Approfondimenti

Ilaria Salis è libera, il giorno del Papa al G7 e le altre notizie della giornata

Ilaria Salis liberata

Il racconto della giornata di venerdì 14 giugno 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Ilaria Salis è stata liberata, la polizia ungherese le ha tolto il bracciale elettronico. Al G7 in corso in Puglia oggi è stato il giorno di Papa Francesco. Vladimir Putin ha detto che il suo paese è pronto a un cessate il fuoco, se Kiev si impegna a non entrare nella Nato e se rinuncia alle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporigia e Kherson. Per il terzo giorno consecutivo gli Hezbollah libanesi hanno lanciato decine di razzi verso il nord d’Israele. Ci sono stati altri due suicidi nelle carceri italiane. L’ultimo rapporto di Almalaurea evidenzia il problema dell’ascensore sociale bloccato.

L’intervento del Papa al G7

Al G7 in corso in Puglia oggi è stato il giorno di Papa Francesco. Il pontefice è stato invitato dalla presidenza italiana per parlare di intelligenza artificiale, tema che il papa ha affrontato soprattutto da un punto di vista etico e legandolo strettamente alla questione della pace. “E’ l’uomo che deve sempre decidere” ha detto Bergoglio, “non le macchine”, sottolineando l’importanza della politica per il futuro del mondo, anche davanti all’avanzamento tecnologico. Papa Francesco ha poi lanciato un appello ai leader dei G7, chiedendo l’abolizione delle armi letali autonome: “Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”, ha detto.

C’era grande attesa per il suo discorso, anche perché è stata la prima volta che un capo religioso partecipava ad un G7.
Ne abbiamo parlato con Giorgia Serughetti, docente di filosofia politica all’università bicocca di milano.

 

Alla presenza del Papa al vertice è stata legata anche l’eliminazione della parola “aborto” dalla bozza del documento finale. Nel Polemica alla quale si è poi unita quella sollevata dal giornale americano Bloomberg secondo cui dalla bozza sarebbe stata tolta anche la menzione alla protezione dei diritti LGBT. Notizia poi smentita sia dalla presidenza italiana che dall’ultima versione della bozza visionata dalle Agenzie.

(di Anna Bredice)
E’ probabile che per Giorgia Meloni sia stato un boccone un po’ indigesto aver sottoscritto nella bozza finale del G7 l’impegno di tutti gli Stati per raggiungere l’uguaglianza di genere, la condanna e la preoccupazione per la riduzione dei diritti delle persone Lgbtq+ e l’impegno per la loro partecipazione in tutte le sfere della società. Anche se questo tema era stato inserito già nel documento di Hiroshima, viene ribadito ora anche in quello conclusivo del vertice di Brindisi, alla vigilia delle manifestazioni del pride a Roma e in altre città. Forse Giorgia Meloni avrebbe preferito che finisse come per il punto sull’aborto, parola che non sarà citata nelle conclusioni, ma si fa esplicito riferimento agli accordi di Hiroshima che l’Italia ha condiviso e accetta. Magari sarebbe stata meno esposta sul fronte interno quando dovrà vedersela con Matteo Salvini, che ha candidato e fatto eleggere con 500 mila voti un generale dell’esercito che affermava che gli “omosessuali non sono normali”. La realpolitik ed essere presidente del G7 ha costretto Giorgia Meloni a negare uno scontro con Macron derubricando tutto come campagna elettorale del Presidente francese. E’ possibile che sia anche così, che ci sia un interesse politico sia americano che francese ad esasperare questo tema in vista del voto in entrambi i paesi, con Von Der Layen che tace preoccupata, visto che su questi argomenti si giocheranno anche molto delle alleanze per la prossima Commissione europea. Sull’aborto sarà stata anche la presenza del Papa, ma la parola non è riportata nel documento finale, è vero che gli impegni erano stati presi, ma ora si leggerà solo questa frase: “l’impegno a servizi sanitari adeguati, compresi la salute sessuale e riproduttiva delle donne”.

