Il racconto della giornata di sabato 1 aprile 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La Russa si scusa per le sue parole sull’attentato di via Rasella, ma non troppo. “”Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio.” Abbiamo sentito il presidente dell’Anpi Pagliarulo: “Un garbuglio di parole che non ha smentito nulla”. Oggi le piazze di Milano si sono riempite a difesa della sanità pubblica e contro la deregulation degli appalti. Da oggi Mosca detiene la presidenza del Consiglio di sicurezza. Un avvicendamento previsto, che fa parte della rotazione stabilita. La Russia è uno dei cinque membri permanenti del consiglio, con diritto di veto. Liquido nero nella fontana di piazza di Spagna a Roma, la Barcaccia del Bernini. Lo hanno versato tre attivisti per l’ambiente.
Su via Rasella La Russa si scusa, ma non troppo
Una marcia indietro più evidente nella forma che non nella sostanza.
E’ quella fatta oggi dal presidente del Senato La Russa dopo le dichiarazioni di ieri a Libero, l’ultimo tentativo di questa destra di delegittimare la Resistenza e relativizzare il fascismo.
Sul sito del senato La Russa oggi ha postato un comunicato di 13 righe dal titolo: “Resistenza: La Russa, mi scuso con chi si è sentito offeso dalle mie parole”.
“Ho sbagliato – scrive la Russa – a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti”. Ieri li aveva definiti musicisti, semi-pensionati.
Sull’attacco partigiano di via Rasella contro i militari nazisti della Bozen, La Russa ha invece ribadito il giudizio espresso ieri: “non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana”, ha scritto oggi nel comunicato. L’obiettivo è quello di negare il contesto di allora, marzo 1944: la guerra partigiana contro l’occupante nazista e le milizie fasciste repubblichine.
A Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, abbiamo chiesto se il comunicato di La Russa basta a cambiare il giudizio sul presidente del Senato?
Diverse le reazioni politiche, oggi, tutte dall’opposizione, mentre la presidente del consiglio Meloni anche oggi ha preferito il silenzio sul caso La Russa.
A Gianfranco Pasquino, professore emerito di scienza politica, abbiamo chiesto perchè La Russa oggi ha scritto quel comunicato?
La manifestazione in difesa della sanità pubblica
(di Alessandro Braga)
Alcune migliaia di persone, 5mila secondo gli organizzatori, sono scese in piazza oggi a difesa della sanità pubblica. “Sani come un pesce”, il titolo della manifestazione, che ha giocato sulla data di oggi, primo aprile, per ribadire che il diritto costituzionale alla cura per tutti e tutte non è uno scherzo. C’erano le associazioni di categoria c’erano i partiti dell’opposizione, a livello nazionale e regionale, c’erano medici e operatori di settore in piazza duomo. Uomini e donne che tutti i giorni, nel loro lavoro quotidiano, vivono le difficoltà del servizio sanitario. Tra le tante persone in piazza i racconti delle criticità di tutti i giorni. C’è la donna che per una mammografia deve aspettare mesi, c’è il diabetico che fa fatica a fare i controlli, c’è chi per una visita urologica si vede rimbalzare per mesi. A meno che lo sottolineano tutti, non paghi. Allora la visita, il ricovero, magicamente diventa disponibile dopo pochi giorni. In una discriminazione palese tra cittadini di serie A e di serie B. Dal palco il fil rouge degli interventi è la difesa dell’articolo 33 della costituzione, che sancisce il diritto alla cura per tutti e tutte. Dalla piazza di oggi, dicono dal palco, deve partire una mobilitazione diffusa e continua. Altrimenti la strada della privatizzazione resterà segnata a lungo.
La mobilitazione dei lavoratori edili
(di Raffaele Liguori)
Mobilitazione dei lavoratori edili, oggi, in diverse città italiane. Le manifestazioni sono state indette da Cgil e Uil. A Roma, in piazza, c’era il leader della Cgil Landini: “con oggi parte il percorso verso una mobilitazione generale”. Landini vuole proporre agli altri sindacati confederali una piattaforma che comprenda fisco, sanità, pensioni e sicurezza.
Ed è proprio la sicurezza nei cantieri uno dei temi centrali della protesta di oggi dei lavoratori edili che va a sommarsi con la crisi provocata dal taglio del superbonus e con gli effetti negativi attesi con le nuove norme del codice degli appalti.
Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea-Cgil al microfono di Omar Caniello
Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pesa anche il progetto del governo sugli ispettorati. In pratica l’esecutivo vorrebbe cancellare la loro autonomia per trasferirli direttamente alle dipendenze del ministero del lavoro. Non solo. Nel futuro assetto un ruolo chiave lo avrebbero i consulenti delle imprese, il cui organismo di rappresentanza oggi è guidato dal marito della ministra Calderone, facendo così emergere un conflitto di interessi. Bruno Giordano, magistrato, ex direttore dell’ispettorato del lavoro appena sostituito dal governo Meloni
Il governo Meloni vuole smantellare l’ispettorato nazionale del lavoro come organismo autonomo
(di Massimo Alberti)
Nel Paese dove ogni giorno muoiono 3 persone sul lavoro, il governo Meloni allenta i controlli. Nei piani del governo sul lavoro, tra ritorno dei voucher e deregolamentazione dei contratti a tempo, c’è una questione di cui si parla meno, eppure è molto grave. E’ lo smantellamento dell’ispettorato nazionale come organismo autonomo, da portare invece sotto le dipendenze del ministero del lavoro, in un prossimo decreto sul riordino dei ministeri. E non solo, affidando un ruolo chiave ai consulenti delle imprese, guidati oggi dal marito della ministra Calderone. Insomma un depotenziamento dei controlli e un possibile conflitto di interesse. Tra le associazioni che si occupano di sicurezza sul lavoro, tra i sindacati, tra gli ispettori c’è forte preoccupazione.
