Approfondimenti

Le proteste per lo sblocco dei licenziamenti, tutti contro tutti sui vaccini in vacanza e le altre notizie della giornata

Recovery Plan Draghi

Il racconto della giornata di martedì 25 maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le proteste per lo sblocco dei licenziamenti, mentre Draghi parla di “una mediazione che ha retto” e Matteo Salvini esprime soddisfazione. Al Consiglio Europeo degli ultimi due giorni si è parlato anche di immigrazione, ma non è stato registrato alcun passo in avanti. Dietro al tutti contro tutti sui vaccini in vacanza per contendersi i turisti emerge ancora, plasticamente, la rappresentazione di un’Italia con 21 diversi sistemi regionali. A un anno dal suo omicidio, gli Stati Uniti ricordano George Floyd e la battaglia condotta in questi mesi per avere verità e giustizia in suo nome. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Sblocco dei licenziamenti. Draghi parla di “mediazione che ha retto”

(di Anna Bredice)

“Una mediazione che ha retto”, lo ha detto oggi Draghi da Bruxelles. Per il presidente del Consiglio la soluzione sui licenziamenti è “una mediazione in cui spera sindacati e imprese si ritrovino“. Draghi spiega che in linea con l’Europa si disincentivano i licenziamenti con l’uso di una cassa integrazione gratuita, ma il risultato è che il blocco non c’è più e nell’industria e nell’edilizia gli imprenditori sono liberi di licenziare dal 1° luglio. Non a caso oggi chi esterna grande soddisfazione sono le imprese e chi invece annuncia mobilitazioni, portandosi dietro in piazza un pezzo di maggioranza, sono i sindacati, che già venerdì saranno in sit-in davanti a Montecitorio.
Arturo Scotto di Leu, ex Articolo uno, ha già annunciato che sarà in piazza con i sindacati, riproponendo un dejà vu. Certo, Arturo Scotto non è ministro come Ferrero ai tempi di Prodi, ma la cosiddetta mediazione di Draghi rischia di lasciare strascichi a sinistra. Ma oggi le parole più forti per lanciare l’allarme dei licenziamenti arrivano non dalla sinistra, ma dai vescovi, quello di Novara usa un’espressione dura, “ci vuole gradualità altrimenti galleggeranno molti morti“. Il Pd è come bloccato, dopo aver sostenuto il primo tentativo di Orlando di prorogare il blocco, ora ha dovuto far buon viso a cattivo gioco ed accettare questa mediazione, che però si traduce in una marcia indietro, avvenuta in maniera inedita, con un decreto già approvato e modificato dietro le proteste di Confindustria e molti giornali. Il PD ottiene in ogni caso la possibili modifica della parte sugli appalti nel decreto semplificazioni, perché Draghi oggi ha dovuto fare un dietrofront e affermare che si tratta solo di una bozza che sarà cambiata. Chi esprime soddisfazione è Salvini, che addirittura sembra prendersi gioco degli alleati Pd e Cinque stelle, “manca il dialogo, dice, e mi faccio carico io chiedendo un incontro con le parti sociali, dai sindacati alle imprese”. Alla fine cerca ancora una volta di mettere il cappello alla cosiddetta mediazione di Draghi.

L’inchiesta sulla strage del Mottarone

Gli inquirenti oggi hanno acquisito documenti per fare luce sulla strage del Mottarone, l’incidente alla funivia che ha ucciso 14 persone. I carabinieri sono andati al Comune di Stresa, alla Regione Piemonte, al ministero dei Trasporti. Documenti sono stati prelevati anche nella sede della società “Ferrovie Mottarone” che è stata messa sotto sequestro.
C’è un video che mostra la funivia sussultare nei pressi dell’arrivo in vetta e poi cadere indietro. Al centro delle indagini sempre la rottura del cavo di traino e il mancato funzionamento del freno di emergenza, forse a causa di un intervento umano sbagliato.
L’inviato a Stresa, Luca Parena:


 

Quattro militari egiziani a processo per il caso Regeni

(di Omar Caniello)

