Sono 107.529 gli italiani espatriati nel 2015. Rispetto all’anno precedente a iscriversi all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero sono state 6.232 persone in più, per un incremento del 6,2%. Hanno fatto le valige soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, un terzo del totale; la meta preferita è stata la Germania, con 16mila568 persone. Poi la Gran Bretagna, appena sotto. Quindi, staccate, la Svizzera e la Francia.
“La mobilità è una risorsa – dice il rapporto – ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro”.
I più giovani – definiti Millennials – sono una generazione istruita, in possesso di qualificati titoli di studio post-laurea, corsi di specializzazione, master, dottorati di ricerca, certificazioni delle lingue, programmi di studio per scambi internazionali. Ma al contempo, e paradossalmente, sono anche la generazione più penalizzata dal punto di vista delle possibilità lavorative, sono i più esposti alla disoccupazione. E quindi molti se se ne vanno
“La loro mobilità – dice il rapporto Migrantes – è in itinere e può modificarsi continuamente perché non si basa su un progetto migratorio già determinato ma sulle opportunità incontrate”. Opportunità che in paesi come la Germania e l’Inghilterra, vengono considerate migliori che in Italia da una buona fetta di giovani preparati.