Le elezioni primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco di Milano si terranno il 7 febbraio 2016. Tutti i partiti che parteciperanno si impegnano a sostenere il candidato vincente nella campagna elettorale per le comunali. Tutto chiaro. Ma anche no.
Il primo nodo è Sinistra Ecologia e Libertà. Il partito di Vendola, che si prepara a diventare il partito di Fassina e Vendola, pochi minuti dopo avere firmato l’accordo per le primarie ha subito iniziato a dire “però, se, dipende”. Se Giuseppe Sala si candiderà alle primarie, Sel rimetterà in discussione l’accordo di partecipazione alle consultazioni per scegliere il candidato sindaco. E una parte consistente del partito sarà orientato a non essere della partita. Se questa parte si imponesse, Sel sarebbe fuori dalle primarie, decretando quindi di fatto l’alleanza di centrosinistra.
Renzi, che sarà a Milano martedi con Sala e con il sindaco uscente Pisapia a discutere del futuro delle aree di Expo, vuole che l’ex commissario di Expo 2015 sia il candidato a sindaco. Non ha mai gradito l’idea di sottoporlo alle primarie ma in subordine ha lavorato e continua a lavorare per creare le migliori condizioni possibili. Se Sinistra Ecologia e Libertà si dovesse sfilare dalle primarie e dall’alleanza di centrosinistra, da questo punto di vista farebbe un grande favore al premier.
Il secondo nodo è il Partito Democratico. La direzione milanese del Pd, prima di iniziare la trattativa con gli altri partiti su data e premesse delle primarie, aveva deciso a stretta maggioranza di di spostare il voto al 28 febbraio. Qualche settimana in più per consentire a Sala di condurre la campagna elettorale. Poi ha fatto marcia indietro di fronte al rifiuto dei partiti alla sua sinistra. A posteriori, si può immaginare che lo slittamento sia servito anche come strumento tattico di trattativa con gli altri partiti. Noi vi lasciamo la data del 7 febbraio, voi firmate l’impegno a essere leali a chiunque vinca. Sala compreso. Una prospettiva che a sinistra produce tante, forse troppe resistenze.
Stefano Fassina, che sta costruendo il nuovo partito attorno al nucleo di Sel, lo ha già detto a Radio Popolare: se Sala fosse candidato alle primarie, io non vi parteciperei. “Alla fine le primarie ci saranno e i candidati principali saranno Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino”, pronostica più di una fonte, proveniente da più di un’area di questo travagliato centrosinistra milanese. Dando per scontato il ritiro di Emanuele Fiano, dirigente nazionale vicino a Renzi, pronto a rinunciare se il segretario del partito glielo chiedesse.