Berlusconi ha fatto una cosa in cui è specializzato: prendersi la scena.
Discesa a Roma col botto, come ai vecchi tempi: “se Draghi viene eletto al Quirinale, usciamo dalla maggioranza e si va a votare” fa dire alle agenzie. E lo fa nel giorno in cui Draghi parlava in diretta tv per riaffermare il suo ruolo e il suo profilo da candidato.
Il Pd chiede smentite, Letta dice che questo è un muro contro muro.
Berlusconi col muro contro muro, per usare la metafora, vuole bruciare del tutto Draghi, non più candidato naturale di tutti ma candidato del Pd.
E poi parla anche a Salvini e Meloni, di cui si fida il giusto. Il primo con i suoi tentativi di consultazioni con gli altri leader per un nome condiviso di centrodestra, quindi non Berlusconi. La seconda che manda avanti i dirigenti del partito a dire che la cosa importante è stare uniti a destra, il nome viene dopo. Che la sua candidatura abbia i numeri o meno, Berlusconi vuole comunque essere il protagonista della scelta del Presidente, non vuole lasciare fare a quei due.
E mentre tutti oggi accorreranno a Villa Grande, la residenza berlusconiana sulla via Appia, per cercare notizie e retroscena, in una intervista il segretario del Pd forse per reazione apre uno spiraglio al Mattarella bis: “il giorno in cui dovesse lasciare il Quirinale sarei sicuramente triste” dice stamattina Letta. A destra si gioca pesante, dall’altra parte non si è ancora ben deciso cosa fare
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