Negli atti dell’accusa viene scritto che i quattro indagati, insieme ad altre persone mai identificate, hanno “osservato e controllato, direttamente e indirettamente, dall’autunno 2015 alla sera del 25 gennaio 2016, Giulio Regeni”. Il ricercatore italiano è stato bloccato “all’interno della metropolitana del Cairo”, ed è stato poi “condotto contro la sua volontà e al di fuori da ogni attività istituzionale, dapprima presso il commissariato di Dokki e successivamente presso un edificio a Logaugly”, dove i 4 “per motivi abietti e futili e abusando dei loro i poteri, con crudeltà, cagionava a Giulio Regeni lesioni seviziandolo con acute sofferenze fisiche, in più occasioni”, fino a quando Magdi Ibrahim Abdelal Sharif ne ha provocato la morte.
Come hanno detto i magistrati romani ora la vera sfida sarà il processo e “ottenere” che i testimoni, in particolare quelli egiziani, vengano in Italia a raccontare quanto detto nel corso delle indagini. Un fatto non scontato alla luce dei depistaggi di questi anni e alla reticenza della la Procura egiziana che nel dicembre scorso ha pubblicamente affermato che i sospetti nei confronti degli indagati erano infondati oltre a screditare la Procura italiana accusandola di aver occultato una serie di prove. Ma gli inquirenti romani non mollano perché e come detto dal Pm Colaiocco “nel corso delle indagini è divenuto possibile anche quello che sembrava impossibile”.

Tutti contro tutti sui vaccini in vacanza

(di Massimo Alberti)

Liguria e Piemonte si accordano. Il Veneto di Zaia apre. Fontana dice: per vaccinarvi, dovete tornare. Per il ministro Garavaglia la vaccinazione contro il COVID in vacanza “può funzionare solo per periodi molto lunghi”. Insomma, leghista che vai, vaccino che trovi. Dietro al tutti contro tutti sui vaccini in vacanza per contendersi i turisti emerge ancora, plasticamente, la rappresentazione di un’Italia con 21 diversi sistemi regionali, dove ciascuno fa per se, fino alla concorrenza. L’idea di per sé non sarebbe nemmeno cattiva: concedere a chi può la possibilità di accedere al vaccino anche fuori dal proprio comune. Ma i sistemi informatici delle Regioni, l’uno diverso dall’altro, non comunicano tra loro, soprattutto manca un’anagrafe nazionale delle vaccinazioni che consentirebbe a ciascuna regione di vedere facilmente il profilo di ogni cittadino. Lo si era già visto nella corsa a contendersi le dosi, nelle aperture per fasce d’età in cui si continua ad andare in ordine sparso. Prima ancora nei piccoli aggiustamenti ai dati per non finire con provvedimenti più restrittivi, a perpetuare una disparità dei sistemi sanitari che viene da lontano. Il risultato è che restano milioni di over 60 ancora da vaccinare con alcune regioni intorno al 90% ed altre poco sopra il 50%. Finché a prevalere sono gli interessi concorrenziali di 21 entità diverse, non può funzionare. Il COVID non guarda ai confini regionali ed anche per l’Italia vale lo stesso discorso globale: se ne esce solo tutti insieme. Ed una volta usciti, la frammentazione sanitaria non sarà un tema rimandabile.

L’Europa non fa passi avanti sull’immigrazione

Non era tra i punti all’ordine del giorno, ma al Consiglio Europeo degli ultimi due giorni si è parlato anche di immigrazione. Senza peraltro registrare nessun passo in avanti di sostanza. La commissaria per gli affari interni Ilva Johanson ha evocato la possibilità di un meccanismo automatico di redistribuzione ad hoc per l’Italia, ma ogni discussione nel merito è rimandata al Consiglio del prossimo giugno. E anche allora, secondo quanto dichiarato dal premier francese Macron poco fa, è molto difficile che si possa arrivare ad un accordo. Parlando ai leader degli altri paesi europei Mario Draghi ha definito inaccettabili le immagini dei corpi dei bambini annegati e lasciati per giorni sulle spiagge libiche, pubblicate dall’ong spagnola Open Arms.

