La svolta di Renzi sull’Europa è radicale ma più che a una stratega si dovrebbe pensare a un gioco di posizionamenti tattici.
La scorsa estate ha celebrato Altiero Spinelli a Ventotene, l’isola dove il fondatore del Movimento Federalista Europeo venne confinato durante il fascismo e dove scrisse, assieme a Ernesto Rossi, “Il Manifesto di Ventotene“, uno dei più alti appelli all’unità politica europea. Con lui c’erano la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente della Repubblica francese Francois Hollande.
C’era appena stata la Brexit e Renzi provava ad acquisire un ruolo centrale in Europa.
Ieri il Governo italiano ha posto un veto preliminare al bilancio di previsione europeo.
In mezzo, nei tre mesi che sono strascorsi da Ventotene al pre-veto, il mondo è cambiato. Il vento populista soffia forte e ha portato Donald Trump alla Casa Bianca. I sondaggi in vista del referendum del 4 dicembre sono favorevoli al No. E allora Renzi gioca la carta populista. Prima del pre-veto, aveva definito il voto a favore del Sì il vero voto “anti-sistema”.
Questa mattina Il Demone del Tardi ha intervistato l’Eurodeputato del Partito Democratico Antonio Panzeri.
La politica europea deve allentare la condotta orientata all’austerità, ci ha detto, e quindi ci sono nel pre-veto italiano al bilancio di previsione europeo, delle ragioni. Ma è innegabile che Renzi stia pensando al 4 dicembre, aggiunge.
Ascolta l’intervista con Antonio Panzeri a cura di Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi
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