Proviamo a mettere in fila alcuni provvedimenti votati in parlamento negli ultimi mesi o ancora in discussione: dalla legge elettorale alla delega sulle intercettazioni alle modifiche alla Costituzione. Fatto? Ecco, se li si considera in maniera combinata allora si può arrivare ad una constatazione, preoccupante: e cioè che tutti contengono una tendenza a restringere il campo di espressione – in senso lato – dell’opinione pubblica, dei cittadini.
Una serie di “bavagli” (chiamiamoli così) alle nostre possibilità di farci sentire, contare, essere nelle condizioni migliori per scegliere. E’ questo il tema della puntata di oggi di Memos con Nadia Urbinati, politologa alla Columbia University di New York. «Non so – racconta Urbinati a Memos – se sia un progetto malevolo o con una regia centrale, tenderei ad escluderlo. Però, lo spirito del nostro governo, e di questa fase della politica italiana, è un po’ quello di consolidare il potere di coloro che sono stati nominati, eletti; moderare il “ficcanasismo” della stampa affinchè non metta troppi paletti alla politica; e infine, limitare la voce dei cittadini attraverso il suffragio».
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