Il racconto della giornata di martedì 21 maggio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Domani Giorgia Meloni terrà una vertice a Palazzo Chigi sulla situazione ai Campi Flegrei, dopo la scossa di terremoto della notte scorsa, la più forte da 40 anni. Nella striscia di Gaza intanto le operazioni militari israeliane continuano in tutta l’enclave e migliaia di persone si stanno spostando verso il campo di Al-Mawasi. La Russia ha iniziato esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino al confine con l’Ucraina. Dopo il superbonus, un altro tema economico manda in tilt la maggioranza in piena campagna elettorale: il redditometro. In Iran migliaia di persone hanno partecipato oggi pomeriggio al corteo funebre nella città di Qom per il defunto presidente iraniano Ebrahim Raisi. L’ottava giornata del Festival di Cannes 2024.
La preoccupazione dei residenti nell’area dei Campi Flegrei
Domani Giorgia Meloni terrà una vertice a Palazzo Chigi sulla situazione ai Campi Flegrei, dopo la scossa di terremoto della notte scorsa, la più forte da 40 anni. Il governo studia nuove misure per mettere in sicurezza la zona, interessata da mesi da uno sciame sismico legato alla caldera sottostante. Lo scorso ottobre l’esecutivo aveva approvato un decreto che prevedeva diverse attività di prevenzione nell’area a rischio. Tra queste c’era anche un piano per valutare lo stato di vulnerabilità degli edifici. Ad oggi, infatti, manca ancora uno studio completo che dica se i palazzi della provincia di Napoli possano resistere al crollo, in caso dovesse verificarsi una scossa di magnitudo ancora più intensa. Antonello Fiore, presidente della Presidente nazionale Società Italiana di Geologia Ambientale:
Nei Campi Flegrei, intanto, oggi si è lavorato per mettere in sicurezza le case danneggiate e dare una sistemazione alle persone evacuate. Dopo la notte trascorsa in strada, tra gli abitanti c’è grande preoccupazione. Da Napoli, Massimo Congiu:
Migliaia di persone in fuga da Rafah verso il campo di Al-Mawasi
A Rafah le Nazioni Unite hanno deciso di sospendere la distribuzione di aiuti: la comunicazione è arrivata dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, perché nella città più meridionale della Striscia, dove da giorni sono in corso combattimenti tra soldati israeliani e miliziani di Hamas, mancano le condizioni minime di sicurezza per gli operatori e mancano soprattutto i rifornimenti. Attualmente gli unici aiuti che entrano nella striscia di Gaza sono quelli che arrivano attraverso il molo galleggiante costruito dagli Stati Uniti al largo della costa, attivo da qualche giorno. La quantità di beni che entra è però molto esigua, e non può contare su una rete di distribuzione.
Nella striscia di Gaza intanto le operazioni militari israeliane continuano in tutta l’enclave: a Jabalya e Gaza City nel nord, a Khan Yunis e Nuseirat nel centro, a Rafah nel sud; decine le vittime solo oggi. Per sfuggire alle bombe e ai combattimenti, dalla città di Rafah sono già scappate oltre 800mila persone, dicono le agenzie umanitarie. Seguendo le indicazioni dell’esercito, gli sfollati si dirigono al campo di Al-Mawasi.
In Israele intanto funzionari israeliani hanno sequestrato una telecamera e l’attrezzatura di trasmissione ad una troupe dell’Associated Press, che stava operando vicino al confine con Gaza, impedendo di fatto una trasmissione in diretta. A rivelarlo è la stessa agenzia AP. Le autorità hanno agito in base alla nuova legge sui media stranieri appena approvata, perché la diretta in programma sarebbe stata a disposizione di Al Jazeera, emittente messa al bando da Israele il 5 maggio.
La Russia avvia le esercitazioni con armi nucleari tattiche
La Russia ha iniziato esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino al confine con l’Ucraina. Lo rivela l’esercito. La prima fase dell’esercitazione è iniziata nel distretto militare meridionale; obiettivo dell’addestramento è “garantire l’integrità territoriale in risposta alle minacce occidentali”.
L’annuncio arriva nello stesso giorno in cui Bruxelles ha dato il via libera definitivo, nel corso del Consiglio Affari Generali, all’accordo per l’utilizzo degli extraprofitti dei beni congelati dalla Russia per sostenere l’autodifesa militare e la ricostruzione dell’Ucraina. Sul campo la pressione militare russa resta concentrata nella regione di Kharkiv, ma gli effetti del conflitto continuano a sentirsi anche nelle località lontane dal fronte.
