Il racconto della giornata di sabato 17 settembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La campagna elettorale entra nell’ultima settimana, mentre il tema dell’aborto resta molto presente nel dibattito pubblico. Nelle Marche, intanto, la situazione meteo è migliorata e i soccorsi sono tornati a procedere a pieno regime. La perizia sulla tragedia del Mottarone parla chiaro: la fune che si è spezzata mostrava chiari segni di degrado anche prima della rottura e dei controlli fatti in modo corretto lo avrebbero rilevato. Per le strade di Belgrado, anche se con un percorso ridotto, ha sfilato il corteo dell’Europride. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
L’ultima settimana di campagna elettorale
La campagna elettorale entra nell’ultima settimana. Domani un doppio appuntamento in Lombardia, con il raduno di Pontida della Lega e il PD che risponde da Monza con Letta che incontrerà i sindaci del Nord.
Intanto il tema dell’aborto, resta molto presente, anche dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni. L’ultima, ieri sera in TV:
Il direttore di Radio Popolare Sandro Gilioli:
Ai nostri microfoni, ospite questa mattina di Michele Migone a Itaca, il ministro della salute Speranza attacca: “Meloni sull’aborto è ambigua”.
Soccorsi a pieno regime nelle Marche
Si temevano nuovi allagamenti con le piogge del primo pomeriggio, ma i soccorsi sono tornati a procedere a pieno regime appena la situazione meteo è migliorata. Nelle Marche continuano i lavori per ripulire le aree alluvionate dai nubifragi di giovedì sera.
I morti accertati sono per il momento 11, due persone risultano ancora disperse, un bambino di 8 anni e una donna di 56. Centinaia gli sfollati costretti a lasciare le loro case.
La maggior parte delle persone evacuate sono a Senigallia, il comune più grande tra quelli colpiti, dove è esondato il fiume Misa e in caso di nuova piena si teme che possano esserci altri danni.
Qui abbiamo raggiunto Carlo Leone, giornalista freelance che vive e lavora a Senigallia:
Insieme a Senigallia, ai paesi di Ostra e Cantiano, uno dei comuni travolti è stato anche quello di Barbara, nell’anconetano. Riccardo Pasqualini è il sindaco di Barbara:
La perizia sulla tragedia della funivia del Mottarone
(di Luca Parena)
Millecinquecento pagine di relazione, una valutazione finale: la fune che si è spezzata nella strage del Mottarone mostrava chiari segni di degrado anche prima della rottura, dei controlli fatti in modo corretto lo avrebbero rilevato.
Le perizie consegnate al Tribunale di Verbania dagli ingegneri incaricati sembrano chiare: delle centinaia di trefoli che costituivano il cavo d’acciaio della fune traente, circa due fili su tre erano già danneggiati, ma nessuno se ne accorse. Nei mesi prima del 23 maggio 2021, non sono segnati controlli in nessun registro.
Per legge, la “testa fusa”, il dispositivo che aggancia la cabina alla fune traente, una delle parti più delicate della funivia, va sostituita ogni 5 anni. La scadenza sarebbe stata sei mesi dopo l’incidente, nell’ottobre 2021, ma nel frattempo delle analisi periodiche dovevano verificare la sicurezza dell’impianto. Secondo i periti, se fossero state fatte “ci si sarebbe accorti anche di un solo filo rotto”.
Quasi un anno e mezzo fa, sull’onda emotiva provocata dalla morte di 14 persone, in una domenica di sole e ripresa dopo le chiusure per la pandemia, non si escludevano nemmeno le ipotesi più improbabili: un malfunzionamento, un guasto improvviso, addirittura i danni provocati da un fulmine, durante il temporale della sera precedente. La realtà sembra molto più banale e terribile, fatta di negligenza e decisioni colpevoli. Come quella confessata dal caposervizio della funivia, Gabriele Tadini, di inserire i forchettoni per evitare un blocco ripetuto della funivia. Così furono disattivati i freni di emergenza che avrebbero impedito alla cabina numero 3 di precipitare anche in caso di rottura della fune. Di queste scelte, dovrà rispondere insieme ad altre undici persone indagate. Il processo andrà avanti il mese prossimo.
L’orgoglio LGBTQ sfila per le strade di Belgrado per l’Europride
A Belgrado si è svolto il corteo dell’Europride. Ci sono stati degli incidenti con manifestanti di estrema destra che hanno insultato e tentato di aggredire giornalisti e attivisti Lgbt. La polizia è intervenuta, ha fermato una trentina di persone. Il corteo comunque ha potuto sfilare, sebbene con un percorso ridotto rispetto al programma iniziale. La giornata si è poi chiusa con un concerto. A sostegno della manifestazione si è schierata la premier serba Ana Brnabic che ha voluto rassicurare sul rispetto dei valori democratici e dei diritti individuali da parte del suo Paese.”Questa è la vera immagine di Belgrado e della Serbia.
La Serbia è una società aperta e libera nella quale tutti sono benvenuti, e questo lo vogliamo mostrare anche nei prossimi anni”, ha detto la premier parlando a una delegazione dell’Unione Europea di cui la Serbia è candidata all’ingresso.
L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
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