Torna in scena a sorpresa il Bossi.
E alla sua maniera dice a Salvini di stare attento a come si comporta.
“Parlerò con Giorgetti che mi aggiornerà sulla situazione – ha detto Bossi – ma mi sembra che Draghi e Berlusconi non ce la possano fare per il Quirinale. Per me alla fine eleggono Casini”.
Traduzione: Salvini non controlla tutta la Lega, un pezzo sta con Giorgetti. E’ il pezzo che sostiene Draghi a Palazzo Chigi e non vuole andare a votare. Quindi l’attuale presidente del Consiglio deve restare dove sta ma anche Berlusconi non va bene perché se venisse eletto lui, la situazione imploderebbe.
Bossi si è fatto vedere alla messa di Natale a Buguggiate, vicino Varese, assieme al senatore Leoni. Lui e il Leoni come ai vecchi tempi, come alle origini della Lega, quando si lottava contro Roma ladrona. E con loro c’erano i militanti della prima ora, quelli che la deriva nazionalista di Salvini non l’hanno mai amata. Giorgetti, che abita lì a due passi, è il loro punto di riferimento. Stabilità e interessi delle imprese del nord, quelle che si aspettano da questo governo gli aiuti e il sostegno che chiedono.
Un bel problema per Salvini, diviso tra ambizioni personali, la tentazione di far saltare il banco, e un partito che lo segue solo in parte, soprattutto quando in gioco è la poltrona. I parlamentari leghisti che non vogliono avventure, a cominciare dal Quirinale, da oggi hanno un alleato in più: Umberto Bossi
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