Approfondimenti

Meloni a Bruxelles con la faccia scura, il caso di Gioventù nazionale e le altre notizie della giornata

Meloni Bruxelles ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 27 giugno 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Giorgia Meloni arriva al vertice con la faccia scura: dovrà decidere cosa fare, se votare o no a favore di Von Der Layen o astenersi, mentre in Italia ri-scoppia il caso di Gioventù Nazionale. Sono oltre 40 i miliardi di euro accumulati negli ultimi 20 anni dall’Inail, fermi nelle casse dello Stato, inutilizzati sia per i risarcimenti che per la prevenzione. In Kenya è stata un’altra giornata di mobilitazione contro il governo, che come promesso dal presidente Ruto, ha usato la mano pesante contro le proteste. Negli Stati Uniti stanotte ci sarà il primo dibattito televisivo tra i candidati alla corsa alla Casa Bianca, Joe Biden e Donald Trump.

Le ultime ore per la trattativa italiana a Bruxelles

Le nomine a Bruxelles. Le proteste di Meloni per essere stata esclusa dai giochi sortiscono qualche apertura da parte dei popolari. Ma il pacchetto di nomi non cambia. Ultime ore per la trattativa. All’Italia serve un commissario con poteri economici per garantirsi flessibilità sul rientro del debito.

(di Michele Migone)

Giorgia Meloni arriva al vertice con la faccia scura. Dovrà decidere cosa fare. Votare o no a favore di Von Der Layen, astenersi. Non sarà una scelta facile. Per certi versi è tra Scilla e Cariddi. Ma è stata lei stessa a infilarsi in quell’angolo. Ha giocato allo stesso tempo su due tavoli, in questo
frangente incompatibili: capo del governo italiano e leader del gruppo conservatore europeo. Se
propende per uno, perde nell’altro. Dovrà valutare bene le sue mosse. Dopo la protesta pubblica per essere stata estromessa dalle trattative sui top jobs, ma anche e soprattutto dopo l’intervento informale del Quirinale, oggi Giorgia Meloni è stata accolta a Bruxelles da una serie di dichiarazione di disponibilità, in particolare del polacco Tusk e del greco Mitsotakis. Sono entrambi del Partito Popolare. Lo hanno fatto per blandirla. Un Gioco facile, visto che ormai l’accordo tra PPE, socialisti e liberali è chiuso. Ma anche per ricordarle che da capo di governo di uno dei paesi fondatori della UE, al Consiglio Europeo deve agire da statista e non da leader di uno schieramento politico. Perché, sottinteso, è poi l’Italia a pagarla. Vedi la flessibilità sul rientro del debito. Ma c’è un altra ragione per spiegare la mossa di Tusk e Mitsotakis. Vogliono attrarla nell’orbita del partito popolare, spaccando il gruppo dei conservatori. Tutti sanno che Meloni sta trattando con la Von Der Layen una poltrona pesante per Roma in cambio dei voti di Fratelli d’Italia, a luglio, quando l’Europarlamento sarà chiamato a confermarla alla presidenza della UE. Un gioco che non piace agli alleati europei di Giorgia Meloni. Tanto che oggi i polacchi del Pis hanno detto che potrebbero lasciare i conservatori per dare vita a un altro gruppo con Orban. Per la leader di Fratelli d’Italia un brutto colpo. Perderebbe truppe e peso politico. È stretto il sentiero che Giorgia Meloni dovrà percorrere nelle prossime ore.
 

Il caso di Gioventù nazionale e il silenzio totale di Meloni

In Italia, intanto, ri-scoppia il caso di Gioventù Nazionale. Nella seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage si vedono esponenti della branca giovanile di Fratelli d’Italia proferire insulti razzisti e antisemiti.

