Il racconto della giornata di giovedì 15 giugno 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel naufragio a largo della Grecia potrebbero essere morte fino a seicento persone. La strategia restrittiva della BCE prosegue nonostante i risultati inefficaci nel frenare l’inflazione. L’esercito di Kiev dichiara di aver liberato cento chilometri quadrati di territorio all’inizio della controffensiva. I dati presentati oggi dal Garante dei detenuti mostrano lo stato degradato delle carceri italiane. L’addio a Glenda Jackson.
La più grande tragedia nel Mediterraneo degli ultimi anni
Fino a 600 morti nel mare. Il naufragio avvenuto al largo delle coste greche potrebbe essere il più grave degli ultimi anni. Sono 78 i corpi recuperati, ma solo 104 i sopravvissuti. Mentre a bordo del peschereccio viaggiavano tra le seicento e le settecento persone.
La dinamica di quanto accaduto non è ancora chiara. Kriton Arseni, rappresentante di Mera25, il movimento politico fondato da Varoufakis, dopo avere incontrato alcuni superstiti del naufragio nel porto di Kalamata ha detto che “tre persone hanno raccontato che l’incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda per provare a trainarlo. A quel punto, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato. Le ricerche in mare continuano, ma le possibilità di trovare qualcuno ancora vivo sono sempre più piccole. I 104 sopravvissuti saranno portati in una struttura di accoglienza per migranti a Malakasa tra stasera e domani.
(di Martina Stefanoni)
Sono solo 100. Una parte spaventosamente piccola di tutti gli uomini, le donne e i bambini che erano sul peschereccio. Arrivano soprattutto dalla Syria, dall’Egitto e dal Pakistan. “In tanti soffrono di sintomi da annegamento” racconta un medico a Kalamata, “tutti sono terrorizzati”.
“Un ragazzo è scoppiato a piangere appena gli ho rivolto la parola” dice un’altra volontaria impegnata con l’assistenza ai sopravvissuti “non me lo dimenticherò mai”.
Sono distesi su materassi improvvisati, in un magazzino vicino al porto. Intorno a loro, soldati armati. Da questa mattina, arrivano da tutta Europa i parenti delle persone che cercavano a bordo del peschereccio partito dalla Libia di raggiungere l’Europa.
Il primario di cardiologia dell’ospedale di Kalamata, parlando con la BBC, ha raccontato che le famiglie gli mandano le foto dei loro figli o fratelli dispersi. “Una famiglia egiziana mi ha mandato le foto dei loro bambini” racconta all’emittente britannica “ sperano che io li trovi tra i miei pazienti”. Secondo i racconti fatti dai superstiti, a bordo c’erano 750 persone, almeno 100 erano bambini. “insieme alle madri stavano nella stiva” spiegano. I morti, potrebbero essere fino a 600.
“I miei parenti erano sulla barca”, ha detto Aftab, arrivato dal Regno Unito cercando 4 membri della sua famiglia. Solo uno, per il momento è stato ritrovato”.
“L’ultimo giorno che ho parlato con mia moglie era 8 giorni fa” racconta un uomo arrivato da Amburgo “Era pronta a imbarcarsi. Poi, più niente”
Le autorità greche intanto oggi hanno arrestato 11-12 persone accusate di essere gli scafisti dell’imbarcazione. Mentre l’unione europea ha convocato per domani il gruppo di contatto per rispondere a quanto accaduto. Ma tutte le ong chye si occupano di migranti sono concordi sul dire che questa tragedia è il risultato delle scelte di bruxelles.
In grecia abbiamo raggiunto il dr. Apostolos Veizis, direttore esecutivo di intersos grecia, che da anni si occupa di migrazioni.
La Banca Centrale Europea ha alzato ancora i tassi d’interesse
La Banca centrale europea ha alzato ancora, come previsto, i tassi di interesse di un quarto di punto. “E non abbiamo ancora finito. Probabile un nuovo rialzo a luglio”, ha annunciato la presidente Lagarde. Una strategia restrittiva che sta però risultando inefficace nell’arginare l’inflazione.
Il nostro collaboratore ed editorialista Andrea Di Stefano.
Il gruppo di contatto della Nato rinnova il sostegno militare a Kiev
Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca hanno annunciato che stanno collaborando per inviare a Kiev attrezzature di difesa, tra cui centinaia di missili.
Una dichiarazione congiunta rilasciata dal governo britannico afferma che la consegna delle attrezzature è già iniziata e dovrebbe essere completata “entro qualche settimana”.
L’annuncio arriva a margine della riunione di contatto dei paesi Nato che sostengono militarmente Kiev, al termine della quale il segretario alla difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha fatto sapere che tutti i paesi hanno garantito il loro contributo.
Sul campo intanto la controffensiva ucraina sembra procedere: i vertici militari affermano di aver già ripreso più di 100 chilometri quadrati di territorio, soprattutto nella regione orientale di Donetsk.
Resta precaria la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, lo ha confermato anche il direttore dell’agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Grossi, che oggi ha visitato la centrale occupata dalle forze russe.
“La situazione resta grave, ma abbiamo messo in atto diverse misure e si sta stabilizzando”: ha detto Grossi, che ha garantito che gli ispettori resteranno nella centrale per continuare a monitorare la situazione.
Carceri sempre più affollate e aumento dei suicidi. I dati presentati dal Garante dei detenuti
Le carceri italiane sono sempre più sovraffollate e aumentano i suicidi: questo il quadro che emerge dalla relazione presentata oggi dal Garante dei detenuti Mauro Palma. Dall’inizio dell’anno sono già 30 le persone che si sono tolte la vita in prigione, un dato purtroppo che mostra un trend in aumento, dopo il numero record di 85 suicidi registrato l’anno scorso.
Palma denuncia anche che ci sono oltre seimila detenuti in più rispetto alla reale capienza, e che, come dimostra la cronaca, tra gli operatori persiste “una cultura minoritaria” che vede “la persona detenuta come nemico da sconfiggere”.
Il commento di Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di antigone
Addio a Glenda Jackson, celebre attrice britannica
(di Ira Rubini)
Nata a Birkenhead, vicino a Liverpool, nel 1936, da una famiglia della working class, Glenda Jackson si avvicina al teatro grazie alla pedagogia teatrale caratteristica delle scuole di base britanniche. Muove i primi passi presso la celebre Royal Shakespeare Company e poi nella compagnia del maestro della regia Peter Brook, partecipando allo spettacolo di culto „Marat/Sade“ di Peter Weiss, nel ruolo di Carlotta Corday, ripreso anche nel cinema nel 1967, che così la scopre. Icona del cinema d’autore degli anni 60 e 70, vince ben due premi Oscar come miglior attrice: nel 1971 con „Donne in amore“ di Ken Russell, regista con cui lavora sovente, e nel 1974 con la commedia „Un tocco di classe“ di Melvin Franck, con George Segal. In ambo i casi, non ritira il premio. L’attività cinematografica è intensa, anche se l‘attrice non abbandona mai il teatro, e comprende film storici, biopic e film d’autore, come il celebre „Una romantica donna inglese“ di Joseph Losey. Nel 1992, lascia le scene e viene eletta deputata alla House of Commons per il Partito Laburista. Nel 2016 torna a recitare interpretando „Re Lear“, nel ruolo del titolo. Torna a Broadway, vince un Tony Award, e infine, in Gran Bretagna, un BAFTA, a chiusura di una carriera impegnata, lunghissima e impeccabile.