Approfondimenti

Come va la quarta ondata, gli studi sul vaccino ai bambini, i guai della Juventus e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di lunedì 29 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30.  In Italia aumentano i dati del contagio, il tasso di positività sfiora il 3 per cento. La quarta ondata procede, lenta ma costante: il Friuli è in zona gialla e altre regioni potrebbero seguirlo. In settimana arriverà il via libera per il vaccino ai bambini, ecco quello che dicono gli studi e la comunità scientifica. Oggi riunione straordinaria del G7 sulla variante omicron, diffusa ormai in tutti i paesi europei. Ogni conclusione è prematura, ma sembra molto contagiosa. Finora non sono stati segnalati casi gravi e non si ha notizia di morti. Tutti coloro che hanno contratto la variante avevano viaggiato nei paesi africani. Questa sera i sindacati sono a Palazzo Chigi dal premier Draghi. La Juventus ancora in profondo rosso in Borsa. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

I numeri della quarta ondata

(di Massimo Alberti)

La quarta ondata procede, lenta ma costante. Dopo il rallentamento di un paio di settimane fa, la crescita dei nuovi casi è stabile intorno al 28%. Il ritmo maggiore di crescita è nella fascia 6-12 anni, quella che entro l’anno sarà interessata dalla nuova campagna vaccinale. Con il consueto paio di settimane di ritardo, si vedono gli effetti sulle terapie intensive, la cui crescita accelera passando dal +10 al +29%. Stabili i ricoveri ordinari dopo la fiammata di settimana scorsa. Accelera anche la crescita dei morti, +24% l’ultima settimana. Questo porta al quadro su ricoveri e possibili nuove zone gialle. Al Friuli, dovrebbe seguire a giorni la provincia di Bolzano. A questi ritmi, in 2-3 settimane potrebbero arrivare anche Calabria, Lazio, Lombardia, sempre che nel frattempo non aumentino i posti letto disponibili. Le misure di mitigazione ormai inseguono il virus ed intervengono solo al superamento di determinate soglie di incidenza, ricoveri, ricoveri gravi. Quindi secondo le previsioni del sistema elaborato dalla società italiana di epidemiologia, questo andamento proseguirà costante per il prossimo paio di settimane, ovviamente al netto di possibili risvolti del cosiddetto super Green Pass, della variante omicron e delle vaccinazioni. Un anno fa, senza vaccini, avevamo oltre 20 mila contagi, oltre 500 morti, 6 volte le terapie intensive di oggi. La differenza è abissale. Allargare la platea dei vaccinabili con la terza dose scendendo a 5 mesi ha portato ad oltre il 50% in più di dosi, siamo al 10% del totale. Per le prime dosi invece gli annunci di super Green Pass hanno portato il 33% in più a vaccinarsi, pari a 40000 dosi in più in una settimana, l’asticella per raggiungere il 90%, continuasse cosi, si è ormai spostata a metà marzo.

L’inchiesta sulla mancata zona rossa a Bergamo

(di Alessandro Braga)

Centinaia di persone sentite, tra famigliari delle vittime, politici, operatori sanitari, consulenti tecnici, per mettere insieme tassello dopo tassello, le tessere di un puzzle che porterebbe a una conclusione: quella di disastro sanitario. E a nuovi iscritti nel registro degli indagati, oltre agli attuali sei, accusati di epidemia colposa e falso. La procura di Bergamo sta portando avanti il suo lavoro, che da fatto locale rischia di diventare uno scandalo nazionale, che mette alla berlina i vertici politici del nostro paese, per la mancata zona rossa nella bergamasca e per la gestione del focolaio Covid nell’ospedale di Alzano Lombardo. Alla base degli errori fatti, una trascuratezza clamorosa, una sciatteria che ha portato a morti forse evitabili. È mancato l’essere pronti, e questa mancanza è stata fatta anche in maniera consapevole, almeno stando al materiale ora al vaglio degli inquirenti. A saperlo, sebbene davanti ai magistrati bergamaschi lo abbia negato, ci sarebbe anche il ministro Speranza. Tutto ruota attorno al piano pandemico nazionale, definito inadeguato da chi nemmeno lo aveva letto all’epoca. E che invece avrebbe dovuto conoscerlo, magari aggiornarlo, di sicuro utilizzarlo, visto che anche l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, a gennaio del 2020 ribadì che contro il Covid si potevano applicare le misure previste per l’influenza, quindi incluse nel piano pandemico nazionale. Quel piano, appunto, sicuramente inadeguato, a causa di quella sciatteria pregressa, che ha portato anche alla mancanza di fondi, ma che avrebbe potuto mettere almeno una pezza nel periodo interpandemico, quello precedente alla diffusione del virus tra la popolazione italiana. Ma che invece venne definito inadeguato senza nemmeno essere letto. Tutte cose che i magistrati bergamaschi stanno valutando, per arrivare a capire colpe e mancanze, e individuare i responsabili.

