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Vivendi-Mediaset, la scalata televisiva
A cura di:Raffaele Liguori
Siamo alla fine dell'era berlusconiana della tv in Italia oppure Berlusconi troverà le risorse (in senso lato) per salvarsi? Ne abbiamo parlato oggi a Memos con Stefano Balassone, produttore e autore televisivo, vicedirettore di Rai Tre durante gli anni della direzione di Angelo Guglielmi, consigliere di amministrazione della Rai tra il 19998 e il 2002. L'altro ospite è stato Carlo Vitagliano, dal 1981 è stato per trent'anni nel cuore della tv berlusconiana, Canale 5. La sua esperienza l'ha condensata in un libro: “Noi i ragazzi del Biscione. Nascita e trionfo della tv di Berlusconi” (Melampo, 2016). Il pretesto per parlare della vera o presunta fine della tv berlusconiana in Italia è la scalata di Vivendi a Mediaset, lanciata un mese fa con un massiccio rastrellamento di azioni del gruppo di Cologno Monzese. Nel giro di qualche settimane il finanziere francese Vincent Bolloré (patron di Vivendi) ha comprato sul mercato circa il 30% del capitale di Mediaset, con Berlusconi e i suoi che hanno denunciato il fine ostile del raid finanziere francese. Come andrà a finire? A cosa punta Bolloré? Ha senso usare il criterio della difesa dell'italianità di Mediaset per criticare la scalata? Dov'è finito, invece, il criterio della tutela antitrust dalle concentrazioni nel settore dei media?
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