Il racconto della giornata di lunedì 26 giugno 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il capo della Wagner Prigozhin è tornato a parlare dopo 48 ore di silenzio. La Corte d’appello di Torino ha ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per l’anarchico Alfredo Cospito. Durante il suo intervento alla “Giornata mondiale contro le droghe” Giorgia Meloni ha ribadito le posizione anti-droga del governo, negando la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Secondo il centro studi degli imprenditori inflazione, tassi elevati, ed energia stanno indebolendo la struttura industriale italiana e rendono fragile la crescita. La Cassazione ha accolto il ricorso contro l’archiviazione del caso Enrico Lombardo, il quarantaduenne morto nel 2019 durante un fermo dei carabinieri.
Prighozin rompe il silenzio e torna a criticare i vertici russi
Il capo della Wagner Prigozhin è tornato a parlare dopo 48 ore di silenzio. “Non volevamo fare un colpo di stato, ma evitare che la nostra milizia venisse sciolta. Le nostre azioni mostrano che c’è un problema di sicurezza nazionale su tutto il territorio russo” queste sono state alcune delle sue parole. Prigozhin quindi avrebbe agito per evitare lo scioglimento della Wagner, previsto dai vertici russi per il primo luglio, e sarebbe riuscito nel suo intento grazie alla mediazione del presidente bielorusso Lukashenko. Ora però c’è molta confusione sul futuro della milizia e secondo alcune informazioni diffuse sui canali Telegram, in Bielorussia sarebbe in corso la costruzione di alcune strutture per accogliere migliaia di combattenti. Prigozhin nel suo discorso non ha dato informazioni su dove si trovi, ma secondo alcune informazioni diffuse sempre via Telegram, si troverebbe a Minsk.
La cosa certa è che le sue parole hanno puntato a una ulteriore delegittimazione dei vertici russi.
Intanto in Ucraina l’avanguardia delle truppe di Kiev sarebbe passata sulla riva sinistra del fiume Dnipro, nella zona di Kherson. L’operazione avrebbe un significato simbolico forte per la controffensiva perché da mesi le truppe ucraine vengono respinte su quel lato del fiume. Una conferma ufficiale non è ancora arrivata e bisognerà verificare quanti militari di Kiev riusciranno a passare il fiume, considerando anche che molte di quelle zone sono ancora parzialmente sommerse per la distruzione della diga di Nova Kakhovka.
Rimane un’incognita sugli effetti militari in Ucraina degli eventi avvenuti in Russia negli ultimi due giorni. Per ora, non hanno portato a cambiamenti significativi.
Caso Cospito, la Corte d’Appello di Torino ribalta la richiesta della procura
La Corte d’appello di Torino ha ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per l’anarchico Alfredo Cospito per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006. La procura generale di Torino aveva confermato la richiesta dell’ergastolo ostativo per “Strage politica”, ma la difesa aveva chiesto l’applicazione dell’attenuante del “fatto lieve”. Una possibilità che era stata aperta dalla pronuncia di aprile della Corte Costituzionale.
Durante l’attentato per il quale Cospito era stato condannato all’ergastolo infatti, non ci furono né morti né feriti, ma solo qualche danno ai cassonetti dell’immondizia.
Giorgia Meloni riporta il dibattito sulla legalizzazione della cannabis indietro di anni
Le droghe sono tutte uguali. Giorgia Meloni, intervenendo a Montecitorio alla “Giornata mondiale contro le droghe” ha ribadito la posizione del governo sulle sostanze stupefacenti: non esistono droghe leggere, perché queste portano al consumo di droghe più pesanti. Dichiarazioni che riportano il dibattito sulla legalizzazione della cannabis indietro di anni.
Il discorso della premier è stato tutto incentrato sulla politica proibizionista che la destra porta avanti da tempo, senza nessun riferimento ai fenomeni criminali che girano intorno al traffico di stupefacenti né al problema del sovraffollamento delle carceri.
Botta e risposta durante l’intervento tra Meloni e il deputato di Più Europa, Riccardo Magi, che è stato cacciato dall’aula per aver mostrato un cartello con scritto: ‘Cannabis: non ci pensa lo stato ci pensa la mafia’.
Sentiamo Franco Corleone del forum droghe
Anche Confindustria vede nero
(di Massimo Alberti)
Inflazione, tassi elevati, ed energia indeboliscono la struttura industriale e rendono fragile la crescita, indica il centro studi degli imprenditori. Da cui continuano ad arrivare messaggi di inquietudine per le scelte del governo.
Dopo l’Istat e gli studi dei sindacati, anche i dati di Confindustria indicano un paese fragile e sulla strada della deindustrializzazione. Si continuano ad accumulare segnali di indebolimento, specie per l’industria e le costruzioni, in forte calo post bonus 110.
Il contesto non è buono: le stime sull’Europa oscillano di qualche decimo, gli Usa stanno bruscamente frenando, la Cina cresce meno delle attese. E le scelte della Bce si fanno sentire in negativo con la lenta discesa dell’inflazione e tassi in aumento che frenano consumi da un lato, investimenti dall’altro. Altro segno di preoccupazione arriva dalle prospettive sui costi dell’energia, il cui calo è ormai finito e per l’Italia, causa difficoltà algerine sul gas e forti ritardi sulle rinnovabili, si vedono diversi problemi all’orizzonte. Non sono solo numeri: Confindustria inizia ad avere una sempre meno malcelata inquietudine verso il governo. Se il tavolo sulle pensioni ha sancito che non ci sono soldi, le priorità tra industriali e sindacati sono sicuramente diverse, un punto comune è proprio quello delle politiche economiche. Anche a Confindustria non piace la logica di riduzione del gettito fiscale, tantomeno attraverso la flat tax. Nel fine settimana i giovani di Confindustria lo hanno ripetuto, criticando il governo anche per il lassismo sull’evasione fiscale. Anche altri vertici confindustriali scalpitano, parole analoghe e molto dure sono arrivate ad esempio dal capo degli industriali pugliesi. Il PNRR e la gestione dei fondi, se il governo dovesse fallire, rischiano di far saltare del tutto la luna di miele tra Confindustria e governo. Il messaggio che arriva dalle previsioni negative di oggi, è un monito piuttosto chiaro.
L’inchiesta sulla morte di Enrico Lombardo torna in tribunale
Ritorna in tribunale l’inchiesta sulla morte di Enrico Lombardo, il 42enne di Spadafora che la notte tra il 26 e il 27 ottobre del 2019 morì mentre era in stato di fermo in custodia della polizia. La cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla famiglia contro l’archiviazione del caso.
Le indagini svolte finora avevano infatti portato per due volte la Procura di Messina a chiedere l’archiviazione dell’inchiesta, accolta sempre dal gip e contro la quale si è sempre opposta la famiglia di Lombardato. La Cassazione è intervenuta sull’ultimo ricorso dei familiari contro l’archiviazione disposta dal gip nei confronti di quattro indagati: un medico, due soccorritori del 118 e un carabiniere.
Abbiamo raggiunto l’ex moglie di Lombardo, Alessandra Galeani.