Il racconto della giornata di lunedì 15 maggio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La destra ha vinto le elezioni amministrative in diverse città, tra cui Imperia, Pisa, Latina, Treviso e Sondrio, mentre la sinistra ha vinto a Brescia e Teramo. In tutti gli altri capoluoghi si andrà al ballottaggio. Il Cda della Rai ha scelto Roberto Sergio come amministratore delegato. A Genova, 17 lavoratori Ansaldo sono stati denunciati per aver tentato di difendere il loro posto di lavoro. Durante la sua visita in Gran Bretagna, Zelensky ha ottenuto nuovi sistemi di difesa e droni d’attacco.
Elezioni amministrative e prove di consenso per Pd e Fratelli d’Italia
(di Anna Bredice)
Ad Ancona, nell’unico capoluogo di regione, e tra l’altro una regione controllata da Fratelli d’Italia, si va verso il ballottaggio. Lì Giorgia Meloni aveva iniziato la campagna elettorale, anche per lei questo voto è una prova, serve a capire se dopo i decreti sui migranti, le pochissime risposte ai problemi sociali e di lavoro, il suo consenso rimane invariato o scende. E Ancona dà una prima risposta, non vince ancora a mani basse, invece ce la dovrebbe fare a Latina, feudo di destra. In tante città si va al ballottaggio e questo per ora fa tirare un sospiro di sollievo al partito democratico. Davide Baruffi, il responsabile degli enti locali, riporta un clima che per ora è di attesa, con un ottimismo un po’ forzato. Nove capoluoghi su tredici erano governati dalla destra, ora ci sono molti comuni dove c’è un testa a testa e vittoria già certe ad esempio a Brescia, riporta Baruffi. Nel Pd si considera positivo il fatto che in città come Vicenza, considerate inespugnabili, o anche Massa si andrà al ballottaggio. Pisa e Siena potrebbero essere il trofeo che si porta a casa Elly Schlein a due mesi dalla sua elezione, ma per ora i dati sono ancora troppo incerti per dire se si vince o si perde, a Pisa si è quasi pari, a Siena in vantaggio la sinistra, sono due città che la destra aveva espugnato nella Toscana rossa. Con quasi 500 comuni al voto, sia Elly Schlein che Giorgia Meloni trarranno da questo risultato un primo dato sul loro consenso nei territori: per la segretaria del Pd servirà a capire se la linea adottata nel partito, subito un po’ dalle altre correnti, è stata condivisa nei Comuni, soprattutto per quanto riguarda i diritti e il lavoro. Per Meloni, si tratta dell’ultimo voto prima della lunga campagna elettorale per le Europee e serve anche a verificare se i vari tentativi di distrazione per coprire le mancate promesse hanno avuto il loro effetto, o c’è un primo segno di stanchezza .
Rai, l’occupazione del governo è cosa fatta
(di Michele Migone)
È stato uno dei passaggi fondamentali per arrivare all’occupazione completa della Rai da parte di Giorgia Meloni. Oggi, prima il CDA di Viale Mazzini ha votato la nomina di Roberto Sergio nuovo amministratore delegato e poco dopo lo stesso Sergio ha indicato come nuovo direttore generale Giampaolo Rossi. Quest’ultimo è l’uomo su cui punta la presidente del consiglio per trasformare l’azienda pubblica in un megafono del governo e in una macchina di consenso per la Destra italiana. Rossi, che in passato, in perfetto stile sovranista, ha attaccato Mattarella ed espresso giudizi positivi su Putin, diventerà amministratore delegato tra qualche settimana prendendo il posto proprio di chi lo ha messo sulla poltrona: Roberto Sergio. Un’operazione, quella di oggi, che è andata in porto grazie ai voti favorevoli della presidente Marinella Soldi, vicina a Matteo Renzi, di Simona Agnes, in quota Forza Italia e di Igor De Biasio, Lega, e dell’astensione del rappresentante del M5Stelle e di quello dei dipendenti. Solo Francesca Bria, del Pd ha votato contro. Significativa l’astensione del M5stelle. Era prevista, ma non scontata. Nei giorni scorsi ci sarebbero stati segnali su di una disponibilità da parte di Giuseppe Conte a dare il via libera alle nomine di oggi in cambio di poltrone pesanti a Viale Mazzini: si è parlato di una testata Rai di peso oppure a una direzione importante come Rai Cinema. Dopo le nomine ai vertici della magistratura contabile di qualche settimana fa, il fatto di oggi conferma un dialogo tra il leader dei 5 Stelle e Giorgia Meloni.
