La prima volta, dopo il primo giro di consultazioni di Roberto Fico, Renzi tentò di liquidare il modo con cui il reggente Pd Maurizio Martina le stava conducendo come un errore politico. Sbagliati i tempi e i modi dell’annuncio della disponibilità ‘dem’ al dialogo coi 5 Stelle, secondo l’ex segretario.
Dopo ieri pomeriggio, Renzi ha capito che Martina non è un ingenuo che commette errori ma è uno che fa sul serio. E ha iniziato a preoccuparsi.
Martina e Fico si sono mossi in una maniera tale che ora Renzi è con le spalle al muro. Se dirà no all’accordo Pd-M5S verrà considerato il responsabile del fallimento dell’intesa, e provocherà la peggiore delle crisi all’interno di un partito, il Pd, dove si confrontano linee politiche inconciliabili. Se invece dirà sì lo dovrà fare al prezzo di cambiare idea, smentendo se stesso. Di per sé non ci sarebbe nulla di squalificante, se non fosse che Renzi non è il tipo da arrivare secondo e accettare di non essere il leader.
L’alleanza Pd-M5S è lontanissima dai progetti del fu rottamatore. La direzione del Pd è il suo fortino blindato, più dei gruppi parlamentari. La settimana che ha messo in mezzo tra l’annuncio di Fico e Martina e la direzione servirà a creare le premesse per la sua decisione. Renzi controlla ancora la maggioranza del Partito Democratico e non ha intenzione di mollare la vita politica.
Potrebbe uscirne se facesse uno scatto, se decidesse di cercare di guidare in prima persona il percorso che porti a un accordo di governo tra Pd e 5 Stelle, se si rendesse protagonista della trattativa sui nomi e soprattutto sui programmi. Sarebbe una svolta ardita, ma gli consentirebbe di restare in gioco.
L’alternativa è sfasciare tutto. Non solo l’ipotesi di accordo per il governo -e Salvini, sull’altra sponda, ora che ha paura di avere perso il treno del governo potrebbe convincersi davvero a mollare Berlusconi, facendo risorgere la prospettiva Lega 5 Stelle- ma il partito stesso. Il Pd potrebbe uscire male dall’ennesimo clash. E Renzi ha sempre pronto nel cassetto la sua tentazione: andarsene, e fare un proprio movimento.