Elezioni per i sindaci tra tre settimane e referendum costituzionale tra cinque mesi. Sono i confini del campo di battaglia tracciato da Renzi. “Alla fine vedremo chi sta con il popolo – ha detto il capo del governo – e chi nuota solo nell’acquario della politica politicante, fatta di talk, tv e autoreferenzialità”. Il mondo per Renzi si divide tra chi sta con il popolo e chi vive nell’acquario della politica politicante. Renzi e il renzismo contro tutti.
Toni da battaglia finale, da scontro epocale, quelli usati da Renzi.
Già lunedì scorso alla direzione del Pd – parlando della campagna per il referendum costituzionale – il segretario del partito diceva: “Andremo piazza per piazza per mettere le firme sulla richiesta di referendum”.
Com’è noto Renzi ha investito tutto il suo capitale politico sul referendum che dovrà confermare o abrogare la modifica della Costituzione votata dal parlamento un mese fa.
Il messaggio, più volte ripetuto in questi ultimi mesi, è netto: se vinco resto e se perdo me ne vado, mi dimetto da capo del governo, lascio la politica.
Renzi e “il resto del mondo”, dunque. Su che campi si gioca lo scontro? Almeno tre: Renzi, i principi e la Costituzione; Renzi e i diritti; Renzi, la giustizia e i magistrati.
Ospite oggi a Memos Michele Ciliberto, storico della filosofia che insegna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ciliberto è uno dei massimi studiosi in Italia di Giordano Bruno e del Rinascimento. E’ stato per anni editorialista politico dell’Unità.
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