Il racconto della giornata di giovedì 2 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. I militari israeliani circondano Gaza City mentre continuano i bombardamenti sulla Striscia. A dare una misura dell’imbarazzo che regna in queste ore a Palazzo Chigi c’è il silenzio tombale di Giorgia Meloni a ventiquattrore dalla pubblicazione dell’audio. La situazione meteorologica continua a preoccupare alcune regioni, in particolare il Nord Est dove ancora nelle prossime ore è prevista un’allerta rossa, per il rischio idrogeologico.
I militari israeliani circondano Gaza City
Il conflitto in Medio Oriente: mentre continuano i bombardamenti sulla Striscia e si intensificano i lanci di razzi su Israele, l’esercito di Tel Aviv oggi ha affermato che i combattimenti sono arrivati nel cuore di Gaza City:
“Abbiamo circondato Gaza, stiamo combattendo in città, non ci fermeremo, andremo avanti”, hanno infatti dichiarato oggi i vertici militari; affermazioni che sono state confermate anche dal premier Netanyahu.
In studio Sara Milanesi:
“Buonasera Alessandro, non abbiamo dettagli più precise sulla presenza israeliana dentro Gaza City, sappiamo che le incursioni delle truppe continuano da giorni, sia nell’ottica di liberare gli ostaggi ancora in mano ad Hamas, sia per andare a colpire obiettivi mirati.
Da questa mattina si registravano scontri particolarmente intensi tra militari israeliani e miliziani di Hamas, da più fonti era arrivata la conferma che i combattimenti erano arrivati anche alla porte di Gaza City.
Sappiamo anche che quella in corso a gaza è una battaglia che si svolge in uno territorio ristretto e molto delimitato, e che quindi ha delle caratteristiche ben precise, come ci spiega l’inviato del Corriere della sera Lorenzo Cremonesi dal sud di Israele.”
Dunque si combatte nel nord della striscia, compreso nella città di gaza city; l’esercito israeliano dichiara di aver ucciso 130 miliziani di Hamas nelle ultime ore, anche grazie a raid aerei; sarebbero state infatti colpite infrastrutture terroristiche e basi militari ,”situate”, dicono i militari, anche “in aree civili”.I bombardamenti israeliani hanno colpito anche un campo profughi di Gaza, ci sarebbero 15 morti tra i civili; le nazioni unite denunciano che le bombe sono cadute davanti ad una scuola dell’Unrwa, nella quale si stavano rifugiando molte persone, più di 20 qui le vittime. Secondo le autorità sanitarie della striscia dall’inizio del conflitto sono ormai più di 9mila i morti. La situazione umanitaria è molto grave, tanto che un gruppo di esperti delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta rilasciata a Ginevra ha avvertito che “il popolo palestinese di Gaza è a rischio genocidio”.
Oggi intanto, per il secondo giorno consecutivo, il valico di Rafah è stato aperto per permettere l’arrivo in Egitto di cittadini stranieri o con doppia nazionalità.
Ieri erano arrivati in Egitto da Gaza 4 italiani, oggi sono riusciti a passare il valico una
bambina italiana di sei anni e la mamma di origine palestinese, sono già al Cairo.
Domani a Tel Aviv arriva di nuovo il segretario di stato americano Antony Blinken, secondo il Washington post farà pressione sul governo israeliano affinché accordi delle brevi pause nelle operazioni militari a Gaza per consentire il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari.
Prima di partire Blinken ha anche sottolineato che gli Stati Uniti “sono determinati a scoraggiare qualsiasi escalation”; dopo Israele, Blinken sarà in Giordania e domenica arriverà in Turchia.
Regna l’imbarazzo a Palazzo Chigi
(di Diana Santini)
A dare una misura dell’imbarazzo che regna in queste ore a Palazzo Chigi c’è il silenzio tombale di Giorgia Meloni. A ventiquattrore dalla pubblicazione dell’audio, la prime minister, come la chiama maldestramente il comico russo dall’altro capo del filo, ha mandato avanti il sottosegretario Mantovano ad assicurare: “Certo che ha capito, ha capito subito.” Non si direbbe, visto che la chiamata dura 13 minuti e nonostante il forte accento russo dell’interlocutore, lei risponde obbediente a tutte le domande che le vengono poste, alcune completamente centrate. Ma che Meloni si fidi dei suoi collaboratori è fisiologico. E’ come sia arrivata ad avere quella cornetta in mano, il punto. Il punto e il problema di sicurezza nazionale. I due comici russi, non è chiaro grazie a quali ganci e con quale copertura da parte di Mosca, hanno richiesto il colloquio allo staff di Meloni direttamente, senza intermediazioni, o almeno così hanno detto. La procedura, come è ovvio, prevede invece il contatto tra gli staff seguito da approfondimenti presso l’ambasciata del paese, infine l’accordo per il colloquio su una linea telefonica sicura. Tutto questo o non è stato fatto, o è stato fatto in modo approssimativo. E dunque: sciatteria dell’apparato di sicurezza italiano o estrema abilità dei due comici a presentarsi come affidabili? Probabilmente entrambe, ma la figuraccia è planetaria e le dimissioni programmate, è a fine mandato, del consigliere diplomatico di Meloni, Francesco Talò, non bastano a coprire la debacle.
Attenzione alta per la tempesta Ciràn
La situazione meteorologica continua a preoccupare alcune regioni, in particolare il Nord Est dove ancora nelle prossime ore è prevista un’allerta rossa, per il rischio idrogeologico. In Friuli è sospesa la circolazione dei treni e limitata quella dei treni a lunga percorrenza. Provvedimenti di restrizioni nei luoghi pubblici, ad esempio i parchi, a Udine e Trieste. In Veneto il presidente Zaia ha annunciato che le scuole domani potrebbero rimanere chiuse in tutte la regione. Sicuramente a Treviso e Belluno, le province più colpite.
Ma in tutto il Nord l’attenzione è alta per il rischio idrogeologico.
Vento forte e mareggiate oggi in Liguria e in Toscna.
Per domani la perturbazione – chiamata tempesta Ciràn – dovrebbe spostarsi al centro e al sud, in particolare nelle regioni tirreniche, e insistere ancora sul nord est, mentre a nord ovest sono previste ampie schiarite. A Napoli, Caserta, Benevento, Salerno le scuole domani saranno chiuse.
L’ultimo pezzo dei The Beatles
(di Niccolò Vecchia)
C’è un momento del documentario di 12 minuti, uscito ieri, che racconta il lavoro che ha portato alla pubblicazione dell’ultima canzone dei Beatles, “Now and then”, che riassume tutto il senso dell’operazione. Ed è il momento in cui si ascolta la voce di John Lennon presa dal demo del 1977, isolata dal pianoforte.
L’emozione di Now and then è tutta lì, nel risentire quella voce e nel poterla ascoltare in quel modo. Senza il software di intelligenza artificiale creato dal team di Peter Jackson e usato già per la realizzazione di “Get Back”, il documentario uscito l’anno scorso, non sarebbe stato possibile ottenere questo risultato, e il brano, risalente alle registrazioni consegnate da Yoko Ono a Mc Cartney, Starr e Harrison nel 1994, sarebbe rimasto chiuso in un cassetto, dove infatti giaceva da più di 25 anni.