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Zimbabwe, la democrazia può attendere

Il nuovo presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha nominato i membri del suo governo: ci sono le principali fugure militari del paese, quelli di più alto livello, gli storici membri delle forze armate che si sono aggiudicati i più importanti posti di potere.

Tra questi Sibusiso Moyo, eminenza grigia dei militari è il nuovo ministro degli Esteri. L’attuale capo dell’aviazione, Perence Shiri, è stato nominato ministro dell’Agricoltura. Restano al loro posto di potere personaggi come Costantino Chiweke, che da capo dell’esercito ha guidato la rivolta contro Mugabe. Il vecchio dittatore che aveva designato alla successione la moglie Grace.

E’ lei, una donna, ambiziosa e avida, che ha spaventato a morte tutti i bellimbusti con i petti pieni di mostrine che in queste ore si apprestano a ricoprire cariche politiche dalle quali potranno continuare a fare ciò che hanno sempre fatto con Mugabe.

Tutti personaggi che in questi anni hanno fatto per lui il lavoro sporco: hanno represso, imprigionato, occultato qualunque protesta o contestazione e hanno fatto sparire chiunque avesse l’ardire di criticare.

Continueranno così. Continueranno a fare soldi controllando il traffico di diamanti, di cui il paese è ricco. Continueranno a fare affari con imprenditori pubblici e privati cinesi che ormai hanno il quasi monopolio delle materie prime del paese.

Emerson Mangawa era il vice presidente, potenziale successore nella continuità di Mugabe che ormai svolgeva il ruolo di fantoccio di un regime corrotto nelle sue pieghe più intime.

Oggi spetta a lui, il nuovo Presidente, vigilare perchè tutto continui come prima. La democrazia può aspettare e con la democrazia possono aspettare i sedici milioni di zimbabwani che hanno festeggiato per l’uscita di scena del vecchio dittatore.

  • Autore articolo
    Raffaele Masto
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