“Osserva, fai brainstorming, ricerca, costruisci e comunica”. È con queste parole, forse, che si potrebbe descrivere la ragione chiave per cui Gitanjali Rao è stata nominata Ragazza dell’anno dal Time. Rao, infatti, come dichiara la rivista statunitense non “si limita a ricercare strumenti scientifici e ad applicarli a problemi che riscontra nella vita di tutti i giorni” ma è anche una mentore che “mostra ad altri bambini come attingere alla loro curiosità, aspirando a creare una generazione di innovatori”.
Da giovane scienziata, Rao è stata ispirata da quelle parole, “osserva, fai brainstorming, ricerca, costruisci e comunica”, non solo nelle sue attività e progetti quotidiani ma anche nel tracciare le linee guida delle sue “sessioni di innovazione”, dei workshop in cui organizza laboratori e concorsi per gli studenti, suoi coetanei e non, che hanno recentemente raggiunto quota 30.000 partecipanti.
Si tratta di seminari in cui, come ha descritto la stessa Rao nell’intervista per il Time, basta dare una scintilla agli studenti, che se dapprima non sanno neanche da dove cominciare a lavorare, poi possono iniziare a progredire e tutta cambia. “Ciò”, come ha detto la giovane scienziata “significa che un’altra persona in questo mondo vuole inventarsi delle idee per risolvere i problemi”.
E di idee, Gitanjali Rao ne ha avute già parecchie nei suoi 15 anni di vita, investendo una moltitudine di campi di ricerca diversi. Per esempio, ha creato un dispositivo che permette di identificare il piombo nell’acqua potabile e ha ideato un’applicazione che mira a prevenire il cyberbullismo attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale.
Un servizio che rileva le frasi che possono rappresentare pericolo di bullismo e, prima che l’utente invii il messaggio, gli dà la possibilità di modificarlo. Il fine, infatti, non è quello di punire il mittente ma di permettergli di ripensare a ciò che ha scritto, di rileggerlo e di poter capire come e perché si trattasse di qualcosa di offensivo. Un modo di concepire la scienza per aiutare le persone a crescere e a migliorare.
La stessa scienziata ha dichiarato come il suo obiettivo sia quello di ispirare gli altri a fare lo stesso. “Perché, per esperienza personale, non è facile quando non vedi nessun altro come te”, ha affermato, riferendosi al fatto che il tipo di scienziato proposto dalla televisione sia un uomo bianco e più anziano, nonché al fatto che consideri strano che alle persone siano assegnati dei ruoli prefissati in base al loro sesso, alla loro età e al colore della loro pelle.
Anche per questo modo di concepire la scienza, quindi, su oltre 5000 giovani candidati americani dagli 8 ai 16 anni, Rao ha vinto il premio Ragazza dell’anno nella prima edizione assoluta della gara, che vuole essere un “barometro per i leader emergenti della generazione più giovane d’America”.
Un concorso a misura di bambino, potremmo dire, che il Time ha deciso di istituire quest’anno in collaborazione con Nickledeon, il famoso canale televisivo per bambini.
Ragazzi che, come Roa sta facendo attualmente, ambiscono a creare strumenti per rilevare agenti bio-contaminanti nell’acqua, strumenti che possano essere allo stesso tempo accurati ed economici in modo da permetterne l’utilizzo nei paesi più poveri. Oppure, ‘bambini’, come Jordan Reeves, che usa il design e la sua mentalità progettuale per rendere il mondo più accessibile alle persone disabili, per esempio creando protesi 3D stampabili per altri bambini con differenza di arti. O, ancora, come Tyler Gordon, che tiene lezioni di pittura virtuali su Instagram, cercando di mostrare ad altri bambini come superare le loro paure e difficoltà con l’arte, come lui stesso è riuscito a fare.
Esempi di ragazzi e ragazze che si sono fatti spazio, che sono riusciti ad usare le loro potenzialità per plasmare il modo secondo i loro ideali, che sfruttano la loro influenza per esortare i coetanei a fare altrettanto ma che, come ha sottolineato Gitanjali Rao nell’intervista al Time, si trova ad affrontare vecchi “problemi che non abbiamo creato ma che ora dobbiamo risolvere, come il cambiamento climatico e il cyberbullismo”.
Diana Novelletto