(di Anna Bredice)

“L’Unione europea condanna la simbologia fascista, la ritiene moralmente sbagliata”. Solo dieci giorni fa il portavoce della Commissione europea commentava così la prima parte dell’inchiesta di Fanpage. Oggi Giorgia Meloni è a Bruxelles e la partita così delicata che si decide sulle nomine non può non tener conto anche di questo. O almeno ne stanno tenendo conto nel gruppo socialista e dei verdi, per i quali l’ideologia fascista e antisemita che permane in quel sottobosco del partito di Meloni è una discriminante.
Giorgia Meloni tace. È stata chiamata in causa da giorni su quello che stava uscendo da questa inchiesta, con interrogazioni e question time in Parlamento. A maggior ragione oggi, dopo che hanno iniziato a girare le fotografie di lei che quasi abbraccia Flaminia Pace, l’esponente di Gioventù nazionale che si dice fascista e ride dicendo che dopo aver festeggiato con le svastiche è stata costretta a fare un comunicato di solidarietà a Ester Mieli. E poi offese e insulti contro di lei, che è senatrice di Fratelli d’Italia.
Una circostanza, forse, che ha fatto superare il limite di indifferenza che finora ha accompagnato dentro il partito queste inchieste e ha portato alle dimissioni di Flaminia Pace e poi di un’altra esponente di quel movimento.
Fino a ieri Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, incolpava i giornalisti di Fanpage nel tentativo di colpevolizzare altri. Oggi le dimissioni con un annuncio vago di altri provvedimenti, frasi di circostanza di altri ancora, compreso La Russa, e il silenzio totale da parte di Giorgia Meloni a cui tutte le opposizioni ora chiedono di sciogliere l’organizzazione giovanile del partito, i cui componenti dovrebbero essere noti ai vertici. Ma questo è solo l’ultimo scampolo di rigurgiti di antisemitismo e di fascismo nella destra meloniana. Le braccia tese ormai non si contano più e non fanno più notizia. Solo poco tempo fa è dovuta passare una settimana interna per le dimissioni del portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, che fino a poco tempo prima intrecciava conversazioni antisemite con il narcotrafficante Piscitelli, ucciso a Roma.
 

I fondi Inail bloccati nell’indifferenza del governo

(di Massimo Alberti)

Tra i vari punti critici citati nella relazione del Procuratore generale della Corte dei Conti, ce n’è uno fondamentale per la sicurezza sul lavoro: quello dell’avanzo di Bilancio Inail. Oltre 40 miliardi accumulati negli ultimi 20 anni, fermi nelle casse dello Stato, inutilizzati sia per i risarcimenti che per la prevenzione. Un problema che sindacati e associazioni di familiari sollevano da anni.
Il bilancio dell’Inail, di fatto un’assicurazione pubblica per gli infortuni sul lavoro, è formato dai contributi di imprese e lavoratori. Ma pur a fronte di un numero crescente di infortuni e morti sul lavoro, l’Inail ha un bilancio che ogni anno produce un attivo medio di 2 miliardi. Una parte, come in ogni assicurazione, costituisce una riserva da mantenere, presso un fondo del ministero dell’Economia. Il problema è che quei soldi servirebbero come l’ossigeno, soprattutto guardando alle ragioni per cui quel fondo si è gonfiato in questa misura. Intanto i controlli: l’Inail ha una carenza di migliaia di ispettori per cui quei soldi potrebbero essere usati. Il secondo, la copertura: che oggi non riguarda tutte i lavoratori e le categorie, e morti e infortunati “scoperti”, tra nero e altro, sono almeno un 50% in più di quelli ufficiali. Il capo dei magistrati contabili non a caso ha evidenziato proprio questo aspetto. L altro tema riguarda i risarcimenti. Familiari e sindacati chiedono da tempo al governo la revisione della legge del 1965 che indennizza solo familiari di vittime che mantenevano la famiglia. Era emerso ad esempio con la morte di Lorenzo Parreli, lo studente in tirocinio a Udine, e riguarda anche molte famiglie di fatto. Tutto questo permette a Inail di accumulare risorse che non usa, che lasciano senza indennità chi si trova un familiare vittima di infortunio o morte sul lavoro. Il governo è stato celere quando si è trattato prima di commissariare poi di cambiare i vertici dell’istituto, passato da quota Lega a Fratelli d’Italia col neo presidente, il professor Fabrizio D’Ascenzo, che parla di un istituto che “funziona molto bene”. Meno celere, nonostante i solleciti, nel rimediare ad una situazione intollerabile, vista la quotidianità della guerra sul lavoro, indicativo del disinteresse sulla sicurezza.

