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Università, più matricole e meno soldi
A cura di:Raffaele Liguori
Tra una settimana, il 21 giugno, iniziano gli esami di maturità. Sono 505 mila gli studenti coinvolti. Passata l’estate, più della metà di loro si iscriverà in una delle università italiane. Almeno così dicono i dati riferiti al passato. Gli ultimi del Miur del 2016 parlano di 283 mila matricole. Il 2016 è stato un anno di ripresa delle iscrizioni all’università, dopo anni di declino. Resta comunque lontano il record assoluto del 1993 quando furono 360 mila i nuovi iscritti. Da che tipo di università saranno accolte le future matricole? Non certo da un’istituzione florida, se si pensa ad esempio ai tagli dei finanziamenti pubblici di questi ultimi anni. Memos ha chiesto oggi a Francesco Sylos Labini e Gianfranco Viesti una descrizione dello stato di salute dell’università italiana, in particolare di quella pubblica. Sylos Labini è un fisico teorico, tra i fondatori dell’associazione ROARS che si occupa di valutazione e politiche della ricerca. Autore di “Rischio e Previsione. Cosa può dirci la scienza sulla crisi” (Laterza, 2016). Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari, ha curato un volume scritto a più mani dal titolo “Università in declino” (Donzelli, 2016).
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