L’ultimo cortocircuito della maggioranza si chiama redditometro
(di Massimo Alberti)
Dopo il superbonus, un altro tema economico manda in tilt la maggioranza in piena campagna elettorale: il viceministro all’economia Leo, di Fratelli d’Italia firma un decreto di riforma del cosiddetto “redditometro”, uno degli strumenti di controllo sui presunti evasori fiscali. Forza Italia e Lega insorgono ed evocano il “grande fratello fiscale”. Tanto che Leo viene “convocato” per dare spiegazioni in consiglio dei ministri.
L’ultimo cortocircuito della maggioranza si chiama redditometro. Una misura per cercare, ex post, di stanare gli evasori fiscali attraverso, per dirla semplice, un controllo incrociato su reddito dichiarato e capacità di spesa. Insomma se dichiari 20mila euro l’anno e hai tre Ferrari, qualcosa non quadra. Introdotto ormai da più di 10 anni e più volte riformato, lo strumento in sé non ha mai particolarmente funzionato tanto che non esistono dati sulla sua effettiva efficacia. Un principio giusto insomma, rimasto di fatto sulla carta portandosi dietro parecchi problemi applicativi. E critiche politiche, soprattutto da destra, sullo “stato spione”. Figuriamoci se in piena campagna elettorale proprio un governo di destra lo rispolvera. Apriti cielo. Succede nell’ordine che: Lega e Forza Italia insorgono, il loro elettorato di piccoli imprenditori e autonomi non gradisce di certo, Fratelli d’Italia se lo rivendica in nome della lotta agli evasori. Perché la norma in Gazzetta Ufficiale porta la firma del viceministro dell’economia, Maurizio Leo, che poco dopo è costretto a puntualizzare con un doppio salto carpiato, spiegando in una nota che, sì, loro sono contro gli evasori, ma la sua riforma del redditometro era un atto dovuto per colmare il vuoto di un decreto attuativo mai fatto, dopo le modifiche apportate dal governo Lega-5stelle nel 2018, e che serve semmai a stemperarne gli effetti. Insomma, che sia effettivamente così, o che fosse un disperato tentativo di far cassa visti i conti disastrati, in ogni caso non nell’immediato, a quanto pare la spiegazione non è bastata agli alleati, tanto che Palazzo Chigi ha fatto poi trapelare che, in accordo con la Presidente del Consiglio, Leo dovrà dare conto di quel decreto al prossimo consiglio dei ministri. In tutto questo, il più titolato ad intervenire, il ministro dell’economia Giorgetti, è rimasto in un significativo silenzio.
L’obiettivo del regime iraniano: mostrare solidità e forza
In Iran migliaia di persone hanno partecipato oggi pomeriggio al corteo funebre nella città di Qom per il defunto presidente iraniano Ebrahim Raisi, dopo che in mattinata si era tenuta un’altra cerimonia funebre a Tabriz, non lontano dal luogo in cui domenica l’elicottero su cui il presidente e altre 7 persone stavano viaggiando si è schiantato. Ora le salme sono già state trasferite a Teheran, dove domani si terrà un’altra cerimonia funebre, presieduta dalla guida suprema Ali Khamenei.
La procura generale iraniana intanto ha ordinato un giro di vite nei confronti degli utenti online che insultano il defunto presidente; sono già scattati i primi arresti. Le elezioni presidenziali sono già state fissate per il prossimo 28 giugno, ma in questo momento l’unico obiettivo del regime è mostrare solidità e forza.
L’ottava giornata del Festival di Cannes
(di Barbara Sorrentini)
L’altro ieri abbiamo visto il ritratto della figura controversa di Limonov, nel film omonimo diretto dal regista russo Kirill Serebrennikov e co-sceneggiato con Emmanuel Carrère, che ne ha scritto l’autobiografia. Scorrono gli anni di questo poeta maledetto, ribelle e nichilista. Passato poi alla politica di estrema destra in Russia contro Gorbaciov, neonazista e al soldo di Milosevic durante la guerra nei Balcani. Un film che si sofferma più sugli anni giovanili dell’auto esilio e molto poco sulla parte scomoda di questo scrittore morto nel 2020, prima che la Russia attaccasse l’Ucraina, terra in cui Edouard Limonov è nato. Ieri, un altro film su un figura odiosa: Donald Trump e i suoi inizi da costruttore nel mondo imprenditoriale, scendendo a patti con la mafia e spinto dall’avvocato corrotto e potente Roy Cohn, orgoglioso di aver condannato a morte i Rosenberg. È “The Apprentice” del regista iraniano Ali Abbasi, con Sebastian Stan nei panni di Trump, bravissimo e in gara ravvicinata con Ben Whishaw, che interpreta Limonov.