Approfondimenti

La linea dura di Putin sul gas, la fine dello stato di emergenza e le altre notizie della giornata

guerra ucraina ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 31 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A 36 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina la tregua sembra ancora lontana, ma i colloqui riprenderanno già domani da remoto, mentre sempre per domani la Russia ha promesso il cessate il fuoco su Mariupol per permettere l’evacuazione dei civili. Putin, intanto, ha annunciato il pugno duro sul gas per i Paesi considerati ostili, Italia compresa. Dopo quattordici mesi in Italia finisce lo stato d’emergenza e cadono molte restrizioni. L’Istat ha diffuso i dati sull’inflazione, confermando un aumento dei prezzi che accelera ormai da 9 mesi. Grazie a schemi di decreto legislativo di recepimento di direttive europee, approvati dal CDM su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, cambia in Italia il congedo parentale. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’evacuazione di Mariupol mentre prosegue l’escalation nel Donbass

Da questa mattina sappiamo che il Comitato Internazionale della Croce Rossa è pronto a partecipare a un convoglio che domani dovrebbe portare aiuti alla città e far uscire una parte della popolazione civile ancora intrappolata, potrebbero essere fino a 170mila persone. Il convoglio si è già mosso da Dnipropetrovsk in direzione di Zaporizhia. Sono 45 autobus, che visti i numeri anche nella migliore delle ipotesi porterebbero fuori solo una minima parte dei civili in attesa. Il percorso di ingresso e uscita del convoglio passerebbe da Brediansk, città sempre sul Mare di Azov a ovest di Mariupol controllata dai russi. 
Ma la Croce Rossa ha detto che prima di ripartire, domattina, dovrà avere tutte le rassicurazioni dalle due parti: cessate il fuoco, punti di raccolta dei civili, conferma del percorso di uscita. 
Altri tentativi di fare uscire un numero consistente di civili da Mariupol sono falliti.

In una telefonata con il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Store, Putin ha detto che Mosca rispetterà la tregua su Mariupol.


Prosegue l’escalation nel Donbass, sopra Mariupol. 
Ed è sempre poco chiaro cosa stia succedendo a nord, sopra Kiev. 
Anche la NATO ha detto che quello dal nord non è vero ritiro russo ma un riposizionamento delle truppe.


Oggi bombardamenti e combattimenti sono andati avanti, a ovest di Kiev, ma soprattutto nella zona di Chernihiv. Qui gli ucraini dicono di aver ripreso il controllo di alcuni villaggi ma allo stesso tempo è continuato il cannoneggiamento russo.
 Truppe russe che invece avrebbero in buona parte lasciato la zona di Chernobyl, sempre a nord sopra Kiev, lo dice l’Agenzia Ucraina per l’Energia Atomica. Dal campo non c’è nulla di definitivo. Ed è così anche per la diplomazia.
 Non è ancora il tempo di una tregua in tutto il paese – Mario Draghi ha riportato anche queste parole di Putin – e non è nemmeno il tempo di un incontro Putin-Zelensky.
Unica nota positiva: il canale di comunicazione rimane aperto. 
I colloqui, a distanza, dovrebbero riprendere domani. Mentre il governo turco sta lavorando a un nuovo incontro tra i due Ministri degli Esteri, entro due settimane. E anche questo indica come i tempi di questo conflitto saranno purtroppo ancora lunghi.

Il pugno duro di Putin sul gas russo

In Ucraina in queste ore si aspetta di capire se finalmente ci sarà un’importante evacuazione dalla città ucraina di Mariupol, assediata da settimane. Il servizio di Emanuele Valenti:

Nel resto dell’Ucraina i combattimenti continuano, mentre domani dovrebbero riprendere le trattative formali tra i rappresentanti di Kiev e quelli di Mosca. Il punto ancora con Emanuele Valenti:

Negli Stati Uniti oggi il presidente Biden ordinava il maggior rilascio delle riserve petrolifere della storia del paese – un milione di barili al giorno per sei mesi per cercare di abbassare il prezzo del greggio – in Russia Vladimir Putin concretizzava i suoi annunci sul tema del gas.
La notizia è la firma di un decreto con nuove regole sul pagamento, che dovrebbe essere obbligatoriamente in rubli per i paesi considerati ostili, quelli che hanno approvato sanzioni contro il regime di Mosca. “Noi continueremo a usare gli euro”, ha detto in sostanza nel pomeriggio il cancelliere tedesco Scholz, mentre il costo del gas faceva segnare un nuovo aumento e il rublo tornava a guadagnare valore, pur restando sotto quello precedente all’invasione dell’Ucraina. Cosa cambierà esattamente e c’è un rischio di interruzione dei flussi di gas? Lo abbiamo chiesto al nostro collaboratore Andrea Di Stefano:


