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L’estensione dell’obbligo del Green Pass, il via libera dell’AIFA alla terza dose e le altre notizie della giornata

Green Pass Scuola Presidi ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 9 settembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le nuove norme sul Green Pass hanno ricevuto oggi il via libera dal Consiglio dei Ministri, mentre l’AIFA ha dato il via libera alla terza dose di vaccino per immunodepressi, trapiantati, over 80, ospiti delle RSA e sanitari con particolare esposizione a rischio. I dirigenti di ITA e i sindacati non hanno raggiunto un accordo per l’avvio della nuova compagnia di bandiera. 120 indagati per il pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile 2020. “America Latina” di Fabio e Damiano D’Innocenzo è stato presentato a Venezia 78 e i registi ne hanno parlato ai nostri microfoni. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La tormentata conversione del decreto che ha istituito il Green Pass

(di Diana Santini)

La conversione del decreto che ha istituito il Green Pass, a inizio agosto, è stata tormentata, con la Lega che ha prima presentato e poi ritirato emendamenti al testo, ne ha votati alcuni presentati da Fratelli d’Italia, infine, al termine di una trattativa di cui finora Palazzo Chigi aveva categoricamente smentito l’esistenza, ha ottenuto l’inserimento negli ordini del giorno finali alcune sue richieste: tamponi calmierati per minorenni e poveri, estensione a 72 ore della validità del tampone, esclusione di provvedimenti generalizzati come l’obbligatorietà per l’accesso ai mezzi pubblici. Parole scritte nero su bianco, sì, ma non vincolanti per il governo. In cambio i leghisti hanno votato a favore del provvedimento, i pochi che erano in aula, a dire il vero.
Lo scontro parlamentare, simbolico dal momento che i voti leghisti non erano strettamente necessari, ha però prodotto l’auspicata, da Salvini, frenata sull’estensione dell’obbligatorietà del Green Pass. Il testo licenziato oggi dal Consiglio dei Ministri prevede l’introduzione dell’obbligo di certificazione solo per il personale scolastico di mense e pulizie e per chi lavora nelle RSA. Il Presidente del Consiglio ha assicurato che presto altre categorie di lavoratori seguiranno e d’altronde Draghi non fa mistero di puntare all’obbligo vaccinale per tutti. Che prima o poi ci arriverà è abbastanza scontato, i numeri li ha, e i prossimi a essere coinvolti saranno, forse già la prossima settimana, coloro che lavorano in luoghi dove il Green Pass è richiesto agli utenti: baristi, ristoratori, addetti di musei, piscine eccetera. A quel punto, scavallate le elezioni amministrative e ottenuto un appoggio un po’ più esplicito da parte dei sindacati, Draghi potrebbe abbandonare la gradualità a cui è stato costretto e ricominciare a spingere sull’acceleratore dell’obbligo vaccinale.

Il forestiero Conte che non piace molto al nord Italia

(di Michele Migone)

Giuseppe Conte e il Nord Italia non si pigliano molto. Né ora, né quando era a Palazzo Chigi. Lui cerca di recuperare terreno, ma si avverte la fatica di trovare un linguaggio comune. Appare (politicamente) un forestiero alla scoperta di una landa sconosciuta. Non lo aiutano poi le gaffes fatte negli ultimi tempi (il nome errato della sua candidata, le cifre sbagliate su bambini poveri a Milano) che indicano una distrazione che un leader politico alla ricerca di un rapporto con il territorio non dovrebbe mostrare. Il Nord non si sente compreso da Conte e lo guarda con sufficienza e il neo leader dei 5 Stelle, al di là dell’ammissione degli sbagli fatti, non sembra veramente in grado di capire il Nord. Due mondi separati. Per chiarire la profonda difficoltà di questo rapporto basterebbe guardare alla Composizione geografica degli ultimi due governi: il Conte 2 è stato l’esecutivo più orientato verso il Sud degli ultimi decenni. Con il governo Draghi, il Nord, con la maggior parte dei ministri, ha ripreso in mano le leve del comando. Quando era a Palazzo Chigi Conte, 1 o 2 che fosse, era guardato con diffidenza dai ceti produttivi settentrionali, ma soprattutto non era amato da Confindustria (con a capo un milanese) per aver varato il reddito di cittadinanza: una sorta di peccato originale assistenzialista la cui colpa, secondo gli imprenditori, ricadeva sui 5 Stelle e non sulla Lega. Quando poi Conte ha convinto l’Europa a stanziare i miliardi del Recovery Plan, gli industriali hanno chiesto che non fosse lui a gestirli, visto la sua lontananza politica dalle imprese. Con l’arrivo di Draghi, Conte è stato costretto a cambiare casacca, ma anche da leader di partito, il suo rapporto con il Nord non è molto migliorato. Sopra il Po, a parte qualche caso, vedi Torino, Il Movimento non è mai stato forte. In queste amministrative, Conte prova a evitare la frana, ma al di là dei risultati delle urne, la verità che comunque non appare grado di eliminare quella freddezza che lo circonda ogni volta che prende la parola e prova a parlare con il Nord.

L’AIFA dà il via libera alla terza dose

Via libera alla somministrazione della terza dose del vaccino anti-COVID da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Priorità sarà data, in una prima fase, a immunodepressi, trapiantati, over 80, ospiti delle RSA e sanitari con particolare esposizione a rischio. Si useranno solo vaccini Pfizer e Moderna e la terza dose dovrebbe essere inoculata dopo almeno 28 giorni dalla seconda dose per quanto riguarda immunodepressi e trapiantati e dopo sei mesi per le altre categorie.

120 indagati per il pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

120 indagati per il pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile 2020. La procura ha chiuso le indagini, in vista di una possibile richiesta di rinvio a giudizio, a carico di 120 agenti di polizia, tra loro due dirigenti: l’allora comandante della Polizia Penitenziaria del carcere Gaetano Manganelli,e l’ex provveditore regionale del dipartimento di amministrazione penitenziaria Antonio Fullone, accusati a vario titolo tortura, lesioni, abuso d’autorità, falso in atto pubblico, e cooperazione nell’omicidio colposo di un detenuto algerino: Lakimi Hamine, morto il 4 maggio 2020. il suo caso era stato in un primo momento identificato come un suicidio, sulla sua morte è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare, come ci ha spiegato Simona Filippi, avvocata dell’associazione antigone:


 

ITA, nessun accordo tra dirigenti e sindacati

Nessun accordo tra sindacati e dirigenti di ITA, ex Alitalia, per l’avvio della nuova compagnia di bandiera. I problemi restano legati all’occupazione: la società sta esaminando 30mila candidature per 2.800 assunzioni e non vuole una corsia preferenziale per gli ex dipendenti di Alitalia (si sono candidati in circa 7mila, il 70% del totale). Gli stipendi proposti da ITA secondo i sindacati sono troppo bassi, inferiori anche ai salari dei dipendenti di Ryanair.
Inoltre sull’avvio della nuova compagnia pesa anche una decisione attesa della Commissione Europea, che potrebbe chiedere alla società di restituire 900milioni di euro di aiuti di stato erogati ad Alitalia nel 2017. Nicola Borzi, giornalista economico e collaboratore del Fatto Quotidiano:


 

America Latina” di Fabio e Damiano D’Innocenzo debutta a Venezia

(di Barbara Sorrentini)

L’ultimo film in concorso a Venezia 78 è “America Latina” di Fabio e Damiano D’Innocenzo, che ritornano dopo il grande successo di “Favolacce” ancora con Elio Germano protagonista. È un film che esplora molti temi contrastanti, come se fosse un thriller psicologico. Sentiamo i Fratelli D’Innocenzo al microfono di Barbara Sorrentini:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono stati 5.522 i nuovi positivi al COVID-19, in leggero calo rispetto a ieri. Resta stabile il tasso di positività, fermo al 2% circa. 59, invece, le vittime nelle ultime 24 ore, ieri erano state 69. E calano, rispetto a ieri, i ricoveri in terapia intensiva di sei unità e di cinque nei reparti ordinari.

Stamattina sono stati pubblicati anche i dati del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativi alla settimana dall’1 al 7 settembre. Rispetto a quella precedente si registra, dopo 9 settimane di aumento, una diminuzione del 12,5% dei nuovi casi di COVID e scendono anche i casi attualmente positivi.
Possiamo quindi essere ottimisti o ci sarà un’altra ondata come quella dello scorso autunno? Lo abbiamo chiesto a Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano:

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    Replica della puntata andata in onda il 19 dicembre 2025. A cura di Raffaele Liguori. Leggendo Mattarella, il rischio di «progressivo svuotamento del potere pubblico» e l’idea ferita di Stato. Nel suo discorso del 17 dicembre, Mattarella ci ha ricordato che «le nostre società – quelle del mondo occidentale - appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio». E il rischio forse più grave – visto lo spazio dedicato dal capo dello stato – è quello di «un progressivo svuotamento del potere pubblico, fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli». Cosa ci sta comunicando Mattarella? Che il dominio di alcuni poteri privati sta spiazzando il potere dello Stato, lo Stato moderno? Il presidente della Repubblica parla di “usurpatori di sovranità”. Professor Carlo Galli, filosofo della politica, Mattarella sta segnalando un problema gigantesco delle società occidentali: la forza del capitalismo sta travolgendo società e stato? Siamo oltre Margareth Thatcher e Ronald Reagan (inizio del neoliberismo), siamo a Trump e Musk, a Milei (siamo al tecno-feudalesimo, come lo chiama Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco)? E la filantropia, che cosa c’entra in questa storia di dissoluzione del pubblico per mano privata? Per concludere, alcune segnalazioni a partire dal discorso di Mattarella https://www.quirinale.it/elementi/123509; all’ultimo libro di Carlo Galli «Democrazia, ultimo atto?», (Einaudi, 2023). E poi Carl Rhodes, studioso australiano: «Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia (Fazi, 2023)». Un’altra segnalazione riguarda un volume appena pubblicato dal Mulino dal titolo «Elite, filantropia e trasformazioni dello stato», della sociologa dell’università di Bologna Paola Arrigoni.

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