Approfondimenti

La gestione della pandemia a suon di mediazioni, la posizione dell’Italia sul clima e le altre notizie della giornata

Salvini

Il racconto della giornata di giovedì 22 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il coprifuoco è l’ennesimo capitolo di una pandemia gestita a colpi di mediazioni, e con l’arrivo di Fedriga alla guida delle Regioni Matteo Salvini ha un nuovo alleato. Il Recovery Plan messo a punto da Mario Draghi, intanto, sembra sempre più una maxifinanziaria che farà molta fatica a convincere l’Europa che c’è una piano per la transizione italiana. Oggi è stata annunciata la conclusione delle indagini sul crollo del ponte Morandi, e i reati ipotizzati vanno dall’omicidio colposo plurimo all’attentato alla sicurezza dei trasporti. “Dimezzeremo le emissioni entro il 2030”. Questa la promessa di Joe Biden al vertice dei leader sul clima. Dalla Gran Bretagna al Giappone, molti Paesi seguono l’esempio e alzano i propri obiettivi per la fine del decennio, ma non l’Italia. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia e il punto sulle vaccinazioni.

Il coprifuoco è l’ennesimo capitolo di una pandemia gestita a colpi di mediazioni

(di Massimo Alberti)

L’ora della discordia. Quella del coprifuoco che ha creato lo scontro politico nel governo. Ennesimo capitolo di una pandemia gestita a colpi di mediazioni che fin qui ha dato risultati carenti, sia sul piano sanitario che su quello economico. Non è un mistero che il CTS abbia insistito per mantenerlo. Su quale base? Gli studi realizzati sull’impatto del coprifuoco in Inghilterra e Francia danno indicazioni che, insieme agli interessi politici, aiutano a spiegare questa decisione. Secondo i dati il divieto di circolazione serale riduce l’indice di trasmissione del virus fino al 13%. Ma non da solo. L’impatto deriva dalla riduzione delle interazioni sociali serali, spesso tra non conviventi, in situazioni di rischio accertato come le cene al ristorante. Non è quindi la circolazione in sé a favorire la diffusione del virus, ma il tipo di interazione. E non è il coprifuoco di per se ad essere utile, ma la sua combinazione con altre misure come la chiusura dei locali. La Germania, nella sua forma di coprifuoco, ha infatti scelto questa strada: consentire la passeggiata serale tenendo chiusi i luoghi di consumo. Una posizione scientifica razionale, ma politicamente non più sostenibile per nessuno in Italia, dopo un anno in cui parte del peso economico delle chiusure è stata scaricata su cultura, spettacolo, ristorazione, in nome del principio di non intaccare il profitto sacrificando la socialità, inanellando la serie di errori che oggi ha portato a dover riaprire in fretta ed a tutti costi nonostante un livello di contagi ancora elevato. In questo contesto la Lega ha avuto gioco facile a lasciare gli altri col cerino in mano. Se ne ridiscuterà più avanti, dice il governo, quando però la situazione sanitaria, a causa delle riaperture, rischia di essere peggiore dell’attuale.

Salvini trova un nuovo alleato nella Conferenza delle Regioni guidata da Fedriga

(di Luigi Ambrosio)

Da quando Fedriga ne è diventato il presidente, la Conferenza delle Regioni si muove in piena sintonia con Salvini. Il capo leghista sta attuando una strategia che conosce e gli riesce bene: la strategia di governo e di lotta. Sta in maggioranza ma è attento più che altro a prendere le distanze dai provvedimenti che potrebbero per qualsiasi ragione risultare impopolari e anzi cavalca il malcontento. La pandemia è il terreno ideale: quando e in che misura limitare la libertà delle persone. Una miniera di opportunità per Salvini.
E adesso c’è l’ariete degli enti locali guidati dal fedelissimo Fedriga. Iscritto alla Lega da quando aveva 15 anni, una rapida carriera dai “giovani padani” al Parlamento alla regione Friuli Venezia Giulia, sempre uomo del capo, prima Bossi poi Maroni ora Salvini. Le regioni guidate da lui oggi rilanciano ancora: chiudere alle 23.
Un gioco al logoramento di Draghi che alla Lega sta riuscendo bene anche perché, come al solito, se il centrodestra è compatto e coeso, il centrosinistra non lo è. Da una parte c’è una linea chiara. Dall’altra ci sono dubbi, tentennamenti, rincorse dell’avversario-che-però-oggi-è-anche-alleato. E le classiche fratture interne. Gli Emiliano, i De Luca, i Giani, lo stesso Bonaccini hanno tenuto linee spesso in contrasto con quelle di Roma. Non che l’obbedienza e l’unanimismo debbano essere considerate una virtù. Ma è anche in questa stridente differenza che sta la forza di Salvini oggi.

