Approfondimenti

L’avviso di Biden a Netanyahu, i giorni decisivi per il futuro dell’Ucraina e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 12 dicembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel giorno in cui Joe Biden ha voluto mandare un messaggio a Netanyahu, carri armati e aerei da guerra hanno colpito di nuovo il sud di Gaza. Tra il Mes e l’appoggio all’Ucraina, in questi giorni Giorgia Meloni deve proteggersi di più dalle insidie dei suoi alleati più che delle opposizioni. Il rapporto mensile di Bankitalia sui mutui: ad ottobre i tassi hanno fatto segnare un nuovo record, saliti al 4,72% dal 4,65% di settembre. Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte Costituzionale, eletto oggi all’unanimità. Giorni decisivi per il futuro dell’Ucraina anche in Europa: giovedì si apre il Consiglio europeo che discuterà dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione.

Le divergenze tra Biden e Netanyahu mentre Gaza è ancora senza aiuti umanitari

“Israele sta cominciando a perdere sostegno in tutto il mondo”. Lo ha detto Joe Biden ad un evento elettorale a Washington sottolineando che Netanyahu “deve rafforzare e cambiare” il governo israeliano per trovare una soluzione a lungo termine al conflitto israelo-palestinese.
“Netanyahu non vuole una soluzione a due Stati” ha continuato il presidente degli Stati Uniti, “Questo è il governo più conservatore nella storia di Israele”.
Non è chiaro se questo è il primo segnale di una evidente frattura nelle relazioni tra Washington e Tel Aviv, quel che è certo è che le parole di Biden arrivano a poche ore dal voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla risoluzione per un cessate il fuoco umanitario a Gaza, una risoluzione che la scorsa settimana era stata bocciata in consiglio di sicurezza dell’ONU proprio a causa del veto americano.
A Gaza intanto l’attacco israeliano prosegue: oggi carri armati e aerei da guerra hanno colpito di nuovo il sud di Gaza, oltre 20 morti a Rafah a causa dei bombardamenti; ripetutamente colpita anche Khan Yunis
. continuano i combattimenti anche nel nord, dove i militari hanno fatto irruzione nell’ospedale Kamal Adwan a Gaza City e dove sono stati recuperati dai militari i corpi di due degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Si tratta del corpo di una ragazza di 27 enne e di un militare di 36.
Dopo oltre due mesi di conflitto sembra però che l’esercito israeliano fatichi a portare a casa risultati importanti. Come sta procedendo l’offensiva israeliana nella Striscia? 
Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera ed esperto di strategia militare:

A Gaza sono oltre 18.400 le vittime; lo dichiarano le autorità sanitarie della Striscia, che parlano di oltre 50mila feriti. Migliaia i dispersi. Le agenzie dell’Onu intanto lanciano un nuovo allarme per la popolazione: l’intensità dei combattimenti non permette di far entrare nuovi aiuti e la popolazione non ha accesso al cibo.

Nuovi malumori nella maggioranza tra Mes e appoggio a Kiev

(di Anna Bredice)

In oltre mezz’ora di intervento Giorgia Meloni è riuscita a non pronunciare mai la parola Mes, il Fondo salva-Stati, che potrebbe essere causa di ulteriori tensioni nel governo e anche in Europa, se lo slittamento del voto andrà troppo oltre. L’unico Paese che manca nella ratifica del Fondo è proprio l’Italia e senza questo atto nessun altro paese europeo può chiederne l’utilizzo. Le comunicazioni sul Consiglio europeo di giovedì sono state concentrate su più argomenti, ma quello che sembra stare più a cuore a Giorgia Meloni è far risaltare il ruolo dell’Italia nella trattativa ancora aperta sul Patto di stabilità: “Se l’accordo finale è posticipato e la trattativa continua è anche grazie all’Italia”, si autoincensa la Presidente del Consiglio che forse in questo modo potrà bilanciare un possibile sì al Fondo salva-Stati quando questo arriverà in aula per il voto, probabilmente a gennaio. Nelle comunicazioni ha parlato anche della guerra in Ucraina, ribadendo il proprio appoggio a Zelensky, anche militare, e pure questo argomento potrebbe essere fonte di controversie nella maggioranza, perché nelle prossime settimane bisognerà votare un nuovo decreto per l’invio di armi nel prossimo anno ed è possibile che Salvini non sarà così accomodante. Meloni deve in qualche modo proteggersi di più dalle insidie dei suoi alleati più che delle opposizioni. Schlein e Conte parleranno tra poco in dichiarazioni di voto. Insidie che emergono anche nelle trattative sugli emendamenti alla legge di bilancio.

