Approfondimenti

L’attacco al ponte di Crimea, la frenata dell’inflazione e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di lunedì 17 luglio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La Russia ha annunciato che non rinnoverà l’accordo sul grano che da un anno garantiva un passaggio sicuro per le navi cariche di cereali nel Mar Nero. Continua la missione di pace del Vaticano. I servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato l’attacco al ponte di Crimea. L’ISTAT ha riscontrato una “netta decelerazione” dell’inflazione in Italia, ma il quadro economico in Europa resta ricco di incognite. Marina Berlusconi è scesa in campo contro i magistrati che indagano sulle stragi mafiose del ’93. I commenti razzisti e sessisti dei telecronisti di Rai Sport ai Mondiali di Nuoto.

I servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato l’attacco al ponte di Crimea

Questa mattina due droni hanno causato il crollo di una campata e la morte di due persone. Il ponte ha un valore fortemente strategico e simbolico: lo volle Putin nel 2014, dopo aver annesso la Crimea, e collega direttamente la penisola alla Russia. Già a ottobre le truppe di Kiev avevano attaccato l’infrastruttura.

Che effetti avrà l’attacco di oggi? Lo abbiamo chiesto al nostro collaboratore Sabato Angieri.


Su piano diplomatico, la Russia ha annunciato che non rinnoverà l’accordo sul grano, che fino a oggi ha garantito un corridoio sicuro nel mar Nero alle navi cariche di cereali. A rischio è l’economia di Kiev, ma anche la sicurezza alimentare di quei paesi che dipendono direttamente dalle esportazioni ucraine. Secondo il segretario dell’Onu Antonio Guterres, “milioni di persone nel mondo pagheranno il prezzo della decisione di Mosca”.

Rimane invece ottimista il presidente turco Erdogan. Si è dichiarato “convinto” che il Putin deciderà di tornare all’accordo. Su questo abbiamo sentito Gianpaolo Scarante, ambasciatore e professore all’Università di Padova.

 

La visita del cardinale Zuppi a Washington

(di Chawki Senouci)
Con la missione negli Stati Uniti Il Cardinale Zuppi chiude il cerchio. Il 5 giugno è stato a Kiev, il 28 a Mosca e da oggi è a Washington.
Il Papa in persona sa che un eventuale dialogo tra Russia e Ucraina dovrà passa necessariamente dagli Stati Uniti.
La mediazione è solida per tre motivi:
– Primo perché storicamente quando gli emissari del Vaticano sono scesi in campo hanno sempre fatto bene.
Adottano la cosiddetta strategia dei piccoli passi cercando di ottenere dei risultati anche minimi per facilitare una tregua e poi un accordo di pace
Ad esempio in questo momento sono concentrati sulle questioni umanitarie per alleviare le sofferenze delle persone più colpite e più fragili, in modo particolare i bambini ucraini che si trovano in Russia.
– Secondo, questa mediazione ha il sostegno del cosiddetto sud globale guidato dal Presidente brasiliano Lula da Silva e dal premier indiano Modi.
La maggior parte dei paesi dell’ America Latina, Africa e Asia sono stati danneggiati dalla guerra.
Terzo: questa guerra non può essere vinta sul campo, con le armi. Lo ammette lo stesso Pentagono commentando la lentezza della controffensiva ucraina.
Tutto ciò non significa che il cardinale Zuppi tornerà dagli USA con dei risultati positivi perché la strada è ancora lunga.
Ma il fatto che l’inviato del Papa sarà ricevuto domani da Joe Biden e che la visita durerà ben tre giorni, ecco tutto questo fa capire che anche in America, a un anno dalle elezioni, si stia cercando una via di uscita da questa guerra.

In Italia l’inflazione rallenta

Oggi l’Istat ha pubblicato i dati relativi a giugno che fotografano prezzi sostanzialmente fermi rispetto a maggio e più alti del 6,4 percento rispetto a giugno 2022. Un dato comunque in calo sul mese precedente, quando l’aumento su base annua era stato del 7,6%.
L’istituto nazionale di statistica parla di una “netta decelerazione”, ma il quadro economico più ampio in Europa resta ricco di incognite.

Il nostro collaboratore Andrea Di Stefano

 

Marina Berlusconi: “Mio padre è perseguitato anche da morto”

(di Michele Migone)
“La lotta all’evasione fiscale non è volontà di perseguitare”. Sono parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Suonano come una risposta indiretta alla proposta di una nuova sanatoria, avanzata da Matteo Salvini. Oggi il ministro delle Infrastrutture è tornato a insistere: “La pace fiscale per chi ha fatto le dichiarazioni ma non è riuscito a versarle tutte è un vantaggio per lo Stato, libererebbe milioni di cittadini”.
A rincarare la dose è arrivato anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin “Il condono va valutato, si può fare” ha detto. “Il governo di destra continua a insultare i cittadini che pagano fino all’ultimo euro di tasse” è stata la replica dalle opposizioni.

E tra i temi che agitano la maggioranza in questo periodo c’è la riforma della giustizia. Ieri lo stop di Giorgia Meloni all’ipotesi di modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, in risposta al ministro Carlo Nordio. Oggi l’uscita pubblica di Marina Berlusconi su Il Giornale, alla vigilia dell’interrogatorio in procura a Firenze di Marcello Dell’Utri sugli attentati di mafia del ‘93.

I Commenti sessisti e razzisti dei telecronisti di Rai Sport ai mondiali di nuoto

La Rai ha avviato una procedura di contestazione disciplinare verso i telecronisti dei Mondiali di tuffi, autori di commenti razzisti e sessisti andati in onda stamattina.
Il giornalista sportivo Lorenzo Leonarduzzi e il collaboratore tecnico Massimiliano Mazzucchi da domani saranno sostituiti.
Una decisione presa da viale Mazzini dopo le numerose segnalazioni arrivate anche da telespettatori.

Carmine è stato uno dei primi a denunciare l’accaduto sul suo profilo Twitter.

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    Redazione
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    Finanza, banche, industria, governo e...cannoni. Il risiko bancario di questi giorni mostra l’attivismo straordinario dei grandi poli del credito e delle assicurazioni in Italia. Mediobanca, Generali, MPS e poi Unicredit e Intesa. Caltagirone e gli eredi di Del Vecchio. Il governo Meloni. Il campo da gioco è il triangolo Milano, Trieste e Roma. Chi comanderà sui miliardi dei “triestini” di Generali? Saranno ancora i “milanesi” di Mediobanca? Oppure saranni i “romani” Caltagirone e Delfin, con l’aiuto del governo Meloni? In questo caso Caltagirone e Delfin potrebbero finire per spartirsi un pezzo delle spoglie di una nuova Mediobanca, senza più le Generali in cassaforte. Manca solo Unicredit e, soprattutto, Intesa per capire se i cambiamenti saranno ancora più profondi. A fronte dell’attivismo bancario c’è poi un mondo industriale bloccato nella sua crisi. La produzione delle industrie italiane sembra non riprendersi più, cala da 25 mesi consecutivi. La politica industriale del governo è non-pervenuta. Unica speranza, le commesse militari, la spesa pubblica per la difesa che sosterrà un pezzo della ripresa dell’industria italiana. Ospiti a Pubblica Gianni Dragoni, giornalista del Fatto Quotidiano, esperto di economia e finanza; e Francesco Garibaldo, ricercatore, collabora con la Fiom Cgil su questioni di politica industriale.

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