Il paradosso? Un servizio giornalistico realizzato con spirito pedagogico spostato in seconda serata per tutelare i minori mentre nella cosiddetta fascia protetta rimangono programmi, film e telefilm pieni di doppi sensi sessuali.
Riccardo Iacona, il creatore di Presa Diretta, commenta così la decisione della Rai di far slittare alle 22 la puntata di domenica 31 gennaio. Il motivo? Un servizio intitolato “Il Tabù del Sesso“, un reportage sulle difficoltà che incontra l’educazione sessuale. La solerte dirigenza della Rai ha pensato che potesse turbare il pubblico della prima serata.
“Mi sembra un eccesso di prudenza – dice Riccardo Iacona – La decisione è sbagliata. Non era un reportage a luci rosse. Anzi. Lo sforzo che facciamo con il programma è proprio quello di diffondere una certa cultura, come facciamo, per esempio, sulla questione delle violenze di genere. Da una parte bisogna sfatare i tabù e dall’altra si deve educare e prevenire. In questo caso, la puntata era tutta dedicata ai giovani. ”
La trasmissione, secondo i conduttore, era “altamente pedagogica”. A fronte di una tv che ammicca al sesso anche nelle fasce protette, far scivolare in seconda serata un programma serio e rigoroso come Presa Diretta è apparso “troppo punitivo” a Riccardo Iacona.
La si può chiamare censura? Non è un caso che la decisione sia arrivata nel week end del Family Day e delle pressioni dei settori cattolici più conservatori nei confronti dei parlamentari che devono votare il Ddl Cirinnà. Di fronte a nuove possibili polemiche portate avanti dai fautori della famiglia ortodossa e della Teoria Gender, i vertici di Viale Mazzini hanno deciso mettere ai margini (dello share televisivo) un programma dalla caratura di Presa Diretta.
Una decisione che ha il sapore antico della Rai democristiana degli anni’50 e ’60. Quella era la televisione del “comune senso del pudore”, censoria su ogni parola, fatto o immagine che non fosse consona. Ma era anche la Rai Tv che aveva una missione pedagogica ben precisa, nel suo complesso utile allo sviluppo di un paese che si trovava a metà strada tra la fine del secondo conflitto mondiale e gli anni del Boom Economico. Nella decisione di spostare Presa Diretta c’è molto di quell’epoca. Anzi, per essere più precisi, rispetto a quell’epoca c’è molta più ipocrisia e meno pedagogia.