Il racconto della giornata di lunedì 17 gennaio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Alla luce del diverso contesto epidemiologico potrebbero cambiare presto le regole in vigore in Italia, dal sistema delle zone a colori alla durata della quarantena e il conteggio dei ricoveri dei pazienti positivi. La pandemia ha accelerato la crescita delle diseguaglianze in tutto il mondo: lo dice il rapporto della ONG Oxfam, secondo il quale le 10 persone più ricche del mondo hanno raddoppiato la propria ricchezza, mentre i poveri sono aumentati di 163 milioni. Dopo 9 bombe esplose in città dall’inizio dell’anno, la ministra Lamorgese ha annunciato l’apertura di una sede distaccata della Dda a Foggia. Novak Djokovic è tornato in Serbia senza poter disputare l’Australian Open, ma ora rischia di dover saltare anche il Roland Garros in Francia e Wimbledon e US Open negli Stati Uniti. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
Salvini pronto a scaricare Berlusconi in cambio di un Ministero?
(di Luigi Ambrosio)
Salvini ha dato tempo a Berlusconi fino a venerdi per trovare i voti e poi, ha aggiunto, avanzerà lui una proposta che potrà essere condivisa anche dal centrosinistra. In pratica il capo leghista fa capire di essere pronto a scaricare Berlusconi in cambio di un ministero, magari di nuovo quello degli Interni.
Si conferma quanto Salvini e Meloni avevano già detto a Berlusconi durante il vertice del centrodestra di pochi giorni fa: “Se ce la fai a raccogliere i voti, bene, altrimenti non moriremo per te”. E i voti necessari, ci confermano fonti vicine a Forza Italia, sono ancora lontani dal venire raccolti. Certo, Salvini al Viminale, di nuovo, proprio lui, l’uomo sotto processo per la guerra alle Ong, rappresenterebbe per il Pd un prezzo politico altissimo, quasi irricevibile.
Ora come reagirà Berlusconi? Chi gli sta vicino in queste ore dice a Radio Popolare che potrebbe decidere di anticipare Salvini. Come? Facendo lui il beau geste, prima dell’ultimatum stabilito da Salvini per venerdi prossimo, e indicando lui il candidato. Se poi quel nome fosse quello di Draghi, la polpetta avvelenata verrebbe servita. Il Pd sarebbe in difficoltà perché si vedrebbe sottratto quello che è stato il suo candidato per settimane. Un governo guidato da un altro premier sarebbe a forte rischio di tenuta. Una vendetta anche nei confronti di Salvini, a cui potrebbe a quel punto saltare il banco tra le mani.
Come potrebbero cambiare le regole per le chiusure e la quarantena
(di Mattia Guastafierro)
Sono almeno tre gli ambiti in cui le regole potrebbero cambiare, alla luce del diverso contesto epidemiologico, caratterizzato da Omicron e dell’alta quota di popolazione vaccinata.
Innanzitutto il sistema delle zone colori. Come richiesto dalle Regioni, le quattro fasce – bianca, gialla, arancione e rossa – potrebbero essere riviste. Già oggi, infatti, molte delle restrizioni che valevano in una determinata zona colorata non sono più in vigore per chi possiede il Super Green Pass e i governatori spingono per eliminare chiusure e limitazioni agli spostamenti. L’intenzione del governo è quella di andare avanti ancora un po’ con gli attuali parametri, ma l’esecutivo ha aperto alla discussione e in settimana sarà convocato un tavolo.
In secondo luogo, a cambiare potrebbero essere le norme che regolano la quarantena. Tra le richieste c’è la riduzione a cinque giorni o l’eliminazione del periodo di isolamento per le persone positive ma asintomatiche che hanno fatto la dose booster di vaccino. A proporre la misura è stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ma anche il collega Pierpaolo Sileri non ha escluso novità dello stesso tipo. L’esponente 5 Stelle ha suggerito di distinguere tra malati e positivi al COVID.
Quest’ultima modifica cambierebbe, infine, anche il modo in cui viene comunicato il bollettino quotidiano sul COVID, escludendo dal conteggio dei ricoveri i pazienti positivi ma non sintomatici che entrano in ospedale per altre patologie. Nel concreto, però, cambierebbe poco: nei reparti dovrà comunque essere garantito l’isolamento dei pazienti positivi.
