Dopo otto anni e mezzo, e dopo cinque gradi di giudizio, si è chiusa la vicenda processuale del rogo alla Thyssen di Torino, nel quale, nel dicembre 2007, morirono sette operai: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone.
La Cassazione ha confermato le condanne dell’appello-bis nei confronti dei sei imputati. La pena più alta, di 9 anni e 8 mesi, all’amministratore delegato Harald Espenhahn, quella più bassa, di 6 anni e 3 mesi per i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz. Condannati anche gli altri tre dirigenti: il membro del comitato esecutivo dell’azienda Daniele Moroni a 7 anni e 6 mesi; l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno a 7 anni e 2 mesi e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri a 6 anni e 8 mesi.
E’ stata così respinta la richiesta del sostituto procuratore generale di Cassazione, Paola Filippi, che aveva chiesto di annullare le condanne per rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo plurimo e per rivalutare il “no” alle attenuanti per quattro degli imputati. Per il Pg bisognava celebrare un terzo processo d’appello. Una richiesta che aveva provocato lo stupore e le proteste dei parenti delle vittime in aula.
Alla lettura della sentenza i familiari delle vittime sono scoppiati in un pianto liberatorio. “E’ una vittoria, per noi e per tutte le vittime morte sul lavoro”