Uno dei due piloti che stavano al comando del jet abbattuto mentre stavano sorvolando i cieli sopra il confine tra Siria e Turchia sarebbe ancora vivo. Sarebbe nelle mani delle truppe turcomanne anti Assad. L’altro pilota, secondo fonti militari citate dall’agenzia russa RIA, sarebbe stato ucciso da colpi sparati a terra. “E’ stata una pugnalata alle spalle da parte dei complici del terrorismo”, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, evidenziando che si tratta di un “evento che va oltre i limiti dell’ordinaria lotta contro il terrorismo”. Il jet militare, affermano gli organi militari russi, è stato colpito mentre sorvolava i cieli turchi.
Secondo Ankara sarebbero stati due F-16 e non missili di terra ad abbattere il velivolo. Il jet militare Su-24 – colpito intorno alle 8.20 italiane – avrebbe violato lo spazio aereo turco nella provincia sudorientale di Hatay. I resti dell’aereo sono stati ritrovati vicino a Yamadi, un villaggio nella zona di Latakia.
Un elicottero russo che sorvolava l’area dove è caduto l’aereo sarebbe stato costretto ad un atterraggio di emergenza, verso le 15, dopo essere stato colpito dai miliziani anti Assad, riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Un altro elicottero militare russo in perlustrazione nell’area sarebbe stato abbattuto a Jabal al Akrda. Tutti mezzi colpiti dalla contraerea dei ribelli siriani, stando alle prime rivendicazioni. Il portavoce delle brigate di Latakia dell’Esercito libero siriano Mohammed Hajj Aid ha dichiarato ad Al Jazeera: “I nostri uomini hanno abbattuto con un razzo terra-aria un elicottero militar erusso uccidendo i membri dell’equipaggio che erano a bordo”.
L’incidente al jet militare russo è stato definito dal Cremlino “molto serio” e il ministro degli Esteri Sergjei Lavrov ha immediatamente cancellato la visita prevista ad Ankara. Il ministro ha poi avvisato i russi di non visitare la Turchia. La dichiarazione ha sortito immediatamente effetti: l’agenzia di viaggi di proprietà dello Stato Rostourism ha cancellato tutti i pacchetti per la Turchia.
A Washington il presidente statunitense Barack Obama ha incontrato il suo omologo francese Francois Hollande. Dopo aver espresso vicinanza ai francesi in nome dei valori comuni, l’inquilino della Casa Bianca si è seduto al tavolo con Hollande per organizzare insieme l’offensiva al terrorismo. Per Obama “Turchia e Russia devono parlarsi” e fermare quest’escalation.
“La guerra contro l’Isis continuerà così come l’abbiamo vista fino ad oggi“, afferma ai microfoni di Radio Popolare il professor Gianluca Pastori, docente di relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Secondo Pastori quello dei turchi è stato “un agguato ai russi”: “Forse Ankara ha paura dell’attivismo dei russi”, commenta.