Kenya, le manifestazioni di protesta di nuovo represse con violenza

In Kenya è stata un’altra giornata di mobilitazione contro il governo, che come promesso dal presidente Ruto, ha usato la mano pesante contro le proteste. A Mombasa testimoni dichiarano che la polizia ha aperto il fuoco sulla folla in corteo, non è chiaro se ci sono vittime, mentre nella capitale Nairobi gli agenti hanno sparato lacrimogeni contro i dimostranti.
Ufficialmente il numero di morti delle proteste, da martedì ad oggi, è di 23; solo a Nairobi 165 persone sono ancora ricoverate in ospedale perché gravemente.
Le manifestazioni erano in programma da giorni e sono state confermate nonostante il governo ieri abbia deciso di ritirare la contestata legge finanziaria. 
Il movimento dei giovani che sta protestando non ha però nessuna intenzione di fermarsi.

L’attesa per il dibattito televisivo tra Biden e Trump

Stati Uniti. Tra poche ore il primo dibattito televisivo tra i candidati alla corsa alla Casa Bianca, Joe Biden e Donald Trump. La diretta del confronto sulla Cnn, quando in Italia saranno le 3 del mattino, dalla Georgia, uno degli Stati più contesi nelle prossime elezioni di novembre e perennemente in bilico. Il duello dovrebbe durare 90 minuti.
Oggi intanto è stato diffuso un sondaggio del New York Times/Siena College, nel quale Donald Trump è in netto vantaggio sull’attuale presidente: quattro punti di vantaggio (48% a 44%). Nella precedente rilevazione di aprile i due candidati erano testa a testa. Il sondaggio è stato condotto dopo la condanna del tycoon nel caso Stormy Daniels .
 

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    Redazione
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    1) Il gabinetto di sicurezza israeliano approva l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Fino a domenica, però, le bombe continueranno a cadere. Più di 100 persone sono state uccise nella striscia dall’annuncio dell’accordo. (Anna Momigliano - Haaretz, Francesco Sacchi - Emergency, Anna Meli - Cospe) 2) Fentanyl, Taiwan e Tik Tok. Donald Trump e Xi Jinping parlano al telefono per la prima volta dal 2021. “Risolveremo tutti i problemi insieme” dice Trump, mentre la corte suprema statunitense conferma il bando di TikTok. (Gabriele Battaglia) 3) La Geopolitica dell’AI. Washington cerca di mantenere il suo vantaggio nella battagli per l’intelligenza artificiale. (Marco Schiaffino) 4) La legge di depenalizzazione dell’aborto in Francia compie 50 anni. Il discorso di Simon Veil, pronunciato davanti ad un’Assemblea tutta maschile, fece la storia. 5) Mondialità. La sconfitta della diplomazia e la geopolitica nel frullatore. (Alfredo Somoza)

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    Sessantotto lavoratori e lavoratrici della ristorazione licenziati. Grandi Stazioni Retail ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto con Sarf, la società che da anni gestisce alcuni esercizi commerciali negli spazi della stazione Centrale di Milano. Da qui l’annuncio dei licenziamenti. I sindacati hanno indetto la prima di una serie di giornate di sciopero e oggi hanno fatto un presidio in piazza Duca d’Aosta, vicino all’ingresso della stazione. Abbiamo intervistato Valeria Cardamuro, segretaria della Uiltucs Lombardia.

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