Approfondimenti

Più carcere per tutti, il salario minimo su un binario morto e le altre notizie della giornata

giorgia meloni

Il racconto della giornata di giovedì 16 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Più carcere per tutti, si potrebbe sintetizzare così la logica dell’ultimo decreto sicurezza che il governo propone oggi. Blitz della maggioranza sul salario minimo. La destra ha approvato un emendamento alla proposta di legge dell’opposizione: una modifica che toglie al Parlamento la materia e la passa al governo. “Abbiamo preso la parte occidentale di Gaza City, ora si apre una nuova fase”: lo ha detto oggi pomeriggio Yoav Gallant.

L’ennesimo pacchetto sicurezza del Governo

(di Anna Bredice)
Più carcere per tutti. Si potrebbe sintetizzare così la logica dell’ultimo decreto sicurezza che il governo propone oggi, il pugno di ferro per creare una cortina fumogena che nasconda le incapacità di risolvere i problemi sociali ed economici anche di chi li ha votati. E allora la reazione è nuovamente quella della stretta e dell’aumento delle pene, questa volta sembra che ce ne sia per tutti, perché si spazia in molti ambiti, per lo più colpendo le categorie più deboli. Maggiori pene per chi occupa le case, per i detenuti che protestano nelle carceri e per i migranti nei Cpr. E poi speculare a questo, si autorizza la polizia a detenere una pistola anche privatamente, diversa da quella d’ordinanza e senza ulteriore licenza. Ma ci sono due altri provvedimenti importanti che faranno probabilmente discutere. Diventa facoltativo e non più obbligatorio rinviare la detenzione per le donne incinte e con un bambino sotto l’anno, il ministro Piantedosi l’ha detto molto chiaramente, “si pensi alle borseggiatrici sui tram e autobus”, è uno dei tanti cavalli di battaglia della destra che farà buon gioco in vista del voto del prossimo anno. Ma la battaglia di civiltà per evitare che i bambini nascano e crescano in carcere dura da anni, ha portato a dei risultati nel tempo e ora si infrange contro il muro securitario della destra. C’è poi l’aumento delle pene per chi protesta causando blocchi stradali, facile pensare ai blocchi organizzati dagli operi in sciopero contro la chiusura delle loro fabbriche oppure ai blocchi fatti dai ragazzi di Ultima generazione. Vengono puniti e nello stesso tempo zittiti e non è difficile vedere anche in questo un tentativo di intimidire categorie che protestano, come del resto i sindacati, precettando e minacciando di intervenire sul diritto di sciopero.

Salario minimo: blitz della maggioranza

(di Alessandro Principe)
Blitz della maggioranza sul salario minimo. La destra ha approvato un emendamento alla proposta di legge dell’opposizione: una modifica che toglie al Parlamento la materia e la passa al governo, incaricato di approvare un decreto entro 6 mesi.
Con questa mossa il salario minimo finisce su un binario morto. E’ certo che non verrà introdotto mai, almeno fino a quando ci sarà questa maggioranza. Il governo è contrario, non lo vuole, ha commissionato al Cnel il parere tecnico su ordinazione. E quindi sappiamo come la pensa. Il Parlamento viene bypassato: la destra non fa una controproposta a quella dell’opposizione ma mette tutto in mano all’esecutivo. Nessun dibattito, nessuna discussione pubblicata che poi magari finisce sui giornali o in Tv e sull’argomento che ha effettivamente messo in difficoltà Meloni, forse l’unico fin’ora, cala il silenzio. I decreti arriveranno tra sei mesi e saranno un atto tecnico che certamente avrà molta meno visibilità. Nel merito, poi, quello che la Destra farà è adottare un concetto diverso: non il salario minimo ma “l’equa retribuzione”. La Corte di Cassazione lo ha stabilito in una sentenza lo scorso ottobre: avere una retribuzione giusta e sufficiente è un diritto. Ma se non è stabilita per legge, ecco che lo si deve ottenere facendo riferimento ai contratti collettivi, anche nei settori dove questi non ci sono: in sostanza, si va caso per caso. Con molta più discrezionalità, rischio di ricorsi, appelli alla magistratura. Tutto, per la destra, pur di non approvare il salario minimo per legge. Per assecondare le imprese, soprattutto le medio piccole. E non concedere all’opposizione la vittoria di una battaglia.