Che cosa dicono gli studi sul vaccino ai bambini

L’autorizzazione per l’uso in emergenza dell’Fda e la raccomandazione dell’Ema si basano su studi forniti dall’azienda produttrice, Pfizer. L’efficacia è calcolata su un trial che ha coinvolto 2mila bambini, 1305 dei quali hanno ricevuto il vaccino e 663 il placebo: a sette giorni dalla seconda dose nel primo gruppo 3 si erano contagiati, contro i 16 del gruppo di controllo: l’efficacia misurata è dunque del 90 percento, con un range tra il 67 e il 98%. Un altro studio, su qualche centinaio di bambini, ha comparato l’efficacia della dose ridotta rispetto a quella intera. L’esito è positivo: i bambini riceveranno quindi due dosi da 10 microgrammi (un terzo di quella degli adulti), a tre settimane l’una dall’altra. Per verificare la sicurezza 1444 bambini sono stati seguiti per almeno due mesi dalla seconda dose e gli effetti indesiderati riportati includono: dolore al braccio, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, febbre, linfonodi ingrossati, nausea. Effetti considerati lievi o moderati, e verificatisi tutti entro due giorni dalla somministrazione. Quanto ai possibili effetti più gravi, come le miocarditi e le pericarditi, il numero di partecipanti all’attuale programma di sviluppo clinico è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi in questa fascia d’età, come scrive la stessa Pfizer nella richiesta di autorizzazione. La sicurezza a lungo termine sarà comunque studiata in 5 trial di sicurezza post autorizzazione, uno dei quali della durata di 5 anni.
Ad oggi il paese che ha vaccinato più bambini sono gli Stati Uniti: circa 2 milioni e mezzo. Il portale che raccoglie le segnalazioni degli effetti collaterali riporta circa 600 miocarditi, ma si tratta di segnalazioni spontanee, ancora da analizzare, e che riguardano una fascia d’età più ampia, 5-17 anni. Anche il Canada e Israele hanno hanno autorizzato i vaccini tra 5 e 11 anni, con poche decine di migliaia di bambini vaccinati al momento.
Questo è quello che si sa sulla procedura di autorizzazione e sugli studi sulla quale si basa. In Italia la comunità scientifica ha espresso opinioni diverse, non solo sulla opportunità di vaccinare i bambini così piccoli, ma anche sulla consistenza degli studi su cui si basa. Tra chi li ritiene sufficienti ed è quindi favorevole ci sono il primario del Sacco di Milano Massimo Galli, il primario di infettivologia di tor Vergata Massimo Andreoni, oltre alle principali Società di Pediatria. Tra chi non li ritiene sufficienti ed esprime dunque dubbi, se non altro sulla tempistica, figurano il microbiologo dell’università di Padova Andrea Crisanti, il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia e il presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano Silvio Garattini.

Il profondo rosso della Juventus

Una riunione con i legali convocata d’urgenza, mentre la procura di Torino indagava sulla Juventus ipotizzando nuovi capi d’accusa e il titolo del club affondava in Borsa. Così John Elkann, presidente della holding Exor a cui fa capo anche la Juventus, ha commissariato il cugino, ancora non si sa se in vista di un vero e proprio licenziamento. La vicenda delle plusvalenze è solo l’ultima di una serie che hanno portato nell’ultimo anno il club bianconero a perdere oltre un terzo del suo valore in Borsa, meno 34 per cento. Ai problemi comuni di tutti le società calcistiche per la Juventus se ne aggiungono di particolari, sia economici sia reputazionali. Prima c’è stato il caso Suarez, con il sospetto che a organizzare l’esame farlocco del giocatore urugaiano sia stata proprio la Juventus; Poi è arrivata la scivolata sulla Super League, con Andrea Agnelli a capo di un progetto subito rigettato dai tifosi, dall’Uefa, perfino da diversi primi ministri europei intervenuti per stopparlo; quindi è emersa tutta la voragine nei conti creata dall’acquisto di Cristiano Ronaldo, rivelatosi un fallimento sia economico sia sportivo.
Adesso è scoppiata la vicenda delle plusvalenze e delle false comunicazioni in bilancio, che potrebbe portare a una condanna penale per i massimi dirigenti del club, mentre la squadra dal 2020 ha smesso di vincere dopo nove anni di dominio a livello nazionale. La cassaforte di famiglia, Exor, è già stata aperta più volte per ripianare i buchi creati da Andrea Agnelli, con versamenti di oltre 700 milioni negli ultimi due anni. Una cifra enorme, pari a metà del valore borsistico attuale della società.
Ecco perché ora Elkann è intervenuto commissariando il cugino e tentando così di salvaguardare almeno il titolo di Exor. Che negli ultimi giorni ha risentito delle tribolazioni juventine e ha perso il 5 per cento, ma oggi ha guadagnato un punto percentuale appena si è diffusa la notizia che Elkann aveva deciso di intervenire. Ma la saga famigliare non è finita. E oltre che col cugino Andrea, Elkann deve vedersela con la madre Margherita, che gli ha fatto causa in Svizzera accusandolo di averla liquidata con una cifra inferiore al dovuto e tenendogli nascosti i miliardi che l’Avvocato, padre di Margherita e nonno di John, aveva nascosto in fondi neri all’estero.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

In Italia nelle ultime 24 ore si sono registrati 7.975 nuovi casi e 65 morti (133.739 da inizio pandemia). Ieri ci sono stati 12.932 casi e 47 morti. I tamponi sono stati 276.000, il tasso di positività sale al 2,9%. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 669, 31 in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.804, 202 in più di ieri. I dimessi/guariti sono 4.707, per un totale di 4.692.408 dall’inizio dell’epidemia. Questi i dati del bollettino odierno sul coronavirus, diramato dal ministero della Salute.

Foto | Praga, Natale 2021

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