Nella odierna conferenza stampa Giorgia Meloni ha dimostrato di essere ormai completamente allineata all’asse Donald Trump-Elon Musk. Nessun vero distinguo, nessuna differenziazione. Non ci sono state né con il presidente eletto Usa sulle minacce alla Danimarca e alla Groenlandia, né con il proprietario di Tesla attaccato da alcuni leader europei per le sue ingerenze politiche. Anzi Giorgia Meloni ha rivendicato il rapporto politico istituzionale con Elon Musk, difendendo il miliardario, negando che la sua potenza economica e i suoi interventi politici a favore dell’estrema destra, dalla Germania alla Gran Bretagna, siano un pericolo per la sovranità e la democrazia in Europa. Una posizione opposta a quella espressa dal cancelliere Scholz e dal primo ministro Starmer, una posizione contraria alle parole dette da Sergio Mattarella in un recente discorso sui pericoli del tecno-capitalismo senza regole. Se Meloni era vista come colei che avrebbe potuto fare da intermediario tra Bruxelles e la Casa Bianca di Trump, in realtà l’interpretazione offerta oggi in conferenza stampa l’ha fatta apparire più come aderente al progetto Trump-Mask che come un leader europeo più vicino alle istanze della Ue. Sulle parole di Donald Trump sulla Groenlandia Meloni si è limitata a fare un’analisi del perché, secondo lei, il presidente eletto abbia fatto quell’uscita: sono messaggi alla Cina e alla Russia. Una reazione ben diversa rispetto a quella espressa da Macron da Scholtz sulla inviolabilità dei confini, visto che la vicenda riguarda la Danimarca, paese membro della Ue. Più che ridimensionare l’uscita di Trump, Meloni, così, si è sostanzialmente distanziata dalle posizioni di Parigi e Berlino.
Quella di Meloni è un’Italia allineata all’asse Trump-Musk
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Autore articolo
Michele Migone