Black out nella Striscia di Gaza

“Abbiamo preso la parte occidentale di Gaza City, ora si apre una nuova fase”: lo ha detto oggi pomeriggio Yoav Gallant. Il ministro della difesa israeliana ha anche dichiarato che all’interno dell’ospedale Al Shifa sono state trovate “prove significative” della presenza di Hamas, ma non ha fornito dettagli più precisi.
È proprio ad Al shifa che si continua a concentrare l’operazione di terra israeliana; sotto assedio ci sono però anche altri ospedali della città.
Oggi fonti della BBC riferivano che i militari israeliani stavano sparando all’interno dell’ospedale Al Shifa. I testimoni hanno riferito che i militari hanno preso d’assalto tutti i reparti, e che una parte della struttura dell’ospedale è ormai distrutta.
L’emittente ha precisato di non essere in grado di verificare la notizia in modo indipendente. Una troupe di giornalisti della BBC è stata fatta entrare ieri all’interno di una porzione dell’ospedale, scortata dai militari israeliani, i quali hanno loro mostrato una quindicina tra kalashinkov e altre armi, e alcune granate, nonché diversi computer, dai quali gli israeliani starebbero recuperando informazioni importanti sugli ostaggi e che vengono quindi presentati come una prova della presenza di Hamas all’interno dell’ospedale.
Il ministro israeliano Gallant però non ha fornito dettagli su queste prove e sulla quantità di armi recuperate.
L’esercito israeliano aveva però fatto sapere di avere “informazioni chiare” sulle connessioni tra l’attività di Hamas nello Shifa e gli ostaggi, così come “nuove prove” che su una rete di tunnel della fazione islamica sotto il complesso ospedaliero, che è ancora oggetto di ricerca all’interno della struttura da parte dei militari
Hamas afferma che, nel mostrare armi, munizioni e computer i soldati israeliani hanno orchestrato una messa in scena all’ospedale Shifa a Gaza
Per gli oltre 600 pazienti ancora dentro l’ospedale la situazione è tragica: manca cibo, acqua e latte, dicono i medici.
da oggi pomeriggio le truppe israeliane hanno iniziato l’assedio nei confronti di un altro ospedale, quello di Al Alhi. La mezzaluna rossa palestinese denuncia che anche questa struttura è sotto assedio e circondato da carri armati israeliani, e che gli operatori sanitari non possono raggiungere i pazienti nella struttura per evacuarli.
Oggi ha chiuso anche un altro ospedale in città, quello indonesiano.
Le notizie sono estremamente difficili da verificare, perché dal primo pomeriggio di oggi nella striscia è black out totale: le società di telecomunicazioni hanno sospeso i servizi perché si sono esaurite tutte le fonti di energia che sostenevano la rete.
Il black out ha impedito anche l’apertura del valico di Rafah; i convogli umanitari attesi oggi non sono entrati. Oggi Israele ha preso il controllo anche del porto di Gaza.

Olio di ricino per Landini

(di Alessandro Gilioli)
“Landini messo a cuccia”
“La tragedia di Landini: gli tocca lavorare”
“Landini cala le braghe”

Sono questi alcuni dei titoli dei giornali della destra oggi, manganelli mediatici che fanno seguito alle irrisioni di Salvini verso il leader della Cgil – che secondo il ministro voleva solo “farsi il week end lungo”, con “i suoi capricci”.
Si fatica a ricordare nella storia della Repubblica un attacco così violento al sindacato portato avanti a tenaglia dalla destra di governo e da quella mediatica. Un attacco che si concentra sulla persona fisica del leader della Cgil, dipinto come un fannullone e pure codardo
Il linguaggio è quello fasciotrash, insomma il solito olio di ricino di questa destra italiana. Fa schifo, però non stupisce.
Ma stupisce ancora meno che proprio Landini sia diventato un obiettivo di un attacco così violento.
Non è solo il segretario di un’organizzazione con quasi 5 milioni di iscritti, il più grande corpo intermedio del Paese, che fa ogni giorno opposizione sociale al governo.
E’ anche il leader che ha scoperchiato l’inganno con cui la destra ha vinto le elezioni, facendo promesse – come quelle sulle pensioni – che poi ha totalmente disatteso.
Distruggerlo mediaticamente per la destra è fondamentale.
E viene il dubbio che tutta la questione sulle 4 ore di sciopero anziché 8 sia stata sollevata proprio per far partire lo scontro, per azionare il ventilatore di insulti, derisioni e dileggi.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Edizione di venerdì 22/11 15:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 22-11-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 22/11/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-11-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 22/11/2024 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-11-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Fabiana Palladino