 

Fine dell’emergenza

(di Vittorio Agnoletto)

Dopo quattordici mesi, finisce lo stato d’emergenza e cadono molte restrizioni. Riacquistiamo sia gran parte della nostra libertà, sia, almeno così dovrebbe essere, la nostra democratica vita istituzionale. Sul campo restano, secondo le cifre ufficiali ampiamente sottostimate, 160.000 decessi per COVID che continuano ad aumentare ogni giorno, perché una pandemia non inizia e non si conclude con un decreto. Restano le voci dei parenti di coloro che sono morti nelle RSA e nella mai proclamata zona rossa nel bergamasco, voci che continuano a chiedere giustizia e che si rifiutano di accettare che anche questa pagina della nostra storia nazionale si concluda con l’impunità dei potenti di turno. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

L’aumento dei prezzi accelera per il nono mese consecutivo

Oggi l’Istat ha diffuso una serie di dati sul lavoro e sull’inflazione. I primi riguardano febbraio, quando il tasso di occupazione è salito al 59,6%, il più alto di sempre da quando l’istituto di statistica ha iniziato a conteggiarlo. Si conferma però che la crescita è fatta soprattutto di contratti a termine: in un anno 504mila in più, contro i 112mila in più a tempo indeterminato.

I dati sull’inflazione invece riguardano marzo e dicono che l’aumento dei prezzi accelera per il nono mese di fila: +6,7% rispetto a un anno fa, un livello che non si vedeva dal 1991, trainato dai costi dell’energia (saliti di quasi il 53%).

Tutte le novità introdotte per i congedi parentali

Nuove norme in arrivo per i congedi parentali: 
il periodo retribuito al 30% sale da 6 a 9 mesi, fermo restando il limite di 11 mesi complessivi. Potrà essere fruito fino ai 12 anni di età del figlio, attualmente era fino ai 6 anni.
 La possibilità vale anche per le lavoratrici autonome, con indennità a carico dell’INPS.
 Nelle famiglie con un solo genitore il periodo sale da 10 a 11 mesi. 
A differenza di quanto accade ora, si manterrà il diritto a ferie, tredicesima e anzianità di servizio anche per i mesi di astensione dal lavoro. 
Si stabilizzano i 10 giorni di paternità obbligatoria. 
Il decreto legislativo è stato approvato per adottare una direttiva europea.
 Barbara Poggio coordina il centro studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento



 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono stati 73.195 i nuovi positivi al COVID nelle ultime 24 ore in Italia, con un tasso di positività su tampone stabile al 15%. I morti sono 159. In calo rispetto alle 170 delle 24 ore precedenti. Nelle terapie intensive si registrano 13 ricoveri in meno.
Su base settimanale i ricoveri nelle terapie intensive sono comunque aumentati del 7% e quelli nei reparti ordinari dell’8,6% secondo i dati elaborati dalla Fondazione Gimbe, mentre la curva dei contagi sembra avere raggiunto il picco. E lo stesso Gimbe avverte: la fine dello stato di emergenza, domani, avviene in un momento in cui la circolazione del virus è alta.

Cosa succede da domani? Oltre allo smantellamento del CTS e della struttura commissariale, per un mese il Green Pass rafforzato servirà solo per le attività artistiche e ricreative al chiuso, come cinema, teatri, palestre, piscine, e anche musica dal vivo, feste, cerimonie, discoteche.
Il Green Pass base, quello che si ottiene anche col tampone negativo, sarà sufficiente per lavorare, oltre che per andare al bar o al ristorante al chiuso, per i concorsi pubblici e per gli eventi sportivi, la cui capienza torna al 100%, e sui mezzi di trasporto nazionali.
Niente più Green Pass per ristoranti all’aperto, trasporto locale, uffici pubblici banche e parrucchieri e centri estetici.
Dal 1° maggio il Green Pass non servirà più con eccezione delle visite in ospedale e nelle Rsa per cui occorrerà quello rafforzato.
Per quanto riguarda le quarantene, rimangono obbligatorie per i positivi. Chi entra in contatto con un positivo dovrà portare la mascherina FFP2 per 10 giorni.
L’arrivo dell’estate e la copertura vaccinale fanno sperare che la circolazione del virus si attenui, anche se il Gimbe rileva una criticità nella campagna vaccinale, che arranca. In un mese c’è stato un incremento di meno del 3% delle terze dosi effettuate.

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    Redazione
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