I giorni decisivi per il futuro dell’Ucraina

È un momento delicato per il futuro della guerra in Ucraina. Il presidente Zelensky, in visita negli Stati Uniti, oggi è stato al Senato americano. Il suo obiettivo è convincere il Congresso, e nello specifico i deputati repubblicani, a sbloccare gli aiuti militari che, senza ulteriori stanziamenti, potrebbero cessare a fine anno. Nelle prossime ore poi Zelensky verrà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Biden.
Giorni decisivi per il futuro dell’Ucraina anche in Europa. Giovedì si apre il Consiglio europeo che discuterà dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione. Non tutti i paesi membri sono però d’accordo nel dare il via libera ai negoziati. Oggi l’Austria ha dichiarato che non dovrebbe esserci alcun trattamento preferenziale per Kiev, soprattutto “rispetto alla Bosnia-Erzegovina, anch’essa impegnata nei negoziati”, ha spiegato il cancelliere austriaco Nehammer. Sulle trattative pesa soprattutto la minaccia di veto dell’Ungheria. Orban è uno storico alleato di Putin e Budapest intrattiene con Mosca rapporti commerciali ed energetici. Per superare il veto ungherese, però, ad Orban potrebbe essere concesso lo sblocco di dieci miliardi di fondi di coesione europei. Matteo Zola, direttore dell’East Journal:


 

I tassi sui mutui continuano a salire

(di Massimo Alberti)

Il rapporto mensile di Bankitalia sui mutui: ad ottobre i tassi hanno fatto segnare un nuovo record, saliti al 4,72% dal 4,65% di settembre. Continua a pesare il ciclo di 10 aumenti consecutivi del costo del denaro fatto dalla BCE, che torna a riunirsi giovedì. Aumenta intanto il numero di famiglie che, con gli aumenti spropositati delle rate, non riescono a pagarle: almeno 200 mila non sono riuscite a pagarne almeno una, secondo un’indagine di Facile,it. Persone per le quali, a fronte dei profitti record delle banche, il governo non è intervenuto con alcuna misura.

Ricapitolando: la guerra in Ucraina, l’aumento dei beni energetici, l’inflazione record, la scelta -miope – delle banche centrali di fronteggiare l’inflazione da profitti con un drastico aumento dei tassi che ha messo in ginocchio i sistemi produttivi e messo in difficoltà milioni di famiglie in tutta Europa per le rate dei mutui da una parte, e fatto crescere a dismisura – per una causa appunto endogena – i profitti degli istituti di credito. Il risultato è appunto questo: tassi record e famiglie in difficoltà per una dinamica di mercato prevedibile, viste le scelte di politica monetaria. Gli ultimi dati di Bankitalia evidenziano appunto il mancato ruolo del governo, che è rimasto a guardare mentre centinaia di migliaia di persone vedevano il loro bilancio familiare andare in profonda crisi a causa dei mutui variabili. Su questa crisi, le banche vedono previsioni che indicano utili record fino a 43 miliardi di euro nel 2023, segnando un aumento del 70% rispetto all’anno precedente. La tassa sugli extraprofitti è stata prima propaganda, poi clamoroso flop. E quei profitti, legalmente ma indebitamente percepiti, non sono mai nemmeno stati parzialmente redistribuiti. Ne han beneficiato, giustamente, i lavoratori del credito con l’ultimo rinnovo del contratto, ma soprattutto gli azionisti con utili e dividendi record. Ma senza un intervento pubblico, che c’è stato invece in altri paesi Europei, il risultato è stato ineludibile.
Considerando un finanziamento medio, da gennaio 2022 a oggi le rate sono cresciute fino al 65%: oltre 3100 euro in più all’anno. Qualche segnale di calo inizia a vedersi ma solo sui nuovi mutui. Per gli altri, le previsioni sono di un calo che sarà molto lento: la BCE giovedì lascerà i tassi invariati, gli analisti stimano che potrebbero essere tagliati già dalla prima metà del 2024. vorrebbe dire qualche decina di euro al mese di risparmio.

