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Ilaria Salis uscirà dal carcere, lo stallo degli aiuti a Gaza e le altre notizie della giornata

Ilaria Salis 28 marzo 2024

Il racconto della giornata di mercoledì 15 maggio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Ilaria Salis uscirà dal carcere: il ricorso è stato accolto e l’attivista detenuta in Ungheria potrà andare agli arresti domiciliari a Budapest. Almeno 12 persone sono state uccise da un attacco israeliano su Gaza City secondo fonti di Al Jazeera. Il segretario di Stato Americano Blinken ha aperto all’uso di armi americane contro il territorio russo. Chiuse le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin: Filippo Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Il premier slovacco Robert Fico lotta tra la vita e la morte dopo esser stato colpito da più colpi di pistola mentre partecipava a un’iniziativa elettorale. La prima giornata del Festival di Cannes 2024.

Ilaria Salis andrà ai domiciliari a Budapest

Ilaria Salis uscirà dal carcere. Il ricorso è stato accolto e l’attivista detenuta in Ungheria potrà andare agli arresti domiciliari a Budapest. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.
Ilaria Salis è accusata di aver aggredito due militanti i estrema destra ed è in cella da 15 mesi. È candidata alle elezioni europee dall’Alleanza Verdi Sinistra.
“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: queste le prime parole del padre, Roberto Salis che ha aggiunto: “Finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”. E la prossima mossa dei suoi difensori sarà proprio quella di chiedere che possa tornare in Italia. Eugenio Losco, avvocato di Ilaria Salis:


 

Gli aiuti a Gaza non entrano da 9 giorni

Almeno 12 persone sono state uccise da un attacco israeliano su Gaza City. Lo riferisce Al Jazeera. Ad essere colpite decine di civili che si erano radunati vicino ad un punto internet. “Le nostre forze stanno combattendo in tutta la Striscia di Gaza. Lo facciamo evacuando la popolazione civile e adempiendo al nostro impegno nei confronti dei loro bisogni umanitari”, ha detto oggi il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che non ci sarà nessuna catastrofe umanitaria a Rafah. Nelle ultime 24 ore sono oltre 80 le vittime palestinesi. Da 9 giorni nella Striscia non entrano aiuti. Decine di camion con cibo e medicinali sono bloccati al valico di Rafah da Israele, ha denunciato la Mezzaluna Rossa. Serena Baldini della Ong Vento di Terra:


 

Blinken apre all’uso di armi statunitensi contro il territorio russo

Oggi Kiev ha ammesso di essere stato costretto a ritirarsi da alcune zone della regione di Kharkiv e ad evacuare circa 8mila persone a causa dell’avanzata russa. Mosca ha annunciato la conquista di una serie di villaggi sul fronte nord-orientale e nella regione di Zaporizhia.
Zelensky ha annullato tutti gli impegni programmati all’estero nei prossimi giorni. Questa mattina il segretario di Stato Americano Blinken, in visita a Kiev, per la prima volta ha aperto all’uso di armi americane contro il territorio russo. “L’Ucraina – ha detto – può decidere da sola se colpire il territorio russo con armi americane”. Il nostro collaboratore Sabato Angeri:


 

Filippo Turetta rischia l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta “aveva pianificato nel dettaglio l’omicidio di Giulia Cecchettin, compreso l’occultamento del cadavere, e la sua fuga”: è la conclusione del pubblico ministero che oggi ha notificato all’imputato la chiusura delle indagini. Il capo d’imputazione formulato dalla Procura nei confronti di Filippo Turetta è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Se verrà condannato, Turetta rischia l’ergastolo.

