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L’avanzata delle forze di Kiev, le ultime novità sul caso di Hasib Omerovic e le altre notizie della giornata

Volodymyr Zelensky ANSA

Il racconto della giornata di martedì 13 settembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le forze di Kiev continuano ad avanzare nel nord-est dell’Ucraina, mentre la Russia reagisce colpendo infrastrutture civili ad est e a sud e nel Paese crescono i malumori nei confronti di Putin. “Non c’era nessun mandato di perquisizione né alcun atto della procura. La polizia è entrata in quella casa senza averne diritto”. 
Parla a Radio Popolare l’avvocato di Hasib Omerovic, il 36enne disabile ancora in coma dopo essere precipitato dalla finestra di un appartamento a Roma. Il regista Jean-Luc Godard, morto oggi all’età di 91 anni, è ricorso al suicidio assistito in Svizzera. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Le forze di Kiev continuano ad avanzare nel nord-est

Le forze di Kiev continuano ad avanzare nel nord-est. Oggi sono stati riconquistati altri villaggi attorno Kharkiv. “I russi hanno completamente lasciato Kreminna, ma le nostre forze armate non sono ancora entrate in città” ha scritto su Telegram Sergiy Gaidai, governatore in esilio del Lugansk, Ucraina orientale. Si combatte anche nel sud dell’Ucriana. Gli ucraini hanno colpito sia la città di Kherson che quella di Melitopol occupate dai russi, in quest’ultima è stato bombardato l’aeroporto militare sotto il controllo di Mosca.
La Russia ha reagito colpendo infrastrutture civili ad est e a sud, lasciando per diverse ore città e villaggi senza acqua ed elettricità.

È possibile un’uscita di scena di Vladimir Putin?

L’andamento del conflitto sta creando malumori crescenti in Russia nei confronti di Putin, ma è possibile un’uscita di scena del presidente russo? E con quali conseguenze? Vi facciamo ascoltare due opinioni, partiamo dallo scrittore Nicolai Lilin:

Questa invece l’analisi di Giovanni Savino, docente di storia contemporanea esperto di Russia:


 

L’avvocato di Hasib Omerovic: “Nessun mandato di perquisizione né atti della procura

“Non c’era nessun mandato di perquisizione né alcun atto della procura. La polizia è entrata in quella casa senza averne diritto”. 
Parla a Radio Popolare l’avvocato di Hasib Omerovic, il 36enne disabile ancora in coma dopo essere precipitato dalla finestra di un appartamento a Roma. “La famiglia ha paura, nel quartiere Primavalle viene minacciata”, dice ancora il legale.
 Secondo la sorella dell’uomo, i poliziotti avrebbero picchiato Hasib e poi lo avrebbero buttato giù dal balcone

Non avevano alcun mandato di perquisizione gli agenti di polizia che hanno fatto irruzione nell’abitazione di Hasib Omerovich, il rom disabile precipitato dalla finestra a Primavalle, Roma. La polizia intervenuta dopo una chiamata al suo domicilio era priva del provvedimento firmato dai magistrati necessario per entrare nell’abitazione dove il giovane viveva con una sorella, anche lei disabile. I magistrati Michele Prestipino e Stefano Luciani, procedono per concorso in tentato omicidio hanno già ascoltato già i vicini di casa del giovane e a breve breve saranno ascoltati i quattro agenti che hanno fatto irruzione nell’abitazione. La sorella del ragazzo ha denunciato che gli agenti prima hanno picchiato il fratello e poi lo hanno gettato dalla finestra. Ascoltiamo Arturo Salerni, avvocato della famiglia Omerovich:


 

Addio a Jean Luc Godard, tra i più grandi cineasti di sempre

Il regista Jean-Luc Godard, morto oggi all’età di 91 anni, è ricorso al suicidio assistito in Svizzera: “Non era malato, era soltanto esausto”, ha rivelato una fonte vicina al regista citata dal quotidiano Libération che ha aggiunto “è stata una sua decisione voleva che si sapesse”.
Godard ha realizzato oltre 150 opere tra film e video. Fra i più celebri, quello che viene considerato il manifesto della Nouvelle Vague, “All’ultimo respiro”, girato nel 1960, protagonisti Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg.

(di Roberto Festa)

Jean-Luc Godard è stato qualcosa di più di un grande regista. È stato un artista, scrittore, filosofo. È stato, soprattutto, un geniale rivoluzionario. A partire dal suo primo film, A bout de soufflé, manifesto della nouvelle vague, l’opera di Godard non cerca mai di rappresentare la vita. Cerca piuttosto di farne esplodere forme e valori. C’è stato certo Godard marxista, che va alla ricerca dell’ideologia che ogni rappresentazione, che ogni immagine nasconde. C’è stato Godard che prende posizione contro la guerra in Vietnam, Godard che viaggia in medio oriente e si batte per i diritti dei palestinesi. Che partecipa al maggio francese, che adora Bertolt Brecht, che diventa fautore di un cinema collettivo. Anche il suo ultimo atto, scegliere l’eutanasia non perché malato ma perché esaurito, come ha detto la famiglia, è in fondo un atto politico. Ma il suo testamento più grande resta appunto quello di un rivoluzionario, che pensa a ciò che oggi non c’è. Godard ci ha mostrato cosa potrebbe essere l’immagine, se fosse vera immagine. E ci ha mostrato cosa potrebbe essere la vita, se fosse vera vita.

(di Barbara Sorrentini)

Jean-Luc Godard è forse il regista più divisivo della storia del cinema, ma, che fosse amato o odiato, è sempre stata riconosciuta la sua importanza. A Godard è attribuita la paternità della Nouvelle Vague, onore molto conteso tra gli autori francesi di inizio anni ‘60 come Chabrol, Rohmer, Rivette e Truffaut. Sono noti gli attriti con quest’ultimo, iniziati poco dopo la realizzazione di “Fino all’ultimo respiro”, il film più celebre di Gordard con Jean Paul Belmondo e Jean Sebarg, scritto dall’ex amico François Truffaut scomparso nel 1984. [CONTINUA A LEGGERE]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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