Secondo l’indagine di Facile.it però servirà appunto il cambio di passo della BCE, a fronte della discesa dell’inflazione più rapida del previsto. I futures sull’Euribor, il riferimento per i mutui variabili, indicano una possibile discesa da marzo 2024. Di fronte all’inazione del governo, per le famiglia resta l’unica speranza. La presidente della BCE Christine Lagarde ha continuato però a parlare di stime incerte, che contrastano con le ipotesi dei mercati su un inizio di tagli dei tassi fin da marzo. Il board dei governatori delle banche centrali resta diviso tra cosiddetti falchi e colombe, anche se l’asticella si è spostata: i falchi premono per mantenere i tassi al livello attuale almeno per metà anno, le colombe, tra cui il governatore di bankitalia Fabio Panetta, spingono per iniziare i tagli prima. Un taglio però che non viene escluso anche dal principale dei Falchi, la rappresentante tedesca nel board della BCE Isabel Schnabel, in un tardivo cambio di visione rispetto agli ultimi mesi, che non cancella però i danni all’economia europea ed alle famiglie messe in difficoltà.
 

Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte Costituzionale

Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. 85 anni, professore emerito a Bologna, ex ministro ed ex parlamentare del Pci e del Pds, Barbera è stato eletto oggi all’unanimità. Guiderà la Consulta per un anno fino alla fine del suo mandato. Le sue prime dichiarazioni da presidente sono sembrate un messaggio alla maggioranza, da tempo in aperta polemica coi magistrati. “Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte Costituzionale”, ha detto Barbera. Il riferimento è alle voci secondo cui, con le nuove elezioni dei giudici, la destra voglia occupare anche la Consulta. Il commento del costituzionalista Massimo Villone:

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 05/02 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 05-02-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 05/02 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 05-02-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 05/02/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-02-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 05/02/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 05-02-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 05/02/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 05-02-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 05/02/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 05-02-2025

  • PlayStop

    Pubblica di mercoledì 05/02/2025

    Andrea Crisanti, senatore eletto nelle liste del Pd, microbiologo, ricercatore all'università di Padova e all’Imperial College di Londra. Cinque anni fa ci stavamo infilando in una pandemia senza precedenti negli ultimi decenni come quella provocata dal virus Sars Cov 2. Professor Crisanti, cosa ricorda di quelle settimane del febbraio 2020? Inizia da qui la testimonianza del senatore Andrea Crisanti, nei giorni della pandemia del 2020 tra i virologi più ascoltati.

    Pubblica - 05-02-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di mercoledì 05/02/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 05-02-2025

  • PlayStop

    MAURIZIO CARRARA - 40 - I NOSTRI ANNI DI SOLIDARIETA'

    MAURIZIO CARRARA - 40 - I NOSTRI ANNI DI SOLIDARIETA' - presentato da Barbara Sorrentini

    Note dell’autore - 05-02-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di mercoledì 05/02/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 05-02-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 05/02/2025

    Roberto Festa analizza le reazioni internazionali sulla conferma che Usa e Israele pensano alla deportazione dei palestinesi da Gaza. Ugo Tramballi, editorialista da Gerusalemme del Sole24 Ore, analizza le reali possibilità di questo piano e le reazioni dei Paesi arabi. A Bruxelles la rete contro il DDL sicurezza (o meglio paura) porta in Parlamento la propria protesta contro 20 nuove ipotesi di reato contro chi protesta, ce lo racconta Alessio Festi, responsabile Politiche della legalità della Cgil. Pisa è la prima Università che inserisce nel suo statuto e nei propri valori, anche di ricerca, il divieto di ricerche militari o per armamenti, il racconto del rettore dell'Università, Riccardo Zucchi.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 05-02-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 05/02/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 05-02-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 05/02/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 05-02-2025

Adesso in diretta