Subito dopo la nomina, Roberto Sergio ha indicato quali trasmissione verranno tenute in palinsesto. Report, Carta Bianca e Mezz’ora – che erano nel mirino della Destra – per ora sono confermate. Cambieranno invece i conduttori di alcuni talk show quotidiani, come Agorà. Dopo il clamore per il caso Fazio, probabilmente si aspetta che Giampaolo Rossi assuma la carica di amministratore delegato per procedere ad altre – dirette o indirette – epurazioni.
I decreti Salvini colpiscono anche gli operai
(di Massimo Alberti)
L’indagine aperta contro 17 lavoratori Ansaldo, compresi i coordinatori aziendali di Fiom e Fim, è preoccupante e purtroppo non è una novità. Il 12 e 13 ottobre gli operai manifestarono per Genova con cortei, blocchi del traffico, contro la mancanza di un aumento di capitale e un piano industriale, che metteva a rischio il loro lavoro. E occuparono anche l’aeroporto bloccandolo per alcune ore. Sono strumenti tradizionali del movimento operaio, non diversi da quelli usati, ad esempio, nella logistica piacentina dal sindacato di base, o nei picchetti a difesa del posto di lavoro. In Emilia Romagna sono centinaia lavoratori, sindacalisti e attivisti sottoposti a provvedimenti giudiziari per le lotte sindacali. Per lo più dei sindacati di base. Solo che ora quegli atti riconducibili al conflitto sindacale, sono tornati punibili penalmente. Il decreto Salvini del 2019 punisce infatti con pesanti multe e pene fino a 6 anni il blocco stradale, o l’interruzione del flusso di merci, depenalizzati 20 anni prima. E’ una norma approvata dal governo Conte Uno che per lo più la si è applicata con multe da migliaia di euro, ma in diversi casi, se sarà confermato anche Genova, si arriva alla denuncia penale. Nessuno, nei partiti di centrosinistra che sostenevano il Conte 2, ha pensato di eliminare quel punto che volutamente spunta gli strumenti del conflitto. E ora, in un clima decisamente diverso per chi dissente – pochi giorni fa a prato il foglio di via per due sindacalisti – diventano uno strumento in mano a funzionari che spesso si stanno dimostrando più realisti del re. Non è un buon segno, nei confronti delle varie forme di dissenso, che siano lotte sindacali o quelle per la difesa dell’ambiente.
Sabato 10 giugno ne parleremo alla festa di Radio Popolare.
La visita di Zelensky in Gran Bretagna
(di Emanuele Valenti)
In 48 ore Zelensky ha visitato i principali paesi europei. In buona parte – Germania, Francia e Gran Bretagna – quelli più generosi sul fronte degli aiuti umanitari.
Particolarmente significativa l’ultima tappa, quella di Londra.
Il presidente ucraino ha ottenuto altre armi importanti. Tra le altre: nuovi sistemi di difesa e droni d’attacco. Nelle scorse settimane i britannici avevano già mandato a Kiev missili a lungo raggio.
In sostanza ciò di cui gli ucraini hanno bisogno per colpire in profondità i territori occupati dalla Russia, ben oltre la linea del fronte. Quindi depositi di armi, centri logistici, vie di comunicazione, rendendo così sempre più difficile proprio i rifornimenti alle unità che combattono sul campo, al fronte appunto.
Quella britannica è stata anche una tappa rappresentativa. Zelensky ha parlato di imminenti annunci sul possibile rifornimento di aerei da guerra, ma il premier britannico Sunak ha precisato non saranno quelli di Londra. Su questo gli occidentali non sembrano ancora pronti.
Sul campo le truppe di Mosca sono sempre più sulla difensiva.
Anche a Bakhmut. Il capo delle forze di terra ucraine ha confermato la conquista di altro territorio. Si tratta di piccoli passi in avanti, significativi per la difesa di Bakhmut e in prospettiva potenzialmente ripetibili su larga scala, con la tante volte anticipata contro-offensiva.
Le difficoltà russe sono state confermate oggi con un’esplosione nella città di Luhansk. Secondo i media ufficiali di Mosca esplosione per una granata in un esercizio commerciale, che avrebbe ferito il locale ministro degli interni.
Un probabile sabotaggio.