    Giovedì 21 novembre 2024 a Playground, Elisa Graci e Matteo Villaci hanno ospitato Fabiana Palladino per una chiacchierata e alcuni brani live, piano e voce.

    Clip - 22-11-2024

  • PlayStop

    Playground di venerdì 22/11/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    Jack di venerdì 22/11/2024

    Dopo apertura con breve racconto del live di Fabiana Palladino, ascoltiamo la scheda di Marcello Lorrai sui Tinariwen, artisti della settimana, poi ospitiamo prima Stefano Ghittoni che ci parla del suo libro "Musica Concreta", poi Carlo Corbellini dei Post Nebbia ci racconta il loro nuovo disco "Pista Nera"

    Jack - 22-11-2024

  • PlayStop

    Musica leggerissima di venerdì 22/11/2024

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 22-11-2024

  • PlayStop

    Pippo Delbono presenta Il risveglio

    A partire da poesie e racconti originali, Pippo Delbono mette in scena un gesto di solitaria ribellione, mosso dalla volontà di continuare a vivere, allargando lo sguardo verso ciò che ci circonda, a costo di trovarsi di fronte a una realtà peggiore di quella da cui si era fuggiti. Attraverso il racconto salvifico delle proprie debolezze, paure e speranze, l’artista crea uno spettacolo che è un’invocazione alla rinascita e che, a partire da un’esperienza personale, sfocia nella rappresentazione universale di quel “sentimento di perdita” che riguarda tutti. Il risveglio è un lavoro sulle cadute e i risvegli, dedicato a chi si è addormentato e poi risvegliato, e a chi ancora non lo ha fatto. Attorno a Pippo Delbono, gli attori della Compagnia danzano sulle note struggenti che suonano lamenti di amore e tenerezza evocando un rito sacro, un funerale forse. Sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi, in scena con il suo strumento, e su brani che provengono dalla memoria degli anni Settanta, Delbono si ripete: «Devi danzare, danzare nella tua guerra». Ira Rubini l'ha raggiunto per Cult il giorno dopo il debutto milanese del suo spettacolo Il risveglio

    Clip - 22-11-2024

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di venerdì 22/11/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali ospite Teresa Maresca a parlarci del suo libro Il primitivo del sogno. Walt Whitman e l'arte dalla natura, @algra editore. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 22-11-2024

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 22/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-11-2024

  • PlayStop

    Cult di venerdì 22/11/2024

    Oggi a Cult: Barbara Sorrentini dal Torino Film Festival 2024; Manuela Accinno sulla mostra di Seçkin Pirim a Triennale Milano; Pippo Delbono in scena al Piccolo Teatro Strehler con "Il Risveglio"; la rubrica di fumetti di Antonio Serra...

    Cult - 22-11-2024

  • PlayStop

    37e2 di venerdì 22/11/2024

    Oggi cominciamo parlando degli inserimenti lavorativi delle persone disabili a Milano; torniamo poi a parlare di Pfas e oggi in particolare parliamo degli effetti sulla salute; infine, una nuova puntata della nostra rubrica dedicata all’invalidità civile e previdenziale.