Il piano intende portare l’ispettorato nazionale del lavoro alle dipendenze del ministero, non più quindi come organismo autonomo. Stracciando il progetto, mai finanziato e partito, di un ispettorato unico potenziato che unificasse i vari pezzi di controllo: inps, inail, asl, tutti sotto organico. Le associazioni di familiari di vittime del lavoro, gli ispettori, si stanno muovendo anche con raccolte firme. La deputata PD Gribaudo aveva presentato un’interpellanza sul rischio che la scelta compromettesse l’indipendenza dell’attività ispettiva. I sindacati chiedono da mesi chiarimenti. L’idea infatti era nota da tempo. Ma questi dubbi,ora,trovano riscontro in un altra novità. L’ispettorato infatti ha firmato un protocollo d’Intesa con il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, che potranno rilasciare una sorta di certificato di sicurezza alle imprese che finirebbero così in coda alla lista dei controlli. C’è però un problema: la ministra del lavoro Marina Calderone è l’ex presidente dei consulenti, ed il suo posto è stato preso dal marito. In pratica, l’ispettorato controllato dalla ministra, deciderà se ispezionare o meno un’azienda anche sulla base di una consulenza pagata dall’azienda ai membri dell’ente guidato dal marito rosario De Luca. Non solo: i consulenti entreranno nel centro studi sull’attività ispettiva e potranno svolgere insieme agli ispettori i controlli “con la minor turbativa possibile alla produzione”.
Il sottosegretario al ministero del lavoro Durigon parla di “campagna denigratoria”, ma le opposizioni attaccano: Gribaudo e orlando del PD parlano di scelta inaccettabile, Grimaldi di Avs chiede che la ministra Calderone riferisca in aula, il segretario della CGIL Landini chiede il ritiro dei protocolli.
Che potrebbero spiegare anche un’altra scelta del governo: la prima testa in assoluto saltata a novembre, era stato infatti il direttore dell’ispettorato, Bruno Giordano, sostituito da Paolo Pennesi, già direttore fino al 2018 e da sempre favorevole a questo progetto. E che oggi commenta questo progetto come “un modo per controllare i controllori”. “Non disturberemo chi produce”, aveva detto Meloni nel suo primo discorso da presidente del consiglio. Evidentemente anche a costo della sicurezza di chi lavora.
Il liquido nero nella Barcaccia del Bernini
Liquido nero nella fontana di piazza di Spagna a Roma, la Barcaccia del Bernini. Lo hanno versato tre attivisti per l’ambiente. “Se vedere quest’acqua nera vi sconvolge è perché, come noi, riconoscete quanto sia prezioso quello che stiamo perdendo. C’è un solo modo per frenare questa corsa verso il suicidio collettivo: interrompere le emissioni legate ai combustibili fossili”. Questa la spiegazione e la rivendicazione del gesto compiuto dagli attivisti di Ultima generazione. Il comunicato spiega anche che il liquido versato è a base di carbone vegetale. I vigili li hanno fatti uscire dalla fontana e i tre sono stati segnalati per danneggiamenti. Sul posto è poi arrivato il sindaco di Roma Gualtieri. La fontana è stata svuotata e ripulita, il timore – ha spiegato Gualtieri – è che il travertino assorba il liquido nero. E intervenuto anche il ministro della cultura Sangiuliano. “È ora di dire basta: siamo davanti ad una sistematica azione di vandalismo del nostro patrimonio artistico e culturale che non c’entra assolutamente nulla con la tutela dell’ambiente”.
La presidenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu tocca a Mosca
(di Alessandro Principe)
“La presidenza russa del Consiglio di Sicurezza dell’Onu è uno schiaffo in faccia alla comunità internazionale”. Lo twitta il ministro ucraino degli Esteri Kuleba. “Esorto gli attuali membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a contrastare qualsiasi tentativo russo di abusare della sua presidenza”, ha aggiunto.
Da oggi Mosca detiene la presidenza del Consiglio di sicurezza. Un avvicendamento previsto, che fa parte della rotazione stabilita. La Russia è uno dei cinque membri permanenti del consiglio, con diritto di veto. Ma che non può non suscitare reazioni vista la situazione. Oltre a quella di Kiev, attesa, c’è quella della Finalndia. “La guerra di aggressione della Russia, che assumerà oggi la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, intacca la credibilità del Consiglio stesso”, ha affermato l’ambasciatrice finlandese alle Nazioni Unite. Ne abbiamo parlato con Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionali all’università statale di Milano