nei trasporti nazionali e del 16 in quelli regionali.
In Italia quasi un cittadino su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso
La povertà in Italia è diventata un fenomeno strutturale: quasi un cittadino su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso. Lo scrive la Caritas nel suo rapporto annuale su povertà ed esclusione. Secondo i calcoli dell’associazione, i poveri assoluti sono oltre 5 milioni e 600mila in Italia. Ci sono poi le persone a rischio povertà ed esclusione: più di 14 milioni di individui, il 24% della popolazione totale. Un dato in crescita e che include molte persone che un lavoro ce l’hanno, ma non guadagnano abbastanza: i cosiddetti working poor. Proprio in questi giorni il governo ha avocato a sé, sottraendolo al parlamento e di fatto mettendolo su un binario morto, il compito di elaborare una legge sul salario minimo in Italia. L’opposizione promette barricate. Elly schlein, ribadendo il suo no alla partecipazione alla kermesse di Fratelli d’Italia, ha detto oggi a Meloni che sul salario minimo aspetta la maggioranza in parlamento. Ma chi sono lavoratori poveri in Italia? Vera Pellegrino è una delle curatrici del rapporto Caritas:
Oltre 7mila persone in trappola nell’ospedale di Al Shifa
“I tentativi di Israele di ridurre al minimo le vittime civili non hanno avuto successo”. A dirlo è il premier Benjamin Netanyahu in un intervista a CBS, accusando Hamas di questo e spiegando che Israele sta facendo il possibile per evitarle. Intanto i bombardamenti sulla striscia di Gaza continuano. Secondo il bilancio aggiornato dal Ministero della Salute sono almeno 12mila i morti nella striscia, più di 5mila bambini. Ci sarebbero anche più di 3.700 dispersi e oltre 30mila feriti. Oggi almeno 18 persone sono state uccise in un raid sul campo profughi di Jabalia, mentre decine di persone sarebbero morte in un attacco su una scuola a sud di Gaza City, secondo l’ospedale indonesiano.
Il direttore dell’ospedale di Al Shifa ha detto che nella notte tutti i pazienti che erano in terapia intensiva sono morti a causa della mancanza di elettricità. In totale 22 persone. Per il terzo giorno consecutivo i militari israeliani sono all’interno della struttura dove stanno cercando quello che è stato definito come un importante centro strategico di Hamas. Per il momento non sono state fornite prove che ne potrebbero dimostrare l’esistenza. Ciò che è stato recuperato, ad ora, sono una quindicina di Kalashnikov, l’ingresso di un tunnel, alcune uniformi militari e alcune granate. Naturalmente la scoperta e la prova dell’esistenza di un importante quartier generale di Hamas sotto l’ospedale sono ancora possibili, intanto, però, secondo il direttore di Al Shifa ci sono circa 7mila persone – tra pazienti, medici e sfollati – intrappolate nella struttura senza cibo né acqua. A Gerusalemme abbiamo raggiunto al telefono Andrea de Domenico, portavoce dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Palestina:
Le condizioni precarie degli sfollati al sud della striscia di Gaza
Crescono intanto anche i timori per le persone affollate nel sud della Striscia di Gaza, mentre l’esercito israeliano consolida il controllo delle aree settentrionali intorno a Gaza City e sembra prepararsi a intensificare le operazioni altrove. Anche al sud la popolazione vive in condizioni altamente precarie, come ci ha raccontato Mohammad, cittadino di Gaza City, sfollato al sud: