Approfondimenti

La corsa contro il tempo per una tregua a Gaza, lo scontro istituzionale sull’inchiesta di Perugia e le altre notizie della giornata

gaza ANSA

Il racconto della giornata di martedì 5 marzo 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dall’Egitto, dove sono in corso i colloqui tra Hamas e i mediatori, non arrivano buone notizie, il dialogo tra le parti sembra giunto ad una fase di stallo. Anche Giorgia Meloni ha detto la sua sull’inchiesta sul presunto dossieraggio a Perugia . La Corte penale internazionale ha emesso 2 mandati di arresto nei confronti di alti ufficiali russi per crimi di guerra e contro l’umanità. Il tribunale di Padova ha dato ragione alle mamme arcobaleno: gli atti di nascita dei loro bambini non possono essere cancellati. Dopo le reazioni che ha suscitato, Donatella Di Cesare ha rimosso il post di commemorazione della brigatista Barbara Balzerani. Il Consiglio di Amministrazione di Errepi Spa ha nominato Lorenza Ghidini direttrice editoriale di Radio Popolare.

Lo stallo dei negoziati per il cessate il fuoco in Medio Oriente

“Se non ci sarà una tregua a Gaza entro il Ramadan sarà molto pericoloso”. Sono parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden parlando ai giornalisti da Camp David, mentre dall’Egitto, dove sono in corso i colloqui con Hamas e i mediatori, non arrivano buone notizie. Poco fa Il Cairo ha detto che le trattative continuano, e che domani ci sarà un nuovo round, ma il dialogo tra le parti sembra ad una fase di stallo.

(di Martina Stefanoni)
Potremmo definirlo un dialogo tra sordi quello tra Hamas e Israele in questo momento. I mediatori – Qatar Egitto e Stati Uniti – continuano a ribadire che i negoziati continuano ma tutti ammettono la grande difficoltà in questo momento. Difficoltà che emerge anche dalle dichiarazioni delle due parti. Israele sostiene di non aver ricevuto risposte dal gruppo palestinese, mentre Hamas dice che la palla ora è nel campo di Washington e di Tel Aviv. Il punto in questa fase, sembra essere uno: lo scambio di prigionieri. Israele non avrebbe ancora risposto alle richieste fatte da Hamas sui prigionieri palestinesi che andrebbero liberati nell’ambito di un’intesa, mentre Hamas non vuole – o non può perché non ha la situazione sotto controllo – fornire la lista degli ostaggi ancora in vita e quindi nemmeno la lista di quanti verrebbero liberati in una prima ipotetica fase di accordo. Il punto è che la scadenza del Ramadan si avvicina e anche se non è una scadenza ufficiale ma potremmo dire “auspicata”, non arrivare ad un cessate il fuoco entro la prossima settimana, quando inizierà il mese sacro per i musulmani, il rischio è che alla situazione a Gaza si aggiunga l’esplosione delle tensioni in Cisgiordania e che quindi il conflitto salga ulteriormente di livello. In tutto questo, nelle ultime ore Israele ha intensificato i bombardamenti soprattutto nel sud della striscia, colpendo ancora Rafah e Khan Younis. Un tentativo, probabilmente di fare pressioni ad Hamas affinché accetti la proposta che secondo lo stesso presidente Usa Biden, sarebbe sul tavolo.


Intanto la situazione umanitaria nella striscia di Gaza è sempre più grave. Gli allarmi di malnutrizione e rischio di carestia, soprattutto dei bambini, sono sempre di più e le organizzazioni umanitarie continuano a chiedere un corridoio umanitario per portare gli aiuti nel nord della striscia, dove la popolazione sta morendo di fame.

Serena Baldini, della ONG Vento di Terra oggi era al valico di Rafah, dal lato egiziano, con una carovana di cooperanti e politici italiani dove hanno incontrato delegati delle nazioni unite appena usciti dalla striscia.

 

Il nuovo scontro istituzionale sull’inchiesta di Perugia

(di Luigi Ambrosio)
Oggi destra e sinistra sembra pronuncino le stesse parole sulla inchiesta di Perugia, i dossier confezionati da un ufficiale della Guardia di Finanza in servizio alla direzione investigativa antimafia a danno di politici, imprenditori, perfino personalità dello spettacolo.

Sembra.

Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico, ha parlato di una cosa di una gravità inaudita, di uno scandalo, di una schedatura illegittima di centinaia di persone.
E per questo ha rivendicato la scelta del Pd di sentire in commissione antimafia il procuratore dell’antimafia Melillo e quello di Perugia Cantone.

