Approfondimenti

Le nuove misure anti-COVID, il silenzio del centrodestra sullo sceriffo di Voghera e le altre notizie della giornata

COVID GreenPass ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 22 luglio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le nuove misure anti-COVID annunciate dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in vigore dal 5 agosto prossimo, mentre a Napoli si è aperto il G20 Ambiente, clima ed energia. Continuano a naufragi nel Mediterraneo, almeno 40 persone sono decedute nelle ultime ore e un barcone in difficoltà è stato segnalato al largo della Libia. A decretare la fine del centro-destra è il vile silenzio sullo “sceriffo di Voghera”, l’assessore alla sicurezza che girava armato e che ha finito per uccidere un senza fissa dimora. Tokyo e il Giappone si preparano: mancano meno di ventiquattr’ore alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Infine l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Le nuove misure anti-COVID in vigore dal 5 agosto

(di Lorenza Ghidini)

Dal 5 agosto Green Pass obbligatorio in queste situazioni: bar e ristoranti al chiuso, ma solo se ci si siede, al bancone il pass non serve. E poi teatri, cinema, spettacoli all’aperto, eventi sportivi, palestre, piscine, congressi, concorsi pubblici. Il green pass comunque sarà considerato valido anche con una sola dose, oppure con un tampone fatto nelle ultime 48 ore.
Le discoteche rimarranno chiuse. Da queste regole sono esentati gli under 12 e le persone che non possono vaccinarsi per motivi di salute riconosciuti.
Allo studio anche ulteriori norme per accorciare la quarantena dei vaccinati e per garantire tamponi gratuiti o a prezzi calmierati per alcune categorie di cittadini.
Rimandate invece le decisioni per i mezzi di trasporto, per le scuole e il mondo del lavoro.
Quanto ai parametri per la collocazione delle regioni nelle fasce colorate, la zona gialla scatterà quando le regioni avranno il 10% dei posti di terapia intensiva occupati e il 15% dei posti nei reparti ordinari
Si passerà in zona arancione con il 20% delle terapie intensive occupate e il 30 dei reparti ordinari. In zona rossa con il 30% delle terapie intensive e il 40% dei reparti ordinari.
Lo stato di emergenza sarà prorogato fino al 31 dicembre.

Al via a Napoli il G20 Ambiente, clima ed energia

Si è aperto oggi il G20 Ambiente, clima ed energia a Napoli. Il vertice, che si chiuderà domani, punta a spingere la comunità internazionale verso “obiettivi più ambiziosi” di politica climatica e a preparare il terreno alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, in programma quest’autunno a Glasgow.
Intanto in Cina si è abbattuto un tifone, il settimo di quest’anno. E anche nelle scorse settimane sono stati diversi gli eventi climatici estremi, come le inondazioni in Germania, gli incendi e le temperature record in Canada e Stati Uniti.
A cosa stiamo assistendo? Lo abbiamo chiesto a Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio clima del Centro Enea:


 

I sistemi di salvataggio in mare continuano ad essere inadeguati

Cento persone a bordo di un’imbarcazione si trovano in difficoltà al largo della Libia. E 20 persone sarebbero già cadute in mare. A lanciare l’allarme, la rete di attivisti Alarm Phone. Intanto, nelle scorse ore, ci sono stati altri due naufragi nel Mediterraneo, in cui sono morte circa 40 persone.
Questi naufragi mostrano ancora una volta l’inadeguatezza dei sistemi di salvataggio in mare.
Sentiamo Flavio Di Giacomo, coordinatore per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni:


 

Lo sceriffo di Voghera e la fine del centro (destra)

(di Claudio Jampaglia)

Il centrodestra non esiste più, esiste solo la destra, che sia Lega o Fratelli d’Italia poco importa nella rincorsa a superarsi in sondaggi e sparate. E a decretare la fine del centro-destra, se ce ne fosse bisogno, è il vile silenzio sullo “sceriffo di Voghera”, l’assessore alla sicurezza che girava armato e che ha finito per uccidere un senza fissa dimora, con problemi psichiatrici, sicuramente molesto e violento, ma disarmato. Il video del pugno che la vittima sferra all’assessore è emblematico e da denuncia per aggressione, non da pena di morte. E su questo non si è levata una voce di censura: moderati, cristiani, riformisti… tutti muti. Nessuno che abbia detto ai leghisti di darsi una calmata e tacere, prima di invocare legittime difese e “la dimostrazione dei fatti”, perché l’unico fatto, per ora, è l’omicidio di un uomo, nominato solo per essere colpevolizzato o denigrato. Sono derive che donne e uomini delle istituzioni dovrebbero condannare duramente. Ma non lo fanno da anni in quello che fu il centrodestra. Anche se è evidente l’insensatezza di andare in giro armati a Voghera, dipinta come crogiolo di criminalità per una decina di senza tetto e qualche ubriaco. La destra continua a cavalcare la paranoia securitaria, lo fa ovunque. Con comunicati stampa per ogni spacciatore o ladruncolo arrestato e applausi per le pistole a scarica elettrica ai vigili urbani. E il centro sempre muto. Se pagherà elettoralmente lo scopriremo presto a Milano dove la campagna del candidato Bernardo è iniziata con l’invocazione dell’esercito nelle periferie. Per ora cancella proprio liberali e moderati, oltre al buonsenso e all’umanità.