Attentato al primo ministro slovacco Robert Fico

Il premier slovacco Robert Fico lotta tra la vita e la morte. Oggi è stato colpito da più colpi di pistola mentre partecipava a un’iniziativa elettorale. Un attentato, di cui non si sa ancora la matrice, ma che scuote l’Europa, a tre settimane dal voto.
L’attentato al primo ministro è avvenuto nella cittadina di Handlova. Fico era in piazza e stava incontrando i rappresentanti locali del suo partito. Tra la folla, l’uomo con la pistola, che si è avvicinato e ha aperto il fuoco. Subito dopo è stato fermato, mentre Fico veniva soccorso. Avrebbe 71 anni, ma non si sa nient’altro di lui.
L’attentato arriva a tre settimane dalle Europee. E da Bruxelles sono immediatamente arrivate le prime reazioni. A Bruxelles abbiamo raggiunto Jacopo Barigazzi, giornalista di Politico.eu:

La situazione politica della Slovacchia era già molto tesa, con le opposizioni in piazza, le accuse a Fico di voler imbavagliare i media e di guardare più a Mosca che a Bruxelles. Ora bisogna capire che reazioni ci saranno nell’opinione pubblica e nella scena politica slovacca. Lorenzo Berardi, giornalista, lavora a Varsavia ed è tra i fondatori di Zentrum Report:

(di Chawki Senouci)
È davvero difficile inquadrare la figura di Robert Fico sul piano internazionale, perché è un insieme di tante cose spesso in contraddizione tra di loro. Al contrario di Orban, Fico non ha mai minacciato di porre il veto sulle decisioni dell’UE e della Nato. È amico di Putin, è contrario all’invio di armi a Kiev, ma continua a mandare aiuti alla popolazione civile.
Sul piano interno è tutta un’altra storia. Ha trasformato i suoi governi in comitati d’affari composti da oligarchi, politici e funzionari corrotti e faccendieri legati alle mafie.
Il caso che racconta meglio il sistema Fico è l’assassinio il 21 febbraio 2018 del giornalista Jan Kuciak e della fidanzata Martina Kušnírová. Due giorni dopo, il premier slovacco va in TV e mette su un tavolo una pila di banconote: “Davanti a me c’è un milione di euro. Questa ricompensa andrà a chi avrà il coraggio di fare i nomi degli autori e dei mandanti di questo crimine”. La scena provoca un’ondata di indignazione e di manifestazioni oceaniche a Bratislava e in tutto il paese. Un mese presenta le dimissioni.
Ora sappiamo che il giornalista Jan Kuciak fu assassinato perché indagava sui legami tra gli uomini di Fico e la Ndrangheta. 130 di loro furono arrestati e condannati per vari reati di corruzione. Dopo 5 anni lontano dai palazzi, Fico è tornato sei mesi fa a governare la Slovacchia. Come primo atto ha abolito l’Ufficio del Procuratore Speciale, che coordinava le inchieste sulle sue vicende. Un mese fa ha costretto alle dimissioni i due PM dell’indagine sull’omicidio Kuciak. Stava lavorando una legge bavaglio per la stampa e per la TV di Stato.

La prima giornata del Festival di Cannes 2024

(di Barbara Sorrentini)

Tanto rumore per un inizio tranquillo di Cannes 77. Niente proteste sul red carpet, qualche riferimento ai risultati positivi ottenuti dal movimento #metoo nel discorso di apertura. E poi la consegna della Palma d’Onore a Meryl Streepe la presentazione della giuria molto femminile, presieduta da Greta Gerwig e con Pierfrancesco Favino, tra gli altri. Il primo film di questa edizione è “Le deuxieme act” di Quentin Dupieux, regista di culto e geniale, molto prolifico e amato in Francia. Ingiustamente poco conosciuto in Italia se non per i surreali “Mandiboules” e “Yannick”. In questo suo ultimo lavoro, in concorso, Dupieux si scatena con un film nel film puntando il dito sui disastri che potrebbe compiere l’intelligenza artificiale se dovesse dirigere un film. Facendo sfoggio di lunghi piani sequenza, con protagonisti eccellenti: Lea Seydoux, Louis Garrel, Vincent Lindon, Raphaël Quenard e Manuel Guillot Dupieux fa bella mostra, forse un po’ illudendosi, di quanto sia ancora importante che dietro alle opere ci sia un talento umano.

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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