Il racconto della giornata di mercoledì 16 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. All’indomani della notte che ha fatto tremare il mondo, Zelensky ha ribadito la richiesta alla Nato di chiudere i cieli sopra l’Ucraina, ma anche stavolta la risposta è stata negativa. Lontana migliaia di chilometri dalla propaganda dell’alleato Salvini e le sue ambiguità nei rapporti con la Russia di Putin, Giorgia Meloni cerca e ottiene di stare al centro della scena al G20. In Italia, intanto, è ancora scontro tra il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e le navi delle Ong che effettuano salvataggi nel Mediterraneo.
Zelensky chiede alla Nato di chiudere i cieli sopra l’Ucraina
Nel pomeriggio Zelensky ha ribadito che il missile caduto in Polonia non è ucraino e ha aggiunto di aver ricevuto rapporti dal comando delle forze armate e dell’aeronautica che lo confermano.
Il presidente Ucraino ha poi affermato che il suo paese avrebbe dovuto essere autorizzato a ispezionare il luogo dell’incidente. In serata il governo di Kiev, attraverso il consigliere del presidente, Podliyak, è tornato a chiedere agli alleati occidentali di “chiudere i cieli” sopra l’Ucraina.
“Escludiamo una no fly zone, non siamo parte del conflitto” la risposta della Nato. E poco fa il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale di Washington Adrienne Watson, ha dichiarato: “Al momento gli Stati Uniti non hanno raccolto nessuna prova che contraddica la valutazione preliminare del presidente Duda secondo cui il missile esploso in Polonia era ucraino”.
La ricostruzione delle dodici ore che hanno fatto tremare il mondo
La pioggia di bombe russe, la contraerea ucraina che risponde e manda per sbaglio un missile in Polonia, Zelensky che accusa subito Mosca, la tensione che va alle stelle, poi il governo di Varsavia che frena e alla fine Biden che dice “sono stati gli Ucraini”, impedendo così l’escalation . Ricostruita minuto per minuto la notte più rischiosa per l’Europa dall’inizio della guerra .
(di Omar Caniello)
Sono passate da poco le 18.30 quando un reporter della polacca Radio Zet, per primo dà la notizia di “due missili russi” caduti sul suolo polacco in un villaggio a 10 km dal confine Ucraino. Circa un’ora dopo sia la tedesca Bild che l’americana Ap, che cita un funzionario dell’intelligence statunitense, confermano la notizia e parlano di due vittime. Ad essere colpito un sito dove si stoccavano cereali, aggiungono i media polacchi citando i vigili del fuoco arrivati sul posto. Dalle 20 in poi gli eventi si susseguono in modo frenetico.
Il governo polacco convoca una riunione di emergenza per le 21, la vicina Estonia con il suo ministro degli esteri afferma “di essere pronta a difendere ogni centimetro di territorio della Nato”. I media polacchi poco dopo parlano di resti di un missile russo forse abbattuto dalla contraerea ucraina. La prima reazione di Mosca è affidata la ministero della difesa che nega e parla in modo generico di provocazione mirata all’escalation del conflitto.
Sono circa le 21.30 quando Zelensky dichiara che l’attacco al territorio della Nato “è un’escalation molto significativa ed è necessario agire”. Circa 15 minuti dopo su Twitter Podoliak, consigliere del presidente ucraino, scrive che gli attacchi sul territorio polacco sono stati pianificati da Mosca. Attorno alle 22 Kiev chiede un immediato vertice della Nato.
Circa 20 minuti dopo il presidente polacco Duda, dopo aver parlato con il numero uno della Nato, Stoltenberg, afferma di star valutando l’attivazione dell’articolo 4 dell’Alleanza Atlantica e poco dopo Varsavia mette in stato di allerta il suo esercito.
Trascorrano circa due ore e mezza di tensione estrema, poi alle 22.30 la Gran Bretagna afferma che il missile caduto in Polonia è un S-300 in uso sia da parte russa che da parte delle forze ucraine come arma di difesa anti-aerea.
Alle 23.00 Kiev nega che si tratti di un suo missile ad aver colpito il territorio polacco e accusa nuovamente Mosca. All’una di notte Varsavia dichiara per la prima volta che non ci sono “prove inequivocabili” su chi ha sparato il missile in territorio polacco. Alle 3.00 del mattino a frenare ogni possibile escalation del conflitto è il Presidente degli Stati Uniti Biden “È improbabile – dice – che il missile che è caduto in Polonia sia partito dalla Russia.
Quello che è accaduto la notte scorsa dimostra ancora una volta i rischi di un’escalation del conflitto. Come ci spiega Mara Morini, docente di scienze politiche a Genova ed esperta di est europeo:
Giorgia Meloni al centro della scena al G20
(di Anna Bredice)
Lontana migliaia di chilometri dalla propaganda dell’alleato Salvini e le sue ambiguità nei rapporti con la Russia di Putin, Giorgia Meloni cerca e ottiene di stare al centro della scena al G20, non solo perché è l’unica leader donna, quanto perché sul conflitto tra Russia e Ucraina afferma tutto il suo appoggio alle ragioni ucraine anche dopo il missile in terra polacca. “La responsabilità dell’aggressione, ha detto Giorgia Meloni, è della Russia, anche se si trattasse di un missile della contraerea ucraina”. Più volte ha ribadito l’appoggio all’Ucraina, condividendo la necessità dell’invio di armi a Kiev per difendersi e su questo tema non cerca compromessi con l’alleato più recalcitrante, cioè il leader della Lega. Nelle prossime settimane ci sarà un nuovo invio di armi, Conte oggi ha presentato una mozione per discuterne in Parlamento e lì, probabilmente, emergeranno i distinguo di Salvino oltre che le divisioni nell’opposizione.
La guerra in Ucraina è stato uno degli argomenti più importanti al G20, ma Giorgia Meloni è apparsa più interessata a cercare alleanze e ad accreditarsi altrove: con gli Stati Uniti, in questi giorni ha più volte sottolineato l’incontro con Biden con cui ha parlato di un possibile accordo per la fornitura di gas, in sostanza ciò che non trova in Europa fa capire di cercarlo oltreoceano. In ultimo c’è stato anche l’incontro con il presidente cinese. Quindi è vero solo a metà che il G20 non è stata l’occasione per colloqui bilaterali, ci sono anche stati, ma con due leader non europei. Con Macron per ora rimane una sorta di gelo, nonostante il tentativo di Mattarella di appianare le divergenze nate dal respingimento della nave della Ong. I due non hanno mai avuto nessun colloquio al summit di Bali.
Piantedosi di nuovo all’attacco delle Ong
In un’informativa urgente oggi al Senato, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è espresso sulla questione della gestione dei flussi migratori e sullo scontro con la Francia. Il capo del Viminale ha detto che sull’immigrazione l’Italia deve “agire con fermezza”, che in Italia non si entra illegalmente e che la presenza delle ONG nel Mediterraneo è fattore di attrazione per i flussi migratori.
A Palazzo Madama Piantedosi ha inoltre accusato la nave Ocean Viking, al centro del recente caso diplomatico tra Roma e Parigi, di aver preso autonomamente la decisione di dirigersi verso la Francia. Un’accusa smentita dalla stessa ONG, che in giornata ha rilasciato un comunicato sottolineando che la scelta di approdare in Francia è stata dettata dal rifiuto dell’Italia di concedere un porto sicuro alla nave di soccorso. Ai nostri microfoni ha parlato Francesco Creazzo di Ocean Viking: