Approfondimenti

L’attacco israeliano contro una scuola dell’Unrwa, il taglio dei tassi da parte della BCE e le altre notizie della giornata

bombardamento Nuseirat ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 6 giugno 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Un bombardamento israeliano ha colpito questa notte una scuola delle Nazioni Unite nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della striscia, mentre continuano le pressioni internazionali su Israele e Hamas per accettare la proposta di tregua presentata da Joe Biden. In Normandia, a Omaha Beach, è stato il giorno delle commemorazioni per lo sbarco di 80 anni fa. La Banca Centrale Europea ha tagliato di un quarto di punto il costo del denaro, il primo taglio di tassi dopo la serie di rialzi iniziata a settembre 2022. La social card, diventata spot elettorale, e nemmeno di quelli entusiasmanti, riparte spuntata con una serie di problemi strutturali. Chiude a Lampedusa il museo dedicato alle vittime delle migrazioni nel Mediterraneo. È morta Lita Boitano, una delle più importanti voci di dissenso contro la dittatura militare in Argentina.

L’esercito israeliano ha colpito una scuola delle Nazioni Unite a Nuseirat

Un bombardamento israeliano ha colpito questa notte una scuola delle Nazioni Unite nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della striscia. Almeno 40 persone sono morte, e più di 70 sono i feriti. L’esercito israeliano ha detto che la scuola veniva utilizzata da Hamas come base operativa, e ha affermato di aver ucciso 20 o 30 miliziani del gruppo palestinese, negando la presenza di vittime civili. Secondo un’indagine della CNN, Israele avrebbe usato bombe americane per colpire la scuola-rifugio. L’alto rappresentante della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha chiesto un’indagine indipendente sull’attacco.

(di Martina Stefanoni)

Nel cortile dell’ospedale di Al Aqsa, a Deir el Balah, ci sono decine di corpi allineati avvolti in lenzuoli bianchi. Arrivano dal campo profughi di Nuseirat, nel centro della striscia di Gaza. Dormivano in una scuola dell’Unrwa trasformata in rifugio quando questa, nel pieno della notte, è stata colpita da un bombardamento israeliano. Secondo il capo dell’agenzia Onu, Philippe Lazzarini, in quella scuola trovavano rifugio circa 6mila persone. Molte erano scappate qui da Rafah, dopo l’avvio dell’operazione israeliana nella città meridionale. L’ospedale di Al Aqsa è l’unico rimasto operativo nel centro della striscia e da giorni si trova a curare un numero di pazienti tre volte superiore alla sua normale capacità. Uomini donne e bambini sono arrivati qui su indicazione dell’esercito israeliano che però, da inizio settimana, ha avviato un’intensa operazione militare nel centro della striscia. Israele nega che nel raid sulla scuola ci siano vittime civili e dice che l’edificio veniva utilizzato da Hamas. Di quei 40 corpi fuori dall’ospedale Al Aqsa, però, 14 sono bambini. E bambini sono quelli che dentro le mura dell’ospedale, con il corpo ricoperto di polvere, piangono di dolore e di paura perché ancora una volta sono stati svegliati dal rumore delle bombe o dalle grida di chi dormiva con loro nelle aule della scuola.
È di poco più di una settimana fa il bombardamento su un altro rifugio di sfollati, a Rafah. Qualcuno, forse, è sopravvissuto a quel massacro, ed è morto in questo, perché per i palestinesi di Gaza, da otto mesi, la questione è sempre la stessa: nessun luogo è sicuro.

Le pressioni internazionali su Israele e Hamas

Continuano le pressioni internazionali su Israele e Hamas per accettare la proposta di tregua presentata da Joe Biden. 17 Paesi, tra i quali Stati Uniti, Spagna, Francia, Germania e Argentina, hanno firmato un appello per chiedere ai leader delle due parti di fare tutti i compromessi finali necessari per concludere l’accordo. Dopo notizie diffuse dall’Arabia Saudita secondo cui Hamas avrebbe rifiutato l’accordo, l’Egitto ha poi detto di aver ricevuto invece segnali positivi da Hamas.
Intanto resta alta la tensione anche al nord d’Israele, dove continua lo scambio a fuoco tra l’esercito ed Hezbollah. Il Comandante del Fronte nord israeliano ha detto che l’esercito è preparato e pronto per una guerra con Hezbollah. Secondo il sito americano Axios, l’amministrazione Biden avrebbe messo in guardia Israele sulla possibilità che una guerra in Libano avrebbe potuto spingere l’Iran a intervenire.

Le parole di Biden su Putin e Ucraina in Normandia

In Normandia, a Omaha Beach, è stato il giorno delle commemorazioni per lo sbarco di 80 anni fa, con cui l’esercito statunitense entrò in Francia per combattere i nazifascisti, durante la seconda guerra mondiale. Tra i protagonisti delle cerimonie Joe Biden, che nel suo discorso ha citato l’Ucraina: “È stata invasa da un tiranno e non la abbandoneremo, le forze oscure non spariscono mai” ha detto il presidente degli Stati Uniti.

(di Roberto Festa)

Joe Biden non lo cita mai per nome, ma il tiranno avido, aggressivo, che vuole dominare, “perché il desiderio di dominio è perenne”, dice Biden, è lui, Vladimir Putin, il convitato di pietra di queste celebrazioni per l’ottantesimo anniversario del D Day. Tutto il discorso di Biden a Omaha Beach è stato tessuto sul parallelo tra la guerra contro la dittatura nazifascista e la guerra contro l’aggressione russa dell’Ucraina. L’isolamento non fu la risposta 80 anni fa e l’isolamento non è la risposta oggi, ha detto Biden, che ha usato il discorso per rilanciare un’idea su cui è spesso tornato in questi anni di presidenza, e che fa parte della sua storia politica: quella dello scontro tra le forze della libertà, della democrazia, e quelle dell’autoritarismo e dell’oscurantismo. Del resto Biden, 81 anni, sarà l’ultimo presidente USA a essere nato quando la Seconda guerra mondiale era ancora in corso, e la sua cultura politica resta quella dell’atlantismo. È stato un discorso, quello di Biden, molto energico, che arriva nel momento in cui negli Stati Uniti i repubblicani rilanciano dubbi e insinuazioni sulla sua età e sulle sue facoltà mentali. È stato un discorso pronunciato in contemporanea con un’intervista a Time e a una a ABC News, in cui il presidente statunitense ha rilanciato il ruolo americano nel mondo e quello della NATO come garante della sicurezza. Segnali che mostrano come l’impegno USA a favore dell’Ucraina – impegno militare, diplomatico, politico – non è destinato per il momento a ridursi.

Poco dopo il discorso di Biden è arrivato alle commemorazioni il presidente ucraino Zelensky, accolto da un’ovazione. “Siamo con voi e non cederemo”, ha detto il presidente francese Macron, concludendo le cerimonie. Il servizio da Parigi di Francesco Giorgini:


 

Le conseguenze del taglio dei tassi da parte della BCE

(di Massimo Alberti)

Come previsto la Banca Centrale Europea ha tagliato di un quarto di punto il costo del denaro. È il primo taglio di tassi dopo la serie di rialzi iniziata a settembre 2022. A breve ci saranno le prime conseguenze sui mutui variabili, e sugli interessi del debito. Non è chiaro però come la BCE intenderà procedere in futuro, se e quando ci saranno ulteriori tagli. Su questo i banchieri centrali restano divisi.

Dal mondo produttivo, a quello finanziario, all’annuncio della Banca Centrale si è sentito un grande sospiro di sollievo. Ossigeno su un’economia europea che ancora arranca. Dopo mesi in cui i banchieri hanno brindato, con utili record senza fare nulla, a breve il taglio dovrebbe trasferirsi sull’economia reale: in una ripresa del credito alle imprese e quindi degli investimenti, in un primo tenue calo dei mutui, e qualche margine in meno degli interessi sul debito. Ma detto questo, le incognite sul futuro restano. [CONTINUA A LEGGERE]

Lo social card: i problemi del nuovo spot elettorale del governo

(di Massimo Alberti)

Il punto di partenza non può che essere che per chi è in difficoltà poco è meglio di nulla. Ma detta questa ovvietà, la social card, diventata spot elettorale, e nemmeno di quelli entusiasmanti, riparte spuntata con una serie di problemi strutturali. Il principio è un contributo una tantum per beni di prima necessità, carburanti, mezzi pubblici, alimentari, con sconti del 15% dai commercianti. L’inflazione ne aveva già divorato il valore. Compensato ora da un leggero aumento. Ma stavolta i canali di distribuzione non garantiscono lo sconto, depotenziando ancor più il valore. Le associazioni del commercio lo hanno spiegato a Lollobrigida: gli sconti non compensano gli aumenti di vendite, e in una trattativa un po’ da accatto, visto che parliamo di poverissimi, usano questa leva per chiedere di ridurre le commissioni sui buoni pasto. Mettendo in crisi il governo, che sta raschiando il fondo del barile delle risorse per la manovra d’ autunno e la probabile procedura di infrazione per deficit. C’è poi il problema dei paletti: è tagliato fuori chi prende altri sussidi, cioè i più bisognosi. L’aumento a 500 euro è stato così possibile anche grazie a fondi avanzati dalla prima versione, che ha raggiunto una platea minore rispetto ai potenziali un milione 300mila famiglie circa. Ma anche di questo il governo se ne lava le mani, scaricandone gestione, e proteste, sui comuni. C’è poi la curiosa lista di beni acquistabili che aveva già destato dubbi, escludendo ad esempio sale, tisane, marmellata. Un’elemosina pure paternalista, rilevarono molti esperti, e come fa notare la sociologa Chiara Saraceno, evidenzia una contraddizione: da un lato si cancellano sussidi ai poveri, dall’altro si riconosce che ci sono milioni di persone in difficoltà. Al di là del principio resta il problema materiale, di una card che vale molto meno del valore nominale. Ma i fortunati che potranno averla se ne accorgeranno solo a settembre, ben dopo le elezioni.