Recovery Plan. La maxifinanziaria più che di Draghi, del centrodestra

Domani un primo passaggio in Consiglio dei Ministri, a inizio settimana prossima l’esame in Parlamento, poi l’approvazione finale del governo, con l’invio del documento alla commissione europea. Il Recovery Plan, il piano su come le autorità italiane vorrebbero usare i soldi europei del Recovery Fund, è stato al centro dell’attenzione politica e mediatica nelle ultime settimane del secondo governo Conte, criticato per come stava gestendo la questione. Del tema si è parlato molto meno da quando il presidente del consiglio è Mario Draghi, ma ora è arrivato il momento della verità: quanto e come è cambiato il testo rispetto alla versione di qualche mese fa? Radio popolare ha ottenuto l’ultima versione del piano, non ancora pubblica.

(di Claudio Jampaglia)

Dai 210 miliardi di Conte ai 220 di Draghi, tra Recovery e fondi complementari, i capitoli rimangono più o meno bilanciati, ma più che la mano di Dragi si vede quella del centrodestra.
Le politiche per l’inclusione sociale perdono 5 miliardi, lo avevamo anticipato, dimezzate quelle per il lavoro e scompare il sostegno diretto alle assunzioni di giovani e donne. Solo formazione. La coesione territoriale è dispersa e complessivamente ridotta. La salute rimane la missione cenerentola col 9% del totale. Speranza ha almeno mantenuto i suoi 7 miliardi per la medicina di territorio. [CONTINUA A LEGGERE]

La Germania vara un nuovo pacchetto di restrizioni (e c’è anche il coprifuoco)

(di Chawki Senouci)

Un nuovo pacchetto di restrizioni che farà da ponte tra la terza ondata che dilaga nel Paese e la vaccinazione di una buona parte dei cittadini tedeschi. È questa l’ultima sfida della cancelliera Angela Merkel prima di uscire di scena. Ha chiesto Un ultimo sacrificio che durerà fino alla fine di giugno.
Partiamo dal coprifuoco notturno che è stato contestato da diversi ministri presidenti delle regioni. Alla fine sono riusciti a farlo slittare dalle 21 alle 22 ma la novità è che sarà possibile uscire di casa fino a mezzanotte per passeggiare o fare sport. Il coprifuoco si applicherà in tutti distretti dove il tasso di incidenza supera per tre giorni consecutivi 100 nuovi contagi ogni 100mila abitanti. È il caso oggi di tutte le città in un Paese travolto dalla pandemia. Quasi 30mila nuovi contagi nelle ultime 24 ore.
Le altre misure riguardano scuola e negozi. Anche qui la stella polare sarà il tasso di incidenza. Le scuole chiuderanno una volta raggiunta per una settimana la soglia di incidenza di 165 contagi su 100.000 abitanti. Per quanto riguarda i negozi, rimarranno chiusi nelle città dove l’incidenza è di 150. tra 100 e 150 di incidenza, è possibile acquistare nei negozi con appuntamento e portando un test negativo.
Nel frattempo Angela Merkel si prepara ad aprire a fine maggio la vaccinazione a tutti, senza più tener conto di alcuna priorità per le diverse categorie e punta ad acquistare 30 milioni di dosi di Sputnik, quando l’Ema darà l’ok.

Chiuse le indagini sul crollo del ponte Morandi

Un processo che potrebbe coinvolgere una settantina di persone e due società, Aspi – cioè Autostrade per l’Italia – e Spea Engeneering, che fa parte dello stesso gruppo. Oggi è stata annunciata la conclusione delle indagini sul crollo del ponte Morandi, e i reati ipotizzati vanno dall’omicidio colposo plurimo all’attentato alla sicurezza dei trasporti. Egle Possetti è presidente del comitato dei familiari delle vittime, che oggi ha rilanciato la richiesta di togliere le concessioni autostradali alla stessa Aspi.


