Approfondimenti

Israele prepara l’affondo su Rafah, la svolta a destra del governo olandese e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 16 maggio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il ministro della Difesa israeliano Gallant ha annunciato l’invio di altre truppe e avverte: “L’operazione si intensificherà”. Intanto sono 600mila i civili già scappati dalla città, dove soldati e miliziani palestinesi si combattono. Le condizioni del primo ministro slovacco Robert Fico sono stabilizzate dal punto di vista medico ma sono ancora gravi. Di fronte alle evidenti difficoltà sul campo il presidente Zelensky si è recato a Kharkiv a rassicurare soldati e civili: “La situazione è difficile ma è sotto controllo”, dice ma l’avanzata di Mosca intanto continua. In Olanda l’accordo di governo comprende il partito nazionalista e xenofobo di Geert Wilders. L’opposizione si oppone al confronto tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. In Veneto fino a domani è allerta rossa, per il violento nubifragio che ha colpito soprattutto le zone del veronese e del vicentino. 

L’operazione a Rafah si intensifica

“La minaccia della carestia a Gaza non è mai stata così grave”: a lanciare l’ennesimo allarme per la situazione umanitaria nell’enclave palestinese è stato oggi pomeriggio il Pam, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
L’appello arriva poco dopo l’annuncio che Israele sta per aumentare la pressione militare su Rafah: il ministro della Difesa Gallant ha detto che presto nella città entreranno “altre truppe” e che “l’operazione si intensificherà”.
I soldati israeliani a Rafah controllano ormai la zona orientale e le principali vie di collegamento; i blindati stanno avanzando però con fatica verso il centro della città, ostacolati dagli attacchi dei miliziani palestinesi.
Onu e mezzaluna rossa sottolineano che anche oggi Israele ha mantenuto chiusi i valichi di frontiera, impedendo l’ingresso ai convogli di aiuti umanitari.

Si combatte anche nel nord della Striscia, dove dopo mesi di stallo il fronte si è riacceso; le brigate Qassam, braccio armato di Hamas, sono impegnate da giorni in violenti scontri a fuoco contro i soldati israeliani a Jabalya e a Gaza City.
L’esercito sembra in difficoltà: solo oggi sono 5 i militari israeliani uccisi, 7 quelli feriti, alcuni in gravissime condizioni.
Almeno 50 le vittime palestinesi nelle ultime 24ore; molte sono rimaste uccise dai bombardamenti che hanno colpito il nord e il centro dell’enclave, l’area dove stanno cercando rifugio i palestinesi in fuga da Rafah: negli ultimi dieci giorni sono scappate già 600mila persone; molte si trovano ora a Khan Yunis

Slovacchia, il giorno dopo l’attentato

Le condizioni del primo ministro slovacco Robert Fico sono stabilizzate dal punto di vista medico ma sono ancora gravi: lo ha confermato nel pomeriggio la direttrice dell’ospedale dove è ricoverato dopo l’attentato di ieri. Secondo le informazioni ufficiali può comunicare e finora è stato sottoposto a una sola operazione.

Intanto sul profilo dell’aggressore, fermato subito dopo aver sparato al premier, si confermano le prime informazioni. “Quello di ieri è stato un tentato omicidio premeditato” e non un incidente, ha detto il ministro della Difesa Kalinak a Bratislava. “Un omicidio politicamente motivato” anche se l’aggressore “é un lupo solitario, e non fa parte di movimenti politici”

Il giorno dopo l’attentato l’impatto sulla situazione politica e sociale della Slovacchia: sentiamo Lorenzo Berardi, giornalista di Zentrum Report

L’avanzata di Mosca continua

L’Ucraina accusa la Russia di aver usato una quarantina di civili come “scudi umani” a Vovchansk, la cittadina vicina al confine che l’esercito russo sta cercando di conquistare.
I vertici militari ucraini denunciano anche l’uso da parte di Mosca di bombe a grappolo.
Da una settimana la Russia ha lanciato una nuova offensiva dal fronte nord orientale in direzione di Kharkiv, in pochi giorni ha rivendicato la riconquista di una decina di località. L’esercito di Kiev è stato costretto a ritirare le proprie truppe e ha già evacuato migliaia di civili dalla regione.
Per cercare di rassicurare la popolazione, il presidente ucraino Zelensky è stato oggi in visita a Kharkiv, ha ammesso che la situazione è estremamente difficile, ma ha anche che è “sotto controllo”.

Olanda, l’accordo dei liberali con il partito nazionalista e xenofobo di Geert Wilders

In Olanda l’accordo di governo comprende l’estrema destra. I liberali hanno accettato di allearsi con l’estrema destra di Geerd Wilders. Il leader non sarà premier ma il suo partito governerà insieme ai liberali dell’ex premier Rutte. L’intesa ha suscitato le proteste della presidente del gruppo europeo Renewm la macroniana Valerie Hayer. I liberali olandese infatti sono in questo gruppo al parlamento europeo e l’intesa con l’estrema destra xenofoba in Olanda li mette in imbarazzo e crea un problema politico. Uno dei punti principali dell’accordo di governo riguarda l’immigrazione. Prevede la deportazione anche forzata degli immigrati senza permesso di soggiorno. E poi rinforzare i controlli alle frontiere e chiedere subito a Bruxelles la deroga agli accordi presi a livello europeo.