    37 e 2 - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    FILIPPO DEL CORNO - PUCCINI '900

    FILIPPO DEL CORNO - PUCCINI '900 - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 22-11-2024

  • PlayStop

    SALVAMILANO, MODELLO MILANO, VIVERE A MILANO

    Il Parlamento vota la norma “salvaMilano” e il csx si divide, la Giunta milanese trova appoggio al suo operato, la magistratura che ha aperto delle inchieste farà ricorso. In mezzo a tutto questo si svolge il “vivere a Milano”. Una trasmissione sul rapporto tra un “modello” e i suoi esiti. Ospiti: Roberto Maggioni e Michelino Crosti, redazione locale di Radio Popolare. Interventi: Silvia Roggiani, Pd; Gianni Barbacetto, giornalista del Fatto Quotidiano; Alessandro Coppola, Elena Granata, Arturo Lanzani, urbanisti.. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 09:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

  • PlayStop

    Il giorno delle locuste di venerdì 22/11/2024

    Il fine settimana conclusivo della COP29 probabilmente non produrrà un documento conclusivo, una "cover letter" come la chiamano i negoziatori. Sul tavolo della COP29 c'era soprattutto il tema della finanza per i PVS. La bozza del documento finale è stata pubblicata all'alba di Baku, cioè nella notte italiana, considerando che ci sono 3 ore di fuso orario. Si tratta di 15 pagine che, tolte le premesse delle prime due cartelle, iniziano le parentesi sulle cifre mancanti, mentre è ormai deciso che le caratteristiche del flusso finanziario (se a debito o a fondo perduto) non saranno decise a Baku. La COP azera è stata, per ora, soprattutto l'apoteosi dei lobbisti fossili, con molti esponenti nelle delegazioni ufficiali degli Stati, come ha evidenziato Re Common. I lobbisti fossili a Baku sono 1773. Passiamo al capitolo giudiziario: gli Stati Uniti sono in prima pagina con il mandato d'arresto per gli Adami, i miliardari indiani legatissimi a Modi, e per la condanna a 18 anni di carcere del fondatore di Archegos Capital Management, Bill Hwang. La condanna è da connettere al fallimento da 100 miliardi di dollari che ha, tra l'altro, influito in maniera determinante nel collasso di Credit Suisse, poi salvata dal governo federale mediante una fusione con UBS. Per Adami, figlio e nipote, ieri è scattata la richiesta di arresto internazionale per tangenti e altri reati finanziari. Sempre più vicina il possibile break up di Chrome da Google, come vuole il Dipartimento della Giustizia USA e l'antitrust, che rischia, però, di essere smantellato da Trump. Sul famigerato DOGE (Department of Government Efficiency) c'è stato un ampio intervento sulle colonne del Wall Street Journal di Elon Musk e Vivan Ramaswamy, co-chair del fantomatico Department, imprenditore farmaceutico. Torniamo sulle crypto perché il tetto dei 100.000$ è vicinissimo. La settimana scorsa abbiamo ricevuto critiche per come abbiamo messo sullo stesso piano Bitcoin con Dogecoin, la meme di Musk. Non era né poteva essere un parallelismo perché il panorama è molto ampio e variegato, da Cardano a Tether, passando per le prime DAO. Non sarà facile applicare la tassa sugli ultra-ricchi che è indicata nel documento del G20. Il prof. Santoro, che oggi non è riuscito a collegarsi per delle sessioni di lavoro a cui sta partecipando del Fondo Monetario sulla ricostruzione dei sistemi fiscali in Iraq, ci offre un'analisi di questo passo del G20 che, come abbia ricordato più volte, è stato fortemente voluto dal Brasile. Clamoroso attacco del presidente della Regione Lombardia a Bankitalia, che ha registrato la frenata dell'economia (nettamente sotto la media nazionale). A pesare sempre il calo della produzione industriale. Ieri nuovi dati negativi dal mercato dell'auto, la Bild ha aperto con il titolo a caratteri cubitali "Der Auto Crash". È la stessa BCE a vedere alti rischi per l'economia EU. Le imprese statunitensi stanno riempiendo i magazzini per contenere l'effetto Trump sui dazi. Tornata prepotente la speculazione sul gas: i fondi hedge scommettono sul rialzo (producendolo per ora sulle bollette di famiglie e imprese). La scommessa vale metà dei consumi italiani di un anno.

    Il giorno delle locuste - 22-11-2024

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 22/11 08:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    GR in breve - 22-11-2024

Adesso in diretta