 

Putin ha detto di essere pronto ad un cessate il fuoco

Mentre in Puglia è in corso il G7 e alla vigilia della conferenza di pace in Svizzera a cui parteciperà l’Ucraina ma non la Russia, oggi Vladimir Putin ha detto che il suo paese è pronto a un cessate il fuoco, se Kiev si impegna a non entrare nella Nato e se rinuncia alle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporigia e Kherson. “Non c’è nessuna novità e nessun desiderio di porre fine alla guerra, è una farsa” ha risposto il più importante consigliere di Zelensky, Mychajlo Podoljak. Il capo della Nato Stoltenberg ha commentato le parole di Putin dicendo “non è una proposta di pace, ma di maggiore aggressione”. Al momento infatti le forze russe non hanno il controllo completo delle regioni citate da Putin. “E’ stato lui a occupare illegalmente il territorio ucraino e non è nella posizione di dettare all’Ucraina cosa fare” ha dichiarato il ministro della difesa statunitense Austin.

Cresce la tensione al confine tra Libano e Israele

Resta alta la tensione tra Libano e Israele. Per il terzo giorno consecutivo gli Hezbollah libanesi hanno lanciato decine di razzi verso il nord d’Israele. Le sirene d’allarme hanno suonato in più momenti per tutto il giorno.
In serata sono scoppiati altri incendi, che i vigili del fuoco stanno ancora cercando di contenere. Secondo media israeliani l’esercito avrebbe fatto richiesta di spostare uomini e forze verso il fronte nord. Un alto funzionario Hezbollah oggi ha detto che questi intensi attacchi mostrano a Israele quale sarebbe il prezzo di una guerra totale contro il Libano. Eventualità che la comunità internazionale sta cercando di scongiurare, spingendo su una de-escalation.
Anche a Gaza intanto i bombardamenti israeliani non si fermano. In particolare prosegue l’intensa operazione militare su Rafah. Secondo Hamas, proprio qui, in un raid aereo israeliano di qualche giorno fa, sarebbero stati uccisi due ostaggi. Il gruppo palestinese ha detto che nessuno ha idea di quanti siano gli ostaggi ancora in vita. Nella striscia è in continuo peggioramento anche la situazione umanitaria. Il world food programma ha lanciato l’ennesimo allarme per una carestia sempre più grave. Decine di bambini sono a rischio di morire di fame, mentre i camion con gli aiuti umanitari continuano ad essere bloccati ai check point.

Ilaria Salis è stata liberata

Ilaria Salis festeggerà lunedì il suo quarantesimo compleanno a casa.
“Vado a prenderla e me la porto a casa io” ha detto il padre Roberto prima di partire per Budapest. La lieta notizia ai famigliari è arrivata a sorpresa oggi verso mezzogiorno quando la polizia ungherese le ha tolto il braccialetto elettronico. Dopo 16 mesi di detenzione Ilaria potrà tornare in Italia.

“Sono molto contento – ha detto Roberto Salis – sto cercando di organizzare il rientro il più velocemente possibile”.

L’avvocato ungherese ha detto che l’autorità giudiziaria ungherese nelle prossime settimane potrebbe chiedere al Parlamento europeo l’autorizzazione a procedere contro l’eurodeputata, chiedendo che le venga tolta l’immunità scattata con l’elezione a Bruxelles.

Intanto oggi per Ilaria Salis è stata una giornata di ritrovata piena libertà e felicità. Sentiamo l’avvocato Eugenio Losco che l’ha sentita appena liberata

 

Altri due suicidi nelle carceri italiane

Nel penitenziario di Biella la scorsa notte un detenuto di nazionalità romena di 46 anni è stato trovato morto impiccato con una corda rudimentale legata alle inferriate della propria cella. L’altro suicidio nel carcere di Ariano Irpino, un detenuto italiano di 38 anni.