La pandemia ha accelerato la crescita delle diseguaglianze in tutto il Mondo
(di Massimo Alberti)
La pandemia ha accelerato la crescita delle diseguaglianze in tutto il mondo. È quanto scrive il rapporto della ONG Oxfam, uno dei più autorevoli su questo tema, che come ogni anno esce in concomitanza con l’inizio del Forum Economico Mondiale di Davos. Un dato è molto immediato: le 10 persone più ricche del mondo hanno raddoppiato la propria ricchezza, mentre i poveri sono aumentati di 163 milioni.
L’Italia non è stata un’eccezione: un milione di poveri in più secondo Oxfam, il 10% più abbiente dei cittadini italiani ha visto salire ancora la propria concentrazione di ricchezza, che ora tocca il 52,3%, mentre la metà più povera della popolazione deve spartirsi poco più dell’8% della ricchezza complessiva. Oxfam indica una serie di problemi: la mancata redistribuzione attraverso il fisco e lo stato sociale, la crescita della precarietà lavorativa che ha fatto aumentare il numero di chi, pur lavorando, è comunque in povertà.
E sul futuro le riforme del governo rischiano di favorire un ulteriore allargamento delle diseguaglianze. Oxfam definisce come frutto di “pulsioni conservatrici” l’intervento sulle tasse, le restrizioni al reddito di cittadinanza, la riforma degli ammortizzatori sociali. Che vanno nella direzione opposto di quanto servirebbe per ridurre le disuguaglianze.
Davanti a dati che confermano il costante aumento delle diseguaglianze la prima domanda che scatta è: che fare. Non c’è risposta facile e non ce n’è una sola.
Abbiamo interpellato diversi economisti che sulle diseguaglianze lavorano da anni, il risultato sono 3 aree dove serve un intervento radicale per redistribuire la ricchezza: tasse, lavoro, Stato sociale. Agire sul fisco per sistemi più progressivi è tema che si è posto dopo l’ultima riforma del governo Draghi, andata in direzione opposta. Aumento delle aliquote, spostamento della tassazione dai redditi da lavoro ai patrimoni sono le priorità, per il forum di Fabrizio Barca, come per Giulio Marcon di Sbilanciamoci la patrimoniale è la più urgente.
Anche sul lavoro il tema è molto attuale: nel 2021 la crescita del Pil, tradottasi in più fatturato per le imprese, non è stata redistribuita in salario e diritti. Non c’è stato un aumento proporzionale degli occupati, e il 90% dei nuovi contratti è precario. Per Marta Fana priorità assoluta a salario minimo e un piano contro il precariato. Lavoro al primo posto anche per Michele Raitano: più contrattazione collettiva, contrasto ai contratti pirata ed al part time involontario le priorità. E poi lo stato sociale, come lo stato redistribuisce ricchezza in aiuti e servizi. Allargare il reddito di cittadinanza è tema che la sociologa Chiara Saraceno ha posto con forza nel suo lavoro con la commissione di esperti. Legato al tema delle tasse è la sanità, questione prioritaria per l’economista Elena Granaglia: anni di tagli e più privato hanno fatto si che nel 2021, dati Cerved, metà delle famiglie abbia rinunciato a cure per problemi economici, servizi indisponibili o inadeguati. La crescita delle diseguaglianze durante la pandemia è passata anche da qui.