L’America ricorda George Floyd un anno dopo il suo omicidio

A un anno dal suo omicidio, l’America ricorda George Floyd e la battaglia condotta in questi mesi per avere verità e giustizia in suo nome. I suoi familiari saranno ricevuti oggi dal presidente Biden. In molte città sono state organizzate iniziative e veglie, compresa la città di Minneapolis in cui Floyd viveva e in cui è stato ucciso. Dopo la condanna del poliziotto che l’ha soffocato premendogli un ginocchio sulla gola, Derek Chuvin, il presidente Biden ha sostenuto una legge di riforma della polizia che però il Senato statunitense non ha approvato nei tempi previsti.
L’omicidio di Floyd ha risvegliato le coscienze degli afrodiscendenti anche in Europa, come dimostra la lotta condotta in Francia dalla sorella di Adama Traorè, giovane nero francese ucciso da un poliziotto.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 10/03 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 10-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 10/03 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 10-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 10/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 10/03/2025 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Jack di lunedì 10/03/2025

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 10-03-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 10/03/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 10-03-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 10/03/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 10-03-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 10/03/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 10-03-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 10/03/2025

    "Difesa europea", seconda puntata di Pubblica dedicata al tema (la prima, il 5 marzo scorso). La "difesa europea" come mercato delle armi (come suggerisce il “piano di riarmo” di Ursula von der Leyen) oppure la "difesa europea" come pilastro di un processo di unificazione politica del continente? Su quest'ultimo tema si sono spesi due ex presidenti della Commissione europea, un socialista francese e un democristiano italiano, come Jacques Delors e Romano Prodi. Pubblica ha ospitato gli economisti Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata) e Massimo Bordignon (Università Cattolica di Milano).

    Pubblica - 10-03-2025

  • PlayStop

    Alexanderplatz - Ep.6: Sturmtruppen

    La proposta di Friedrich Merz di riformare la Costituzione tedesca per superare il "freno al debito" e finanziare con urgenza difesa e infrastrutture, tra la corsa contro il tempo e le resistenze dei Verdi. Un'analisi del disastroso mandato di Ursula von der Leyen come Ministro della Difesa e un approfondimento sul radicamento silenzioso della mafia italiana in Germania. Ospiti della puntata Ben Schreer, direttore dell'International Institute for Strategic Studies, e Sandro Mattioli, giornalista d'inchiesta e fondatore di Mafia Nein Danke.

    Clip - 10-03-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 10/03/2025

    In " A come America latina " l'intervista a Diego Borja candidato alla vice Presidenza dell'Ecuador ( in Ticket con Luisa Gonzalez , il diario argentina di Alfredo Somoza, ultimo discorso della Presidente messicana Claudia Sheinbaun sulla guerra commerciale di Trump al Messico.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 10-03-2025

  • PlayStop

    LELLA COSTA - SE NON POSSO BALLARE NON E' LA MIA RIVOLUZIONE

    LELLA COSTA - SE NON POSSO BALLARE NON E' LA MIA RIVOLUZIONE - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 10-03-2025

  • PlayStop

    NUOVO REATO DI FEMMINICIDIO. UN PASSO AVANTI NELLA LOTTA ALLA VIOLENZA DI GENERE O NORMA PROPAGANDISTICA?

    Oggi abbiamo parlato del nuovo reato di femminicidio introdotto dal consiglio dei ministri. Un passo avanti nella lotta alla violenza di genere o una norma propagandistica che porta avanti solo il “populismo penale”? Le opinioni di Antonella Veltri, direttrice di Dire, donne in rete contro la violenza; Assunta Sarlo, giornalista e attivista femminista; Paola Di Nicola Travaglini, magistrata. Condotta da Alessandro Braga, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 10-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 10/03/2025

    Un confronto tra chi "in piazza per l'Europa" con Michele Serra ci va come le Acli col suo presidente Emiliano Manfredonia e chi, invece, non ci va come l'Arci con il suo presidente nazionale Walter Massa: un dialogo costruttivo tra due grandi associazioni della società civile. Ieri in Messico la manifestazione allo Zocalo convocata dalla "presidenta" Sheinbaum che ha raccontato cosa ha capito e come ha risposto a Trump, nel racconto di Andrea Cegna. Mentre l'Europa annunciava il riarmo e Macron addirittura l'ombrello nucleare, all'Onu si discuteva del bando delle armi nucleari e c'era anche la Rete pace e disarmo col suo portavoce Francesco Vignarca che ci racconta.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 10-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 10/03/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 10-03-2025

Adesso in diretta