Dall’inizio dell’anno 42 detenuti si sono tolti la vita. Oggi il Consiglio d’Europa si è detto molto preoccupato per l’alto numero di suicidi nelle carceri italiane e ha chiesto al governo di intervenire urgentemente.

L’ultimo suicidio, come dicevamo, è stato nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. In Campania ci sono stati sei suicidi da gennaio.
Sentiamo il garante dei detenuti della regione Campania e portavoce nazionale dei garanti Samuele Ciambriello

 

I laureati italiani scappano all’estero

(di Massimo Alberti)
Stipendi bassi, meno occupazione: e così i laureati italiani se ne vanno all’estero. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto di Almalaurea, che evidenzia un altro problema, quello dell’ascensore sociale bloccato. Arriva alla laurea soprattutto chi è già figlio di un laureato. Almalaurea è un consorzio che si occupa di intermediazione, ricerca e selezione del personale. A partire da questo contesto, il rapporto annuale fornisce dati interessanti che fotografano la situazione di questo grado di istruzione rispetto all’occupazione, al livello salariale, all’ascensore sociale. Quest’ultimo si conferma il più preoccupante: l’Italia è la peggiore in Europa per quota di laureati: circa il 20%. Ma tra i figli di laureati, si sale a uno su tre. Uno su cinque proviene da una famiglia di imprenditori, liberi professionisti e dirigenti. Circa il 40 per cento dei laureati in Giurisprudenza e in Medicina sono figli di avvocati, magistrati, notai, medici. Insomma una laurea per eredità, che smentisce la retorica del merito, perché le condizioni di partenza che si ereditano sono determinanti. L’altra fotografia è quella del livello di occupazione; Mentre seguendo la tendenza generale del mercato, dove le aziende puntano a tenersi strette determinate competenze, aumentano i contratti a tempo indeterminato, per la prima volta da 12 anni (con l’ovvia parentesi Covid) il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è sceso di oltre un punto percentuale. E tra chi il lavoro lo trova, o meglio lo accetta, arriva il terzo problema: quello dei bassi stipendi. Un laureato in Italia guadagna fino al 60% meno che all’estero. A 5 anni dalla laurea, si sta in una forchetta media tra i 1384 e i 1768 euro. Tra le categorie gli stipendi più bassi sono degli insegnanti: 1412 euro. In questo quadro cresce il numero di chi rifiuta stipendi troppo bassi o offerte di lavoro non in linea col proprio percorso di studi. E chi può dunque, se ne va altrove. Un quadro che si integra con le difficoltà generali del paese.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Edizione di lunedì 25/11 17:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 25-11-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 25/11/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-11-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 25/11/2024 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 25-11-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 25/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 25-11-2024

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 25/11/2024

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 25-11-2024

  • PlayStop

    Playground di lunedì 25/11/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 25-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 25/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 25-11-2024

  • PlayStop

    Alessio Boni presenta "Uomini si diventa"

    Il femminicida non è un malato, ma un figlio sano del patriarcato, cresciuto in una cultura che considera la donna un essere inferiore. Da proteggere, sminuire, controllare, e nei casi più estremi, da picchiare o uccidere. In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, spesso per mano di chi dovrebbe amarla. E oltre agli omicidi, un sommerso di violenze – dal catcalling alla violenza psicologica – pesa sulle donne, mentre la società si interroga troppo poco sulle sue responsabilità. Da questa riflessione nasce il progetto ideato dal Teatro Carcano, scritto da otto autori uomini e interpretato da Alessio Boni e Omar Pedrini, un viaggio nella mente del carnefice per analizzare il retaggio culturale che alimenta la violenza di genere. Inaugurato il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo spettacolo è un atto di autocoscienza collettiva che punta a smantellare le radici patriarcali della nostra cultura. Ospite a Cult, Alessio Boni ne ha parlato con Ira Rubini.