L’Antimafia arriva a Foggia in pianta stabile
Stamattina a Foggia, dopo gli attentati incendiari dei giorni scorsi, si è svolta una riunione straordinaria del comitato per l’ordine e la sicurezza. All’incontro in Prefettura hanno partecipato la ministra degli interni Luciana Lamorgese e il procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho, oltre ai rappresentanti locali delle istituzioni. La ministra ha annunciato l’apertura di una sede distaccata della Dda in città, dopo che dall’inizio dell’anno ben 9 bombe sono esplose davanti ad altrettanti esercizi commerciali e attività. Pochi mesi fa Foggia è diventata il secondo comune capoluogo sciolto per mafia nella storia d’Italia. La Società foggiana, la cosiddetta “quarta mafia”, esiste sul territorio fin dagli anni ’80. I riflettori su questo fenomeno si sono però accesi solo alcuni anni fa, nel 2017, dopo la strage di San Marco in Lamis. Federica Bianchi è la referente di Libera in città:
Djokovic dovrà saltare anche Roland Garros e (forse) Wimbledon e US Open
(di Vittorio Longhi)
È tornato nella “sua” Serbia, Novak Djokovic. Accolto da una grande folla che lo acclamava, Nole ha preferito lasciare l’aeroporto di Belgrado senza fare dichiarazioni. Dopo essere stato costretto ad abbandonare l’Australia senza poter disputare l’Australian Open, per Djokovic la situazione non sembra affatto schiarirsi.
È infatti entrato in vigore in Francia una sorta di Green Pass rafforzato, molto simile a quello italiano, che complica la presenza del serbo anche al Roland Garros. La Ministra dello Sport, Roxana Maracineanu, ha spiegato che per quanto riguarda gli eventi sportivi, il passaporto vaccinale non sarà obbligatorio solo per gli spettatori, ma anche per gli atleti professionisti, e per ottenerlo la guarigione dall’infezione non basterà: sarà obbligatorio vaccinarsi.
Dopo il primo torneo del Grande Slam dell’anno quindi, Djokovic rischia fortemente di saltare anche il secondo. Ma la situazione rimane complicata anche per quanto riguarda i due rimanenti: Wimbledon e US Open.
Ad oggi, per poter partecipare al torneo londinese, un non vaccinato dovrebbe osservare una quarantena di 10 giorni, con l’esecuzione di un tampone al secondo e all’ottavo giorno di isolamento.
Per il torneo newyorkese che si disputerà a settembre le possibilità sarebbero tendenti allo zero, dato che un cittadino non americano può entrare negli USA solo dopo aver completato il ciclo vaccinale. Condizione che costringerebbe Djokovic a saltare anche i due tornei Master 1000 americani in programma a marzo.
Gli Internazionali di Roma di maggio invece, potrebbero vedere il serbo ai nastri di partenza, in quanto guarito dal COVID entro gli ultimi 6 mesi. Ciò che è certo, è che Djokovic, a meno che non decida di vaccinarsi, può solo sperare in un netto miglioramento delle condizioni sanitarie che porterebbe a sospendere le restrizioni dei vari paesi. Ma questa opzione, almeno al momento, rimane molto difficile.
L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
Sono circa 83mila i contagi accertati oggi, in calo rispetto a ieri, ma a fronte di un numero più basso di tamponi, come sempre accade la domenica. 287 i morti. Continua la lieve crescita dei posti letto occupati in terapia intensiva – oggi 26 in più nel saldo tra entrate e uscite – mentre sono stati 509 in più gli ingressi nei reparti ordinari.
Dagli ospedali oggi è arrivato un nuovo allarme che riguarda i pazienti che devono essere operati per altre patologie, ma che al loro ingresso risultano positivi al COVID. Secondo l’associazione dei rianimatori Siaarti, “il loro numero è in aumento esponenziale e in alcune strutture mancano i protocolli e gli spazi per gestirli”. La conseguenza è che molti interventi vengono rinviati. E si tratta, in diversi casi, di pazienti oncologici o che soffrono di malattie cardiache.
Sul fronte dell’epidemia, da alcuni giorni si intravede un rallentamento della crescita dei contagi. L’OMS ha detto che presto in Italia verrà raggiunto il picco di Omicron. Secondo diversi esperti – da Anthony Fauci ai medici italiani Matteo Bassetti e Pierpaolo Sileri – la variante presto contagerà tutta la popolazione.
🔴 #Covid19 – La situazione in Italia al 17 gennaio: https://t.co/9bTOsOiTgh pic.twitter.com/YfVjM47xwC
— Ministero della Salute (@MinisteroSalute) January 17, 2022
🔴 Diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva (-1). A fronte di 68.733 tamponi effettuati, sono 9.883 i nuovi positivi (14,3%).
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