Il faccia a faccia televisivo tra Meloni e Schlein non si farà

(di Anna Bredice)
Quattro i partiti che non hanno accettato il format dei confronti da Bruno Vespa, che in sostanza hanno detto no al confronto tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. Tra i quattro il no che pesa di più e che ha determinato la situazione attuale è quello di Giuseppe Conte, che da principio è stato contrario al duello tra le due leader politiche, che avrebbe determinato in maniera evidente l’ascesa della segretaria del Pd come avversaria numero uno della presidente del Consiglio. E infatti il capo dei Cinque stelle nel pomeriggio cerca di scalare le posizioni nel tentativo di dare lui le carte. “Cara Giorgia – scrive Conte in una nota – che farai adesso, ti tirerai indietro rispetto ad un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai vieni da Mentana”, conclude. La strategia è chiara, lui invita e lui diventa l’avversario della presidente del Consiglio. Ma Giorgia Meloni non ha risposto, per lei è Giovanni Donzelli che sta trattando il confronto in Tv e la volontà chiara già da mesi era di incontrare Elly Schlein, da quando la invitò alla festa del partito, ad Atreju e Schlein disse di no, fino all’invito a Porta a Porta, a cui le due si stavano preparando da tempo. Nonostante, e forse questa sarebbe l’osservazione e la critica più pertinente, nessuna delle due corre per andare veramente al Parlamento europeo. Sarebbe stato un confronto che guardava in avanti, alle politiche, la fotografia delle due avversarie per le elezioni del 2026 e del referendum sul premierato. Il Pd parla di “occasione mancata, c’è chi preferisce, si legge in una nota, rinunciare ad un confronto in prima serata pur di negarlo alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia. Il riferimento è abbastanza chiaro, a Giuseppe Conte, anche se pure Tajani non era molto favorevole al duello tra le due leader politiche. Pare escluso che Giorgia Meloni accetti un confronto all’americana con tutti i capi di partito. Rimangono i social, come era avvenuto tra Letta e Meloni, che approdarono in un confronto sul sito del Corriere della Sera, ora la possibilità è quella di un duello social, su Instagram.

Il Veneto colpito dai nubifragi

In Veneto fino a domani è allerta rossa, per il violento nubifragio che ha colpito soprattutto le zone del veronese e del vicentino. Strade allagate, case senza luce, due ponti crollati: questo il bilancio attuale dei danni. “Un vero disastro”, l’ha definito il presidente Luca Zaia che ha dichiarato lo stato di emergenza.
In provincia di Vicenza in 6 ore sono caduti 230 millimetri d’acqua, un fenomeno che secondo gli esperti capita ogni 300 anni. Nel comune di Malo due ponti sono stati spazzati via da un torrente in piena.
Qui abbiamo raggiunto alcuni abitanti.

 

Esattamente un anno fa l’alluvione che metteva in ginocchio l’Emilia Romagna. Il bilancio fu di 17 morti, 20.000 sfollati e danni stimati sui 10 miliardi di euro. Il governo affidò al commissario Figliuolo il compito della ricostruzione e dei risarcimenti. Indennizzi che, però, a distanza di un anno sono ancora in forte ritardo. Ad esempio, la cooperativa agricola Cab Terra di Ravenna ha subito perdite per 2 milioni di euro. L’azienda in quei giorni si distinse per un atto di generosità, accettando di far allagare i propri terreni per salvare dall’acqua la città. Ad oggi dallo Stato non ha ancora ricevuto un centesimo.
Fabrizio Galavotti è il presidente della Cooperativa Cab Terra.

 

La terza giornata del Festival di Cannes 2024

(di Barbara Sorrentini)
Il concorso di Cannes 77 è partito e già nel primo giorno ha dato l’impronta. Qualità e storie profonde e nel caso dei due primi film decisamente drammatiche. La regista francese Agathe Riedinger è in concorso con il suo primo lungometraggio. Abituata a ritrarre figure femminili attraverso la fotografia e il cortometraggio, in “Diamant Brut” segue la vita disordinata e un po’ folle di una diciannovenne, diventata influencer per guadagnare tanto e in fretta sfruttando il suo corpo. È un percorso di smarrimento, che la allontana da tutto il resto in cerca di successo sognando di entrare in un reality show. Un caso estremo probabilmente, ma che si avvicina alla quotidianità di molte ragazze che non esplorano altre vie più faticose, meno remunerative ma sicuramente più solide.
In serata è passato anche il cortometraggio “Moi Aussi” dell’attrice Judith Godreche, una raccolta di testimonianze per dare voce ad alcune donne vittime di violenze sessuali. Con la loro presenza sul red carpet continua l’attenzione mediatica di questi giorni sul tema.

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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