    Clip - 25-11-2024

  • PlayStop

    Jack di lunedì 25/11/2024

    Celebriamo un venerdi carico di belle uscite approfondendo il lavoro di Kim Deal, artista della settimana, "Nobody Loves You More" e presentando i nuovi dischi di Michael Kiwanika e Father John Misty, ci colleghiamo telefonicamente con Howe Gelb che suona live a Milano stasera e parliamo del premio Ciampi con un escursus su i vincitori e l'annuncio del ricchissimo disco postumo di inediti in uscita

    Jack - 25-11-2024

  • PlayStop

    Voci Contro: chi in Israele e Palestina non si arrende alla violenza

    Una selezione di quattro interviste a cura di Martina Stefanoni. Quattro attivisti per la pace, due israeliani e due palestinesi, in Italia nell'ambito di un tour organizzato dal Movimento Nonviolento. In questa quarta intervista la protagonista è Sophia Orr, 19enne israeliana, obbiettrice di coscienza, attivista del gruppo Mesarvot, che supporta i ragazzi e le ragazze che rifiutano il servizio militare.

    Clip - 25-11-2024

  • PlayStop

    Centri per Uomini autori o potenziali autori di violenza di genere: a cosa servono e perché è importante raccontarli

    I Centri per Uomini autori o potenziali autori di violenza di genere (C.U.A.V.) sono strutture regolamentate dall'Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano che detta i requisiti minimi necessari dei centri per uomini autori di violenza domestica e di genere. Il loro obiettivo sviluppare ed attuare programmi affinché gli uomini autori di violenza sessuale e di genere riconoscano i propri fattori di rischio sottesi a comportamenti aggressivi e violenti nei confronti di donne e bambini, in modo da prevenire eventuali recidive, nonché di promuovere relazioni affettive improntate alla non violenza, alla parità e al reciproco rispetto. Oggi a Presto Presto Michela Giacchetta, autrice di "I mostri non esistono. All'origine della violenza di genere" (Fandango libri) ha ripercorso cosa sono i C.U.A.V., a cosa servono e perché è importante raccontarli.

    Clip - 25-11-2024

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 25/11/2024

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 25-11-2024

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 25/11/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali oggi ospite Veronica di @Cà Remoletto di Galbiate che ci ha raccontato la storia del Rifugio e dei suoi ospiti. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 25-11-2024

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 25/11 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-11-2024

  • PlayStop

    Cult di lunedì 25/11/2024

    Barbara Sorrentini dal Torino Film Festival e Gigio Alberti sul corto "Viola (Officine IED) in occasione della Giornata per l'Eliminazione della Violenza di Genere; Manuela Accinno sul libro e la mostra "Ugo La pietra. Il mio giardino; alla Fabbrica del Vapore la mostra fotografica "From the ashes I rose" di Rehab Eldalil; al Teatro Carcano una settimana sul tema della violenza sulle donne, a cominciare dal reading musicale "Uomini si diventa" con Alessio Boni e Omar Pedrini; la rubrica GialloCrovi a cura di Luca Crovi...

    Cult - 25-11-2024

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 25/11/2024

    Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la violenza maschile contro le donne. Pubblica ha ospitato Elena Biaggioni, vicepresidente di D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), avvocata. La responsabilità degli uomini, in primo luogo, e di società e istituzioni. I centri anti-violenza. Le dichiarazioni di Valditara su patriarcato e immigrazione. Con Alberto Leiss, giornalista, dell’associazione Maschile Plurale, Pubblica è andata a Parigi per raccontare la storia del collettivo femminista “Nous sommes” (Noi siamo) che organizza incontri di discussione sulla maschilità tossica con gruppi di uomini. “Questo circolo di ascolto – dicono le organizzatrici - ha una dimensione militante e politica, non terapeutica”.

    Pubblica - 25-11-2024

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 25/11/2024

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 25-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 25/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 25-11-2024

  • PlayStop

    HANS TUZZI - COLUI CHE E' NELL'OMBRA

    HANS TUZZI - COLUI CHE E' NELL'OMBRA - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 25-11-2024

Adesso in diretta