Chiude a Lampedusa il museo dedicato alle vittime delle migrazioni nel Mediterraneo

Chiude a Lampedusa il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, il museo dedicato alle vittime delle migrazioni nel Mediterraneo: un luogo unico al mondo per la cultura e per i diritti dei migranti. Il Comitato 3 Ottobre, nato dopo la strage di 368 migranti del 2013, ha perso la gestione e il nuovo ente ha annunciato di avere altri piani.

(di Luca Parena)

A inaugurarlo, all’indomani della Festa della Repubblica di otto anni fa, era stato il presidente Sergio Mattarella. Nel suo saluto aveva detto: “Questo museo e la cultura uniscono i popoli, rappresentano uno strumento d’incontro decisivo”. Ora però il museo dedicato alle vittime del Mediterraneo, sull’isola di Lampedusa, sta per chiudere.
La Fondazione che ha vinto il bando per gestire lo spazio, alla vigilia di Agrigento capitale italiana della cultura, ha detto di avere altri piani. Al Comitato 3 ottobre, che finora aveva sempre organizzato visite, mostre, incontri ha chiesto un affitto dal costo di 10mila euro l’anno.
Una proposta impossibile da accettare ci ha spiegato il presidente del Comitato 3 Ottobre Tareke Brhane, che parla di un duro colpo, a livello simbolico ma forse non solo, alla cultura dell’accoglienza e alla memoria delle vittime.
Fotografie, disegni, diari e semplici oggetti personali esposti nel museo hanno contribuito a dare un volto e una storia ad alcune delle circa 30 mila vite inghiottite dal Mediterraneo negli ultimi dieci anni. Adesso anche il ricordo di questi migranti rischia di restare chiuso fuori da Lampedusa e fuori dall’Europa. 

Addio a Lita Boitano, una delle più conosciute madri di Plaza de Mayo

Era una delle più conosciute madri di Plaza de Mayo, una delle fondatrici dell’Associazione dei parenti dei desaparecidos. È morta Lita Boitano, una delle più importanti voci di dissenso contro la dittatura militare in Argentina. Alfredo Somoza:


 

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 14/03 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 14-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 14/03 09:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 14-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 13/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 13-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 14/03/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 14-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il giorno delle locuste di venerdì 14/03/2025

    Le locuste arrivano come orde, mangiano tutto quello che trovano sul loro cammino e lasciano solo desertificazione e povertà. Gianmarco Bachi e Andrea Di Stefano si addentrano nei meandri della finanza cercando di svelare paradisi fiscali, truffe e giochi borsistici in Italia e all’estero. Una cronaca diversa dell’economia e della finanza nell’era della globalizzazione e del mercato come icona assoluta.

    Il giorno delle locuste - 14-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di venerdì 14/03/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 14-03-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 14/03/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 14-03-2025

  • PlayStop

    Blues e dintorni di venerdì 14/03/2025

    "Blues e dintorni" vuole essere un programma dove il termine blues sta soprattutto a significare musica dell'anima, non necessariamente espressa in dodici battute. Questo vuol dire che ci sarà anche canzone d'autore, dialettale e magari anche elettronica se il principio di fondo verrà rispettato. Insomma musica circolare purchè onesta e genuina che prevede anche ospiti in studio qualora ce ne sia la possibilità. Un'ora di chiacchiere (poche) e musica (tanta) per addentrarci lentamente nella notte. FOTO|  Rodrigo Moraes  from São Paulo, brazil, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

    Blues e dintorni - 13-03-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 13/03/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 13-03-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 13/03/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 13-03-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 13/03/2025

    Ogni giovedì alle 21, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 13-03-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 13/03/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 13-03-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 13/03/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 13-03-2025

Adesso in diretta