10 anni fa la strage di Utøya

(di Martina Stefanoni)

Il 22 luglio 2011 era un piovoso venerdì di luglio nella capitale norvegese. Alle 3.25 del pomeriggio, una bomba scoppiò fuori dall’ufficio del primo ministro: morirono 8 persone. L’uomo che aveva detonato l’ordigno era il 32 enne Anders Behring Breivik. Mentre Oslo precipitava nel caos, Breivis guidava per 40 km e raggiungeva l’isoletta di Utoya, dove era in corso il campo estivo dei giovani del partito laburista. Breivik, vestito da poliziotto, si aggirò per l’isola sparando e uccidendo tutti quelli che incontrava gridando: “Morirete oggi, marxisti”. Alla fine della giornata aveva ucciso 69 giovani. Razzismo, neonazismo e suprematismo bianco erano alle spalle del gesto di Breivik. Pensava che il Partito laburista avesse tradito la Norvegia perché aveva permesso ai musulmani di vivere nel paese, nell’ambito di quello che considerava un complotto globale per rendere l’Islam la religione dominante in Europa. Un’ideologia che oggi, 10 anni dopo, non si è assopita ma, anzi, è ancora più forte. Sopravvissuti e osservatori credono che in questi anni sia stato fatto ben poco per estirparla. Anzi, l’estrema destra del paese è ancora molto visibile: nell’ultimo decennio il Partito del progresso, formazione di destra radicale, ha lanciato ripetutamente l’allarme di un’ islamizzazione del paese contraria allo stile di vita tradizionale della Norvegia. Nei mesi successivi alla strage, il dibattito si era concentrato sugli errori delle autorità, ma a 10 anni di distanza è sempre più chiaro come il reale pericolo sia una certa visione del mondo, che vive e prospera anche oggi.

Nel pomeriggio il ricordo sull’isola della strage, poco fa 77 rintocchi delle campane del Duomo di Oslo, così come 77 furono le vittime di Anders Breivik, dieci anni fa. Quel giorno l’estremista di destra fece detonare un’autobomba nel centro della capitale norvegese, e poi sparò con calma e a sangue freddo a 69 ragazzi e ragazze sull’isola di Utoya, dove stavano partecipando a un campus organizzato dal Partito Laburista.
Per molti Breivik, che non si è mai pentito, è stato il punto di svolta delle campagne della destra estrema. Da Luca Traini al killer di Christchurch in Nuova Zelanda, molti si sono ispirati al terrorista norvegese.

Tokyo si prepara ai Giochi Olimpici tra pandemia e scandali

Tokyo e il Giappone si preparano: mancano meno di ventiquattr’ore alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Che non parte con i migliori auspici: oggi è stato licenziato il direttore della cerimonia, Kentaro Kobayashi, per una battuta contro l’Olocausto fatta 23 anni fa. È la terza persona allontanata dal team olimpico, dopo l’autore delle musiche della cerimonia per bullismo e il presidente del comitato organizzatore, che aveva fatto commenti sessisti.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Replica della puntata andata in onda il 19 dicembre 2025. A cura di Raffaele Liguori. Leggendo Mattarella, il rischio di «progressivo svuotamento del potere pubblico» e l’idea ferita di Stato. Nel suo discorso del 17 dicembre, Mattarella ci ha ricordato che «le nostre società – quelle del mondo occidentale - appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio». E il rischio forse più grave – visto lo spazio dedicato dal capo dello stato – è quello di «un progressivo svuotamento del potere pubblico, fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli». Cosa ci sta comunicando Mattarella? Che il dominio di alcuni poteri privati sta spiazzando il potere dello Stato, lo Stato moderno? Il presidente della Repubblica parla di “usurpatori di sovranità”. Professor Carlo Galli, filosofo della politica, Mattarella sta segnalando un problema gigantesco delle società occidentali: la forza del capitalismo sta travolgendo società e stato? Siamo oltre Margareth Thatcher e Ronald Reagan (inizio del neoliberismo), siamo a Trump e Musk, a Milei (siamo al tecno-feudalesimo, come lo chiama Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco)? E la filantropia, che cosa c’entra in questa storia di dissoluzione del pubblico per mano privata? Per concludere, alcune segnalazioni a partire dal discorso di Mattarella https://www.quirinale.it/elementi/123509; all’ultimo libro di Carlo Galli «Democrazia, ultimo atto?», (Einaudi, 2023). E poi Carl Rhodes, studioso australiano: «Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia (Fazi, 2023)». Un’altra segnalazione riguarda un volume appena pubblicato dal Mulino dal titolo «Elite, filantropia e trasformazioni dello stato», della sociologa dell’università di Bologna Paola Arrigoni.

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