Approfondimenti

Le celebrazioni del 1° Maggio, il buon ritmo della campagna vaccinale e le altre notizie della giornata

Mattarella primo maggio ANSA

Il racconto della giornata di sabato 1° maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le celebrazioni della Festa dei Lavoratori puntano sul valore catartico del lavoro in cbiave anti-crisi pandemica, intanto nel Mediterraneo proseguono le traversate dei migranti che, spesso, sfuggiti agli aguzzini libici, finiscono in balia delle onde su barche inadeguate. Il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan è reale, ma il Paese, logorato da decenni di guerra, è ancora fortemente instabile  Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID e delle vaccinazioni in Italia

Primo Maggio, per Mattarella sarà il lavoro a portarci fuori dall’emergenza coronavirus

“La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro e sarà il lavoro a portare fuori il Paese da questa emergenza”. Le parole del presidente della Repubblica Mattarella per la giornata del primo maggio sono state un ringraziamento ai lavoratori, forza trainante del paese nel momento della crisi.

Lo ha detto anche il segretario della Cgil Landini: “Il Paese è stato salvato dai lavoratori, sono loro ad aver permesso di potere oggi ragionare sull’uscita dalla pandemia”.
I sindacati confederali nella giornata del primo maggio sono tornati a chiedere di rinnovare il blocco dei licenziamenti, che scade a fine giugno per decisione del Governo.
Per lunedì è attesa una convocazione dei sindacati da parte dell’esecutivo, per riprendere il confronto sul Recovery Plan. “Da quel piano deve uscire nuovo lavoro per i giovani e per le donne, ha detto ancora Landini, e non precario”.
Radio Popolare oggi ha dedicato buona parte della sua programmazione al tema del lavoro. Il lavoro perduto, il lavoro comunque, in tutti i casi, cambiato. Qualche storia di ascoltatori e ascoltatrici…

In tutta Europa il lavoro è cambiato nell’anno e mezzo della pandemia da Covid 19. Dal Regno Unito il racconto del nostro collaboratore Daniele Fisichella:

Ore di paura per due barche di migranti in difficoltà nel Mediterraneo

Oltre 200 migranti in mare, nel Mediterraneo, sono in pericolo in queste ore e chiedono soccorso. Lo scrive l’ONG Alarm Phone su Twitter. “Ieri notte ci hanno chiamato 125 persone in pericolo su un gommone, dice l’associazione, chiedevano soccorso ma non abbiamo ricevuto una posizione Gps accurata. Abbiamo allertato tutte le autorità e richiesto una ricerca urgente”. In un secondo tweet la stessa Alarm Phone aggiunge: “Una seconda barca con 105 persone è in pericolo nella zona di soccorso di competenza di Malta. Le persone hanno detto di essere in mare da tre giorni e che il loro motore non funziona. Chiedono urgentemente aiuto.
 L’ONG conclude facendo sapere di aver allertato le guardie costiere maltese e italiana chiedendo soccorso urgente”.

Intanto oggi un’altra ONG, Sea Watch, ha pubblicato un video in cui si vede personale della guardia costiera libica prendere a bastonate i migranti intercettati su un barcone, migranti costretti poi a ritornare da dove venivano.
In questa situazione Matteo Salvini ha dichiarato di essersi lamentato con il presidente Draghi perché stamattina a Lampedusa sono arrivati alcuni barchini con oltre 500 migranti a bordo. “Questi sbarchi sono inaccettabili, avrebbe detto a Draghi, bisogna bloccarli”

Gli Usa si ritirano lasciando un Afghanistan tutt’altro che stabile

(di Emanuele Valenti)

Queste ore dovrebbero segnare l’inizio della fine dell’avventura americana in Afghanistan, cominciata quasi 20 anni fa. La guerra più lunga per gli Stati Uniti.

Le violenze però sono in aumento ormai da settimane e difficilmente la situazione migliorerà nel breve periodo.

Oltretutto nei mesi scorsi i Taleban non si sarebbero solo astenuti dall’attaccare le forze straniere – Stati Uniti e NATO, in tutto circa 10mila uomini – ma avrebbero anche protetto le loro basi dalle altre organizzazioni armate sulla base di un accordo segreto con Trump. Lo scrive l’agenzia Reuters citando fonti diplomatiche occidentali.
Ora i Taleban dicono che quell’accordo non vale più, visto che il ritiro non è terminato entro il primo maggio, come aveva promesso l’ex-presidente americano.

Anche sul fronte diplomatico la situazione è di stallo.

Il negoziato Taleban-governo di Kabul è fermo.

Il presidente Ghani ha detto che dopo il ritiro internazionale i Taleban, che da tempo parlano con gli occidentali, non avranno più motivo di proseguire la guerra.

E Washington ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno fatto in modo che il paese non diventi più la base di gruppi radicali pronti ad attaccare l’Occidente.

In realtà non c’è nulla di certo.

Gli americani lasciano l’Afghanistan senza aver vinto la guerra e non ci sono garanzie sulla capacità delle autorità locali di governare il paese in sicurezza. Così come c’è un grosso punto interrogativo sulle reali intenzioni, militari ma anche politiche, dei Taleban.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 e delle vaccinazioni in Italia

Calano i numeri della pandemia, mentre salgono quelli della campagna vaccinale.

I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 12.965, con un tasso di positività al 3.4%. Le vittime sono state 226, le terapie intensive sono calate di 61 mentre le persone ricoverate nei reparti ordinari sono 559 meno del giorno prima.

La campagna vaccinale intanto ha raggiunto con oggi oltre 20 milioni di italiani.  14 con la prima dose e 6 anche con il richiamo. Per il secondo giorno consecutivo è stato centrato l’obiettivo di mezzo milione di vaccinazioni al giorno. La velocità è essenziale proprio in questa fase in cui il Paese riapre e i contagi sono destinati a risalire.

In un’intervista oggi a Repubblica il commissario Figliuolo ha dichiarato che il piano vaccinale verrà modificato non appena sarà coperta la fascia di popolazione oltre i 65 anni. Potrebbe saltare il criterio anagrafico, partirebbero le vaccinazioni nelle aziende e sarebbe possibile fare l’iniezione in farmacia. Ancora non si può dire, però, quando finiranno le vaccinazioni dei cittadini con oltre 65 anni. 

Intanto da oggi in Lombardia sono aperte le prenotazioni per il vaccino per i fragili, cioè i cittadini con esenzione, tra i 16 e i 49 anni.

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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