 

Clima, Biden promette: “Dimezzeremo le emissioni entro il 2030”

L’incontro è stato aperto dal presidente Joe Biden, promotore dell’evento in una data altamente simbolica: oggi è infatti la giornata mondiale della terra. 
Biden ha promesso che gli Stati Uniti taglieranno il 50% delle emissioni di gas serra entro il 2030, alzando notevolmente gli obiettivi prefissati. 
I paesi membri dell’Unione europea sono arrivati forti dell’accordo sulla riduzione al 55% entro lo stesso anno, ma Londra ha fatto di più: Boris Johnson ha annunciato la riduzione del 78% delle emissioni entro il 2035. 
Non tutti hanno migliorato i loro obiettivi; alcuni, come la Cina, si sono limitati a confermare i precedenti impegni. Ma il summit ha già raggiunto uno dei suoi scopi: quello di rilanciare la lotta globale ai cambiamenti climatici. 
Ne è convinto Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club:

Con gli accordi di Parigi ci siamo impegnati a ridurre il riscaldamento globale di 1 grado e mezzo, ma quello che abbiamo fatto è insufficiente” così Mario Draghi intervenendo al vertice, che però non ha parlato di obiettivi concreti. 
Ancora Gianni Silvestrini:


 

Il programma COVAX non decolla. L’Africa finirà di vaccinarsi nel 2023

(di Martina Stefanoni)

92 paesi e vaccini gratuiti sufficienti a immunizzare il 20% delle popolazioni. Queste erano le premesse un anno fa, quando l’Oms lanciava COVAX, un progetto di collaborazione globale nato per fornire vaccini ai paesi più poveri. Ad oggi, però, la situazione sembra essere sfuggita di mano. Delle dosi che dovevano arrivare nei Paesi iscritti al programma entro maggio, solo un quinto è stato spedito. Paesi come l’Indonesia o il Brasile hanno ricevuto una dose su 10, mentre altri come il Bangladesh, la Birmania o il Pakistan non ne hanno avuta nemmeno una da quando COVID è partito. In generale, ad oggi, il programma ha inviato poco più del 21% delle dosi programmate. La causa è da ricercarsi non solo nelle restrizioni sulle esportazioni imposte dall’India, dove si trova il produttore più grande di vaccini su cui il programma fa affidamento, e dove al momento il governo sta lottando contro una violenta nuova ondata del virus, ma anche – ancora una volta – nella prepotenza e nell’ingordigia dei governi più ricchi e delle case farmaceutiche.
Pfizer, ad esempio, ha venduto a COVAX una piccola parte della sua produzione, ma ha scelto di destinare la stragrande maggioranza a contratti privati e più redditizi. Moderna, invece, non ne ha ancora venduta una sola dose. Molti Paesi più ricchi, inoltre, hanno firmato privatamente contratti con le case farmaceutiche, promettendo di pagare di più per avere i vaccini prima degli altri. Privando, in questo modo, i Paesi che non hanno la possibilità di fare altrettanto. Secondo l’Economist, con questo ritmo, l’Africa finirà di vaccinarsi nel 2023 con un ritardo che avrà effetti disastrosi per l’economia e la società. La pandemia è un problema globale e in quanto tale richiede una soluzione globale. La tragedia della disuguaglianza vaccinale, in questo contesto, non riguarda solo i paesi che non riescono ad accedere ai vaccini, ma il mondo intero.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi in Italia sono stati accertati 16.232 nuovi casi di coronavirus ed è risultato positivo il 4,4% delle persone che hanno fatto il tampone, percentuale in aumento rispetto a ieri. 360 le morti comunicate. Continuano a calare i pazienti ricoverati, che però sono ancora 3mila in terapia intensiva e 22mila negli altri reparti COVID.
La fondazione sanitaria Gimbe oggi ha diffuso il suo rapporto settimanale sul coronavirus, certificando che nell’ultima settimana sono calati contagi, morti e persone ricoverate. L’organizzazione, però, è tornata a sottolineare i rischi legati alle conseguenze sanitarie delle riaperture e ha fornito dei dati anche sui vaccini: nelle ultime due settimane in Italia ne sono stati consegnati 5 milioni e 700 milioni, un milione e 300mila in meno di quelle necessarie per arrivare alle 500mila iniezioni quotidiane promesse dal commissario all’emergenza, il generale Figliuolo.

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