La presidente del Consiglio Meloni ha definito gravissimo il fatto che ci siano funzionari dello stato che -ha scritto- “hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa”.

Schlein ha sottolineato come si sia di fronte a uno scenario torbido, e il Pd si è mosso nelle sedi istituzionali. Meloni ha attaccato i giornalisti. Non lo ha detto esplicitamente ma le inchieste che non ha digerito sono quelle sull’attuale ministro della Difesa Crosetto per un suo presunto conflitto di interessi.

Da due giorni è così. Le opposizioni cercano di separare gli ambiti, la destra attacca a tutto spiano giornalisti e magistrati.

Il clima è pesante e Mattarella oggi è intervenuto in maniera piuttosto esplicita, per la seconda volta dopo la condanna delle manganellate della Polizia agli studenti di Pisa.
“La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia” ha detto Mattarella.
Nel rispetto dei fatti e della libertà altrui. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, ha sottolineato. Mattarella parlava alla Casagit, la cassa sanitaria dei giornalisti. Ma il messaggio è stato ascoltato anche nei palazzi vicini al Quirinale.

La Corte Penale Internazionale ha emesso mandati d’arresto per due ufficiali russi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto con soddisfazione i due mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti di due alti ufficiali russi per la guerra in Ucraina. “Ogni comandante russo che ordina di colpire i civili e le infrastrutture critiche deve sapere che sarà fatta giustizia” ha scritto sui suoi canali social.
Kiev intanto ha fatto anche sapere che più di 7 persone sono morte e circa 6 sono rimaste gravemente ferite nell’attacco ucraino della notte scorsa contro il pattugliatore russo ‘Sergiy Kotov’. Secondo il portavoce delle forze navali ucraine a bordo della nave affondata nelle acque della Crimea ci sarebbe stato anche un elicottero d’assalto.
Sentiamo il nostro collaboratore Sabato Angieri, appena tornato dall’Ucraina

 

Il Tribunale di Padova riconosce la validità degli atti di nascita per le coppie omogenitoriali

“Hanno vinto coraggio e buon senso, contro un accanimento ideologico. Hanno vinto i nostri figli, che possono continuare a chiamarci mamme”. Dopo mesi di lotta, possono finalmente esultare le mamme arcobaleno di Padova. Oggi il tribunale ha dato loro ragione: gli atti di nasciti dei loro bambini registrati con il doppio cognome, sia quella della madre biologica che quello della cosiddetta madre intenzionale, non possono essere cancellati. Il giudice ha respinto i ricorsi della Procura contro più di 30 famiglie. Una vicenda che risale al giugno scorso. “Era impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B”, ha detto il sindaco di Padova.
Oggi è un passo avanti, che arriva dalle aule di un tribunale, dicono le famiglie Arcobaleno, ma sui diritti civili l’Italia è ancora molto indietro.
Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno.

 

Donatella Di Cesare ha rimosso il post di commemorazione della brigatista Barbara Balzerani

Donatella Di Cesare oggi pomeriggio ha rimosso il post di commemorazione della brigatista Barbara Balzerani, morta ieri, dopo le reazioni che ha suscitato. E ha scritto: “sono stata fraintesa”.
La professoressa Di Cesare, già al centro delle polemiche per le sue posizioni sull’invasione russa dell’Ucraina, ieri aveva scritto: “la tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Molte le voci contro di lei di esponenti politici. Ma la presa di posizione più importante è stata quella della rettrice dell’Università La Sapienza, dove Di Cesare insegna filosofia: “l’altissimo tributo di sangue pagato dall’Università Sapienza nella stagione del terrorismo, conferma la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione” ha scritto la rettrice Antonella Polimeni

Lorenza Ghidini è la nuova direttrice di Radio Pop

Il Consiglio di Amministrazione di Errepi Spa ha nominato Lorenza Ghidini direttrice editoriale di Radio Popolare: Ghidini assumerà l’incarico dal 5 marzo 2024.
La candidatura di Lorenza Ghidini approvata dall’assemblea della Cooperativa è stata fatta propria dal CdA di Errepi Spa.

La nomina è stata poi sottoposta al voto di gradimento vincolante dei lavoratori e delle lavoratrici, dei collaboratori e delle collaboratrici della radio: l’esito è stato favorevole.

La sua nomina arriva dopo aver ricoperto per dieci anni il ruolo di caporedattrice e aver fatto parte degli organismi interni di governance di Radio Popolare.

Lorenza Ghidini è la prima donna eletta direttrice editoriale e a lei vanno tutti i